Emozioni, storia e camosci sui sentieri del Celva

di Zenone Sovilla

Il pianoro sulla cima del monte Celva (998 metri slm) è uno straordinario punto panoramico. Si affaccia a sud-ovest verso Trento e la valle dell'Adige; a nordest sulla Valsugana, con vedute che incorniciano alcune fra le più note cime del Lagorai. Sul versante meridionale, raggiungibile dal passo del Cimirlo, sopra Povo, il Celva è docile: da forte Roncogno (che risale alla fine dell'800) sale il sentiero Sat 419, sul versante opposto alla Marzola. La salita dalla Valsugana, invece, sul segnavia 424, è più roba per camminatori dal passo fermo e per camosci, come mostrano le fotografia del'escursione fatta pochi giorni fa da chi scrive.

In entrambi i casi si tratta di un giro in montagna, buono magari per una domenica di sole, che assicura molta soddisfazione, sia per le emozioni offerta dall'ambiente naturale sia per le tracce storiche presenti in abbondanza su questo massiccio che fu fortificato in vista della Grande Guerra.

Salendo dal Cimirlo, si incontra dapprima sulla sinistra il sentiero per la palestra di roccia e più avanti sulla destra quello dei Cento scalini, che porta rapidamente a una caverna, a sua volta sede di postazioni militari austroungariche dalle quali, salendo appunto cento scalini, si arriva alla base di un pozzo scavato nella roccia, per collegarsi col soprastante osservatorio (Celva Bassa) e issarvi materiali bellici.

Rimanendo invece sul sentiero principale si raggiunge appunto il vasto complesso militare della Celva Bassa, con trincee e postazioni di artiglieria, dal quale era possibile tenere sotto controllo la zona di Civezzano e di Pergine. Nei pressi di questo piccolo slargo incroceremo sulla destra il sentiero 424 che scende verso la Valsugana e di cui parleremo fra poco.

Rimanendo sul sentiero di partenza, proseguiremo rapidamente in ascesa non ripida, incontrando altri manufatti militari, attraverso un ambiente molto interessante, che offre splendidi scoprci panoramici sia verso il Cimirlo sia in direzione della Valsugana e del lago di Caldonazzo. Poco prima della cima ci attenderanno un paio di piccoli «salti» fra i sassi, facilitati da qualche cordino metallico, che danno un tocco alpinistico a questo sentiero facile e accessibile anche agli escursionisti non esperti che raggiungeranno la meta dal Cimirlo in un'oretta di cammino (rientro dalla stessa via oppure scendendo a Oltrecastello, sempre sul segnavia 419, sotto l'enorme tabellone ripetitore radio, per poi risalire al Cimirlo sulla stradina che costeggia le pendici del monte).

Servono invece esperienza, passo fermo e assenza di vertigini per affrontare il sentiero che sale dalla località Slacche, segnavia Sat 424, che si può incrociare anche seguendo una strada sterrada dal paese di Roncogno. Nel nostro caso descriveremo l'ascesa da Civezzano, con utilizzo del sottopasso della statale della Valsugana in località Mochena per poi proseguire sulla stradina asfaltata che supera il rio Farinella fino al piccolo borgo di Slacche, in riva al Fersina, a circa 400 metri slm.

Qui si troveranno facilmente, sulla destra le indicazioni per il monte Celva, con l'avvertenza, fin da subito, sulla difficoltà del sentiero, ripido e in vari tratti anche abbastanza esposto, riservato dunque a «escursionisti esperti». Dapprima supereremo il torrente Fersina su una piccola passerella di legno e quindi la ferrovia della Valsugana grazie a un utile sottopasso di recente realizzazione. Dopo un breve tratto boscoso raggiungeremo la stradina bianca che arriva da Roncogno e quindi proseguiremo verso le pendici del Celva, inizialmente su una mulattiera che ben presto diventerà un sentiero via via sempre più irto.

A poco meno di 700 metri di quota giungeremo al bivio con l'ardua variante 424b: a sinistra si raggiunge la cima da est, incrociando il sentiero che sale dal Cimirlo; a destra, viceversa, lo si troverà nel versante che sale da Oltrecastello. Nel nostro giro seguiamo la variante, che supera con l'ausilio di un cordino un passaggio su uno scosceso ghiaione (una «spaccatura» ben evidente da fondovalle), ci consente dunque di disegnare un percorso ad anello, passando per la cima del Celva dove potremo riposarci sulle panchine e goderci il panorama, dopo aver affrontato una serie di tornanti piuttosto impegnativi che ci porterano a incrociare il sentiero 419 che sale da Oltrecastello.

Per la via del ritorno proseguiremo sul 419 verso il Cimirlo ma poi, presso l'Osservatorio, imboccheremo a sinistra di nuovo il segnavia 424, questa volta sul tracciato principale, che attraverso un'appassionante e ripida discesa ci riporterà in Valsugana al punto di partenza, magari facendoci incontrare un camoscio. E facendo sentire anche noi stessi un poco dei camosci umani... 

 

 

comments powered by Disqus