Riforma pubblica amministrazione, smantellato il corpo forestale

«Un altro tassello: approvata la riforma PA #lavoltabuona un abbraccio agli amici gufi», così il presidente del consiglio Matteo Renzi ha commentato il rapido via libera anche in Senato della legge di riforma della pubblica amministrazione che fra l’altro smantella il corpo forestale dello Stato. Operazione, quest’ultima, che ha scatenato diffuse proteste e molta contrarietà anche all’interno del Parlamento.
In ogni modo, l’Aula del Senato ha approvato la delega con 145 voti a favore, 97 contrari e nessun astenuto. Ora, però, per rendere operative le disposizioni serviranno numerosi provvedimenti attuativi di iniziativa governativa.

«Sul ddl delega sulla pubblica amministrazione il Parlamento ha avuto un ruolo centrale e il lavoro costante in commissione, come in Aula, ha consentito di concludere l’iter di questa riforma senza il voto di fiducia. Impresa ancora più positiva se si considerano la quantità e la complessità delle materie e degli interessi toccati», commentza il senatore del Pd Giorgio Pagliari, relatore del ddl, sostenendo che si tratta non solo di riorganizzazione ma «di vera e propria riforma della Pubblica amministrazione».

Tra le misure «destinate a cambiare ulteriormente il volto della Pa, i rapporti con cittadini e imprese e la funzione stessa del dipendente pubblico», secondo il parlamentare ci sono: la digitalizzazione dei procedimenti; il silenzio-assenso; la conferenza dei servizi; l’autotutela sulle attività soggette a semplice atto del privato. «Questa riforma - conclude Pagliari - naturalmente in modo perfettibile, ridisegna e tutela profili importanti del diritto di cittadinanza. E lo fa innovando. La tutela dei diritti oggi non sta nella loro declamazione e nella difesa dell’esistente, ma nella loro ridefinizione secondo i valori della Costituzione: la riattualizzazione per la loro maggiore effettività ed attualità è richiesta dagli articoli 2 e 3 della Carta costituzionale. E questa riforma affronta questa difficile prova».

Durissime le opposizioni: «Il governo Renzi ha detto no alla creazione di una polizia ambientale e al tempo stesso ha depotenziato il corpo forestale dello Stato senza toccare gli sprechi clientelari dei forestali nelle Regioni a statuto speciale come in Sicilia. Le ecomafie ringraziano!», dichiara il capogruppo del Movimento 5 Stelle Senato Gianluca Castaldi al termine dell’approvazione ddl pubblica amministrazione.

Secondo i senatori della Lega Nord Paolo Arrigoni e Stefano Candiani, «lo scioglimento del corpo forestale dello Stato è l’agnello sacrificale per la campagna demagogica di Matteo Renzi, a cui interessa solo twittare la riduzione da cinque a quattro delle forze di polizia spacciando risparmi inesistenti.
Con questo provvedimento si è persa l’occasione di costituire una vera polizia ambientale».

«Il passaggio del corpo forestale dello Stato nell’arma dei carabinieri, per la quale nutriamo massimo rispetto, è un'ipotesi discutibile che se sarà confermata dimostrerà dimostra tutto il pressappochismo di questa cattiva riforma. Militarizzare uomini e donne di un corpo ad ordinamento civile è una strada scivolosa. Come può essere chiesto all’improvviso a chi ha abbracciato una professione civile, sia pure di servizio all’interno di un corpo armato dello Stato, di accettare un penalizzante cambiamento di status? La Lega Nord, che si è sempre battuta contro questa scellerata decisione, vigilerà affinché il governo mantenga almeno l’impegno di garantire lo status civile del personale del corpo, contenuto nel nostro ordine del giorno approvato all’unanimità», concludono.

Per Sinistra ecologia e liberttà la presidente del gruppo misto-Sel Loredana De Petris, commenta: «Una riforma della Pa era certamente necessaria. Purtroppo questa riforma non risolve nessun problema e rischia anzi di peggiorare la situazione in molti punti fondamentali.

Si tratta ancora una volta di una delega in bianco concessa al governo, e questo è particolarmente grave in materia di riordino dei servizi pubblici. Una materia del genere dovrebbe infatti quant’altre mai essere sottoposta all’esame attento e dettagliato del Parlamento».

Il rischio, secondo la parlamentare di sinistra, è di «avere effetti devastanti per quanto riguarda la tutela dell’ambiente e del patrimonio culturale, cioè della principale ricchezza del nostro Paese». «Con il nostro emendamento sull’unitarietà del corpo forestale - aggiunge - abbiamo appena limitato il danno enorme  comportato dall’assorbimento di quel corpo nella polizia di Stato».

«Assolutamente miope - sottolinea De Petris - la scelta di sopprimere i segretari comunali, che non servirà  a tenere sotto controllo la legalità e non è certamente a favore del controllo di legittimità, che è la vera emergenza di questo Paese.  La riforma fa della Pa una piramide, dove tutto è deciso dal vertice e sacrifica la terzietà della pa. rispetto al potere politico, sola garanzia di reale efficienza. È l’opposto esatto di ciò che si sarebbe dovuto fare».

E il senatore M5S Vito Crimi attacca: «In questo provvedimento non si parla di formazione del personale e riorganizzazione dei ruoli, di valorizzazione del merito, né dell’immissione di risorse per rendere la Pa più efficiente. Il governo pensa solo ad abolire il corpo forestale dello Stato, la polizia provinciale, i segretari comunali e la partecipazione degli enti locali alle procedure partecipative, e a ridurre gli strumenti di partecipazione dei cittadini ai processi autorizzativi in nome di una velocità spacciata per efficienza, ma la velocità non è amica dell’interesse pubblico. Si è persa, ancora una volta, un’occasione per fare bene, per riformare davvero in maniera efficiente per il cittadino la macchina organizzativa dello Stato».

Critico con il provvedimento anche il segretario del Sapaf, Marco Moroni, il quale sottolinea che il sindacato ha raccolto almeno tremila firme tra gli appartenenti al corpo che «non vogliono la militarizzazione» introdotta dalla riforma. La «naturale collocazione» del corpo forestale dello Stato «è presso il dipartimento di pubblica sicurezza, come specialità della polizia di Stato», ha aggiunto.

«Lo spezzettamento e la sostanziale militarizzazione dei forestali - ha aggiunto Moroni in un incontro al quale hanno partecipato diverse associazioni ambientaliste, i sindacati Sap, Sappe e Conapo e alcuni parlamentari - sono il frutto di uno scellerato patto governativo che coinvolge i ministri Madia e Martina. Per questo abbiamo manifestato a Montecitorio nei giorni scorsi, per questo stiamo coinvolgendo associazioni ambientaliste e parlamentari di tutti i partiti e siamo pronti a una mobilitazione continua».

Ecco i principali capitoli della riforma della Pa, dopo il via libera definitivo al Senato.

- STRETTA SU DIRIGENZA. Anche i capi diventano licenziabili se valutati negativamente. Ma pur di non essere mandati potranno optare per il dimensionamento. Gli incarichi non saranno più a vita (4+2 anni) e scatta la revoca in caso di condanna della Corte dei Conti. A proposito è stato aggiunto un intero articolo dedicato al processo contabile.
- TUTTI I DIRIGENTI IN UN UNICO BACINO. È previsto un solo ruolo (seppure diviso su tre livelli: statale, regionale, locale) senza più distinzione tra prima e seconda fascia. Si va verso una quota unica (intorno al 10%) per l’accesso di esterni.
La figura del segretario comunale è superata.
- CONCORSI, SUPERATO VOTO MINIMO LAUREA. Non ci sarà più una soglia sotto la quale si è fuori dalle selezioni pubbliche.
L’obiettivo è dare più importanza alla valutazione in sede di concorso. Nelle prove non mancherà mai un test sull’inglese.
- LICENZIAMENTI FACILI. Quando scatta un’azione disciplinare non si potrà più concludere tutto con un nulla di fatto, la pratica dovrà essere portata a termine senza escludere il licenziamento. Quanto alla diatriba sull’articolo 18, la reintegra resterebbe.
- SU ASSENZE CON POTERI A INPS. Niente più finti malati. Per centrare l’obiettivo le funzioni di controllo e le relative risorse passano dalle Asl all’Inps. Vengono poi posti dei paletti per il precariato. C’è anche un passaggio per favorire la staffetta generazionale, ma a costo zero. Nasce la Consulta per l’integrazione dei lavoratori disabili.
- MAGLIE PIÙ LARGHE PER PENSIONATI P. A. Il tetto di un anno vale solo per i ruoli direttivi. Le altre cariche sono comunque consentite, ma resta il vincolo della gratuità.
- SCOMPARE FORESTALE, RIORDINO FORZE. Il ddl pone le basi per l’assorbimento della Forestale in un’altra forza (con tutta probabilità i Carabinieri), così da portare i corpi da 5 a 4. Si prevede inoltre un riordino di tutte le forze.
- SCURE SU PARTECIPATE. Verranno ridotte e si prevede un numero massimo di ‘rossì dopo cui c’è la liquidazione, possibile anche il al commissariamento. Si prevede il dimezzamento delle camere di commercio.
- SFORBICIATA SU PREFETTURE. Si va verso un taglio netto che potrebbe portare anche a un dimezzamento, quel che ne rimarrà andrà a finire nell’Ufficio territoriale dello Stato, punto di contatto unico tra P.A. periferica e cittadini. Si farà piazza pulita degli uffici doppioni tra ministeri e Authority.
si tratta di interventi di Spending Review che si ritrovano anche nella riduzione alla spesa per intercettazioni.
- PRATICHE DIMEZZATE PER GRANDI OPERE. Un ‘taglia burocrazià, al fine di semplificare ed accelerare, fino al dimezzamento dei tempi, le operazioni in caso di rilevanti insediamenti produttivi, opere di interesse generale. Scatta la possibilità di attribuire poteri sostituitivi al premier.
- SILENZIO ASSENSO TRA AMMINISTRAZIONI. In caso di contese tra amministrazioni centrali su nulla osta e altri concerti sarà il premier a decidere, dopo un passaggio in Cdm.
È fissato anche un tetto per ottenere il sì: massimo 30 giorni, che diventano 90 in materia di ambiente, cultura e sanità. Sulla stessa linea le misure per sbloccare la conferenza dei servizi.
- GHIGLIOTTINA SUI DECRETI. Una forbice che mira a sbrogliare la matassa di rinvii a provvedimenti attuativi.
Tutto passa per una delega al Governo, chiamato a fare una cernita sugli ultimi tre anni (esclusi i dlgs).
- POTERI A PALAZZO CHIGI. Verranno precisate le funzioni di palazzo Chigi per il mantenimento dell’unità di indirizzo. Un rafforzamento della collegialità che si ritrova anche nelle nomine di competenza, in modo che le scelte passino per il Cdm.
La delega riguarda pure la definizione delle competenze in materia di vigilanza sulle agenzie fiscali (come le Entrate).
- UNO STATUTO E UN NUOVO CAPO PER P. A. DIGITALE. Arriva la ‘carta della cittadinanza digitalè, con il Governo delegato a definire il livello minimo di qualità dei servizi online. A guidare la svolta digitale ci penserà un dirigente ad hoc.
-  BOLLETTE ELETTRONICHE DA PAGARE CON SMS. I pagamenti verso la P.A, come bollette e multe, potranno avvenire anche ricorrendo al credito telefonico (ricaricabili o abbonamenti) purchè si tratti di micro-somme (presumibilmente sotto 50euro).
Il versamento potrà quindi essere eseguito con un semplice sms.
- FREEDOM OF INFORMATION ACT ITALIANO. Tutti avranno il diritto di accedere, anche via web, a documenti e dati della P. A. Si spalancano gli archivi pubblici, ma restano dei limiti.
- NUMERO UNICO PER EMERGENZE. Basterà chiamare il 112 per chiedere aiuto in ogni circostanza. L’idea è quella di realizzare centrali in ambito regionale che, raccogliendo la richiesta, siano in grado di smistarla al servizio interessato.
- UN SOLO LIBRETTO PER AUTO. Si apre al trasferimento del Pubblico registro automobilistico (Pra), retto dall’Aci, al ministero dei Trasporti, a cui fa capo la Motorizzazione. Si va infatti verso un’unica banca dati per la circolazione e la proprietà, con un solo libretto.

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