L'Enpa: «Trentino sempre più nemico della fauna: non andateci in vacanza»

Durissimo attacco alle classi dirigenti del Trentino (e del Sudtirolo) da parte dell'Enpa: l'Ente nazionale protezione animali non solo rinnova le sue critiche alle modalità di gestione della fauna selvatica ma lancia una campagna di boicottaggio turistico.

Durissimo attacco alle classi dirigenti del Trentino (e del Sudtirolo) da parte dell'Enpa: l'Ente nazionale protezione animali non solo rinnova le sue critiche alle modalità di gestione della fauna selvatica ma lancia una campagna di boicottaggio turistico.

«Il Trentino Alto Adige è diventato ormai una regione dove le amministrazioni pubbliche hanno dichiarato una vera e propria guerra contro gli animali, dove ci si adopera per lo sterminio delle marmotte e per la caccia nei parchi, dove gli orsi stanno pagando il prezzo delle scelte politiche dettate dalla mancanza di lungimiranza di una classe politica in cerca dei consensi (sempre più esigui) del mondo venatorio», scrive in una nota la più antica delle associazioni animaliste italiane.

Da qui l'invito ai cittadini «che hanno a cuore la tutela degli animali a scegliere altre mete per le loro vacanze, luoghi che dimostrino ben altra sensibilità e attenzione nei confronti di tutti i viventi».

«Visto che non ci sono riusciti con lo Stelvio, i politici trentini cercano di dare un contentino alle doppiette aprendo loro luoghi ancora interdetti all’esercizio dell’attività venatoria e consentendo loro di non essere vincolati alla scelta di una determinata forma di caccia, come prevede invece la legge 157/92. Eppure, benché Province autonome, Trento e Bolzano sono comunque territorio italiano e in ragione di ciò vengono sostenute con il contributo di tutti i cittadini, dunque non si capisce per quale arcano motivo non debba essere applicata la normativa della Repubblica Italiana», afferma Andrea Brutti, dell’Ufficio fauna selvatica di Enpa.

«Prima la vicenda orsi, poi la caccia alle marmotte, la caccia nei parchi provinciali, l'affidamento della gestione dei conigli del cimitero di Trento all'associazione dei cacciatori trentini , la richiesta di avere "mano libera" sulle politiche venatorie. E in un quadro così sconfortate per gli animali non poteva mancare un sindaco che ha preso la decisione di chiudere alcune strade consentire a dieci cacciatori di sparare senza violare le disposizioni della legge in materia di distanza degli spari», rincara la dose l'Enpa.

E conclude: «Chi fosse intenzionato a trascorrere una vacanza nella natura e nel rispetto degli animali, perché mai dovrebbe andare proprio in Trentino? Ci sono regioni - aggiunge Brutti - ben più rispettose degli animali dove, tra l'altro, i turisti sono meno esposti al rischio di essere feriti o uccisi dai pallini. È proprio questo ciò di cui si dovrebbero preoccupare le amministrazioni pubbliche, invece di pensare a nuovi, assurdi modi per ampliare la libertà di caccia».

Negli ultimi giorni a rinnovare l'attenzione critica sulle politiche faunistiche di Trento e Bolzano sono arrivate, fra l'altro, la sentenza che su ricorso della Lav ha bloccato la caccia alle marmotte autorizzata dalla Provincia autonoma di Bolzano quale «attività tradizionale a tutela degli alpeggi», la decisione positiva della Commissione dei Dodici a Roma per consentire in regione l'attività venatoria anche nelle aree naturali protette, nonché la singolare ordinanza del sindaco di Romeno che chiude al traffico cinque strade agricole per assecondare la richiesta dei cacciatori locali altrimenti «disturbati» nella loro attività, resta peraltro libero il transito di pedoni e frontisti, il che crea qualche interrogativo sul fronte della sicurezza e dei profili di leggittimità del provvedimento (considerato che la normativa prevede distanze minime per premere il grilletto (almeno 50 metri dalle strade, 100 da macchine agricole in funzione).

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