Possibili tagli degli assegni familiari fra legge locale e nazionale Segnana a Roma dal ministro

All’indomani dell’incontro tenutosi presso la sede dell’Inps regionale, al quale hanno partecipato i funzionari del dipartimento e di Apapi, l’assessora provinciale, Stefania Segnana comunica in una nota di aver già fissato, per fine mese, un incontro a Trento con il ministro alla famiglia Alessandra Locatelli. Al centro del confronto ci saranno le misure di welfare provinciale e la loro integrazione con quelle nazionali erogate dall’Inps.

Una parte del problema (quello della retroattività), era stato risolto dai sindacati. Grazie all’intervento Cgil Cisl Uil del Trentino e dell’Alto Adige con Acli e Asgb, in un incontro tenutosi a Bolzano, l’Inps regionale ha chiarito alcuni punti nodali. Il primo riguarda il rischio di retroattività: la direzione regionale Inps ha rassicurato sindacati e Acli che le nuove regole sull’obbligo di dichiarare le prestazioni sociali locali valgono a partire dal 19 luglio, non ci saranno dunque controlli sul passato né le famiglie che hanno percepito il vecchio reddito di garanzia o il vecchio assegno regionale al nucleo familiare dovranno temere richieste di restituzione dell’Anf statale. Inoltre i funzionari dell’Inps hanno chiarito in maniera definitiva che le provvidenze locali per il sostegno economico contro la povertà o a supporto delle famiglie con figli come l’assegno unico trentino, non devono essere dichiarate ai fini della richiesta di assegni familiari statali, se non superano la soglia di 1.032 euro l’anno.

Rimane però il problema di base: i due assegni si sommano e fanno salire l’Icef e gli altri indicatori di reddito. Come avevano osservato Andrea Grosselli, Lorenzo Pomini e Gianni Tomasi delle tre confederazioni con Luca Oliver delle Acli: «Famiglie che hanno redditi più bassi o un numero maggiore di figli hanno diritto a prestazioni più generose dal welfare regionale. Ora subiranno un ingiusto taglio dell’importo statale. L’Inps è stato netto nel chiarire che l’unica soluzione può venire a livello normativo con una legge che stabilisca che il welfare delle due province è integrativo rispetto a quello nazionale. A questo punto è urgente che la giunta Fugatti si faccia finalmente carico di questa situazione, coordinandosi con la Provincia di Bolzano al fine di arrivare alla definizione o di un accordo specifico con il ministero del Lavoro o approvando una legge ad hoc che tuteli queste situazioni. Non è accettabile che con i soldi dei trentini si riducano i costi dello Stato, a danno per di più delle persone più povere», dicevano Cgil Cisl Uil del Trentino e Acli.

Ora Segnana fa tesoro di queste indicazioni dei sindacati: «L’obiettivo del colloquio con Locatelli- informa ancora la nota della Provincia - è quello di evitare alle famiglie trentine, in particolare a quelle con un numero maggiore di figli, una decurtazione degli assegni familiari statali attraverso un preciso protocollo con il Ministero».

«È mia intenzione illustrare al ministro Locatelli le criticità emerse in Provincia e valutare insieme al Governo nazionale possibili proposte che permettano la coesistenza delle due misure di sostegno al reddito famigliare - dichiara l’assessora Segnana - onde evitare di penalizzare numerose famiglie trentine. Valuteremo dunque, insieme a Bolzano, quali iniziative intraprendere per disciplinare la sovrapposizione dei benefici statali con quelli provinciali», conclude la nota.

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