Alta tensione nel governo: aria di elezioni a ottobre Salvini: "Qualcosa si è rotto"

Tensione alle stelle nella maggioranza dopo lo stop alla mozione dei cinquestelle contro la Tav.

A Palazzo Chigi ieri sera si è tenuto un colloquio tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini.

Nel colloquio con il premier Conte il leader leghista, secondo quanto viene riferito, avrebbe posto le proprie condizione per andare avanti: una rivoluzione nel governo, con nomi nuovi e un "contratto" rivisto e corretto in salsa leghista, o è meglio finirla qui, subito. E non arrischiarsi neanche ad avviare un'impresa impervia come quella di scrivere, da separati in casa, la prossima manovra.

Fonti leghiste descrivono "lungo, pacato e cordiale" il colloquio ma altri lo raccontano come assai teso.

Mentre Luigi Di Maio vede i suoi da fuori, giungono le voci più disparate, come quella - alimentata da qualche parlamentare leghista - che ipotizza le urne il 6 o il 13 ottobre. Ma in casa M5s, dove le ansie crescono con il passare delle ore, è a un rimpasto che ci si prepara.

Ieri sera poi Salvini ha tenuto un comizio a Sabaudia dove ha detto chiaramente di essere pronto ad andare al voto. "Non mi uscirà mai una parola negativa su Di Maio o Conte", ma "qualcosa si è rotto negli ultimi mesi".

"L'ultima delle cose che ci interessano è avere qualche ministero in più, qualche poltrona in più. - ha aggiunto - Anzi, le sette poltrone della Lega sono a disposizione degli italiani. O si possono fare le cose oppure si torna a votare".

"Non sono fatto per le mezze misure, o le cose si possono fare per intero e in fretta oppure star lì a scaldare la poltrona non fa per me", ha detto Salvini dal palco di Sabaudia. E poi: "Tenerci 7 ministeri per non riuscire a fare le cose, tutte, 100 su 100, è inutile".

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