Caldo da record nel 2015 E non è una bella notizia

È caldo record non solo per il 2015, ma per l’intero ultimo quinquennio e per il pianeta non è una bella notizia. L’ultimo rapporto della World Meteorological Organization (Wmo) non lascia spazio a colpi di scena in positivo e amplifica la sfida che i leader del mondo affronteranno a Parigi da lunedì per la Conferenza Onu sul clima (Cop21), e ai quali oggi il Papa da Nairobi ha chiesto di raggiungere un accordo «globale e trasformatore».

Una cornice, quella di Parigi, in cui l’Italia sarà in prima linea con la richiesta ambiziosa di puntare non solo al limite dei due gradi di aumento medio della temperatura globale per salvare il Pianeta dal riscaldamento globale, ma anche che si faccia un riferimento alla soglia di 1,5 gradi, come ha detto il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti alla Camera.

Il dossier dell’Agenzia per la meteorologia delle Nazioni Unite intanto conferma quanto gli scienziati ripetono ormai da mesi. L’anno che sta per terminare farà segnare il record per la temperatura elevata del globo, e non solo. Gli ultimi 5 anni sono il periodo più caldo mai registrato finora. Anche il raggiungimento della soglia simbolo di un grado Celsius in più della temperatura rispetto ai livelli preindustriali (1880-1899) è data ormai per certa. Tutti primati raggiunti «grazie» al riscaldamento globale prodotto dalle attività umane e all’intensità del fenomeno climatico di El Nino.

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Questo sarà un anno spartiacque per il clima per più di una ragione, sottolinea Michel Jarraud, segretario generale della Wmo. «I livelli di gas serra nell’atmosfera hanno raggiunto nuovi picchi e nell’emisfero settentrionale nei tre mesi di primavera la concentrazione media di CO2 ha superato per la prima volta la soglia di 400 parti per milione». Queste, rimarca Jarraud, «sono tutte cattive notizie per il pianeta». Per questo la Wmo si appella direttamente ai leader che si riuniranno a Parigi per la Cop21 con la richiesta di agire, subito. Perché mentre «oggi abbiamo una scelta, le future generazioni non l’avranno».

Nell’impegno a contenere la «febbre» del pianeta l’Italia sarà in prima linea. Lo ha assicurato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti che chiederà più «ambizione» nell’accordo di Parigi. Il nostro Paese, ha detto oggi a Montecitorio, non si accontenterà del limite dei 2 gradi di aumento medio della temperatura globale ma punterà anche a un riferimento alla soglia di 1,5 gradi. E dalla Camera oggi è venuto anche un appoggio all’azione del governo. Anche se l’appello di Galletti a un voto unitario non è stato accolto, è stata comunque approvata la risoluzione che chiede che si cerchi di arrivare a un accordo globale, vincolante e con scadenze e verifiche.

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E agli oltre 200 Paesi che parteciperanno al summit si è rivolto oggi anche Papa Francesco da Nairobi auspicando il raggiungimento di «un accordo globale e trasformatore» che punti a ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici, a lottare contro la povertà e a rispettare la dignità umana. Sarebbe «catastrofico», ha aggiunto, se a prevalere fossero gli interessi privati.

Il rapporto completo della Wmo:

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