Orsi e lupi, Fugatti scrive la terza lettera al ministro Costa (che non gli risponde)

Il Presidente della Provincia autonoma di Trento ha scritto oggi al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare in merito alla gestione dei grandi carnivori. Il Presidente, facendo seguito all’incontro avuto con il Ministro lo scorso 17 gennaio 2019, chiede l’apertura di una nuova fase di gestione della presenza della specie, al fine di far evolvere ulteriormente l’approccio gestionale dei grandi carnivori e di fornire risposte efficaci e tempestive alle popolazioni locali interessate. Fra le necessità portate all’attenzione del Ministro, anche il caso dell’orso maschio denominato M49 che, nonostante tutte le attività di prevenzione e di dissuasione messe in campo, continua a manifestare un comportamento fortemente problematico. In sostanza, Fraccaro chiede la possibile di intervenire con «maggiore autonomia», non più per singoli casi, ma in genere, con la «rimozione» degli orsi.

LA LETTERA

Egregio Signor SERGIO COSTA Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

Via Capitan Bavastro 174 00154 ROMA Trento, Prot. n.

Oggetto: gestione grandi carnivori.

Egregio signor Ministro,

faccio seguito al nostro incontro del 17 gennaio 2019, dedicato specificatamente alla tematica relativa alla gestione dei grandi carnivori, e alla successiva proposta di revisione del procedimento per il rilascio delle autorizzazioni in deroga ai sensi della direttiva Habitat, che, come convenuto, abbiamo trasmesso per la via tecnica agli Uffici di codesto Ministero, per passare ora alla formalizzazione della medesima.
Questo passaggio si rende necessario in relazione alla situazione che stiamo registrando già in queste prime fasi post letargo della popolazione ursina locale, fasi che si caratterizzano, anche a seguito della natalità straordinaria rilevata nel corso del 2018 (9-11 cucciolate, per un totale di 21-23 cuccioli, con una stima della popolazione complessiva prossima ai 70 esemplari), per ripetuti avvistamenti di orsi in contesti antropizzati. Ai cuccioloni del 2018, che in taluni casi stanno dimostrando una certa confidenza con le attività antropiche, si associano le femmine con piccoli del 2019, ad oggi 3 già rilevate, che determinano, su una parte del territorio provinciale, forti concentrazioni ed espongono a rischi significativi di interazione orso – uomo.
A fronte di questa situazione, diviene sempre più indispensabile il riconoscimento della necessità dell’apertura di una nuova fase di gestione della presenza della specie, dopo quella strettamente progettuale dei primi anni e quella diretta al raggiungimento degli obiettivi di minima popolazione vitale posti alla base del progetto medesimo. Ora, gli stessi obiettivi di conservazione della specie, posti in modo rigoroso dall’ordinamento comunitario e da quello nazionale, richiedono di essere perseguiti nell’ambito di un approccio che consideri anche la compatibilizzazione di questa presenza con la presenza diffusa dell’uomo e delle sue attività sul territorio. Questo, peraltro, in coerenza con i principi posti dal citato ordinamento, tenendo conto in modo particolare delle esigenze primarie di sicurezza delle comunità locali e degli impatti sulle attività tradizionali legate alla montagna, la zootecnia in primis.

Nell’ambito di questa nuova fase da noi prospettata, restando fuori discussione il rispetto delle condizioni previsti dalle direttive comunitarie e dalle norme nazionali di recepimento e dei criteri definiti in modo condiviso con il PACOBACE, riteniamo vi siano oggi le condizioni, anche alla luce dell’esperienza concreta messa in campo da questa Amministrazione, per il riconoscimento di un maggiore spazio di autonomia, e di conseguente responsabilità, in capo alla Provincia autonoma di Trento, nell’attuazione delle predette norme.
Non vi è dubbio alcuno, infatti, che solo nell’ambito di un approccio gestionale che sappia valorizzare il ruolo di tutte le componenti, nel rispetto di un quadro di principi e criteri ben definito, sarà possibile garantire la tempestività e l’efficacia nella gestione delle situazione più problematiche che oggi l’opinione pubblica ci richiede.
Da qui la proposta che, in sintesi, formalizzo con questa mia nota e che, in coerenza con quanto previsto dal citato ordinamento, mantiene la competenza ad autorizzare la eventuale rimozione di esemplari di orso in capo al suo Ministero, fatte salve le situazioni che rientrano nell’ambito della disciplina e della competenza in materia di incolumità e sicurezza pubblica, ma non più sui singoli casi.
Infatti, la proposta prevede il rilascio, su richiesta argomentata della Provincia, di un’autorizzazione aperta, ma condizionata. Aperta, in quanto non riferita ad un caso specifico predeterminato, e condizionata, in quanto pone una serie di condizioni che devono essere accertate prima della sua eventuale attuazione.

Tra queste, quelle più significative ci paiono essere le seguenti: che la popolazione della specie interessata abbia raggiunto una consistenza minima accertata (ad esempio, 40 esemplari per l’orso bruno, soglia al di sopra della quale si è accertata una intensificazione dei casi di falso attacco e sono stati registrati ben tre attacchi portati a termine a danno dell’uomo); che la rimozione riguardi esemplari per i quali siano stati accertati comportamenti che rientrano nei casi di problematicità che giustificano la rimozione nell’ambito dei piani generali di gestione della specie eventualmente vigenti (oggi, PACOBACE per l’orso bruno alpino); che, da ultimo, le rimozioni annuali, non superino una quota determinata nell’ambito della stessa autorizzazione, espressa in percentuale rispetto alla popolazione minima complessiva accertata (è oramai abbastanza assodato che nell’ambito di una popolazione ursina la percentuale di orsi cosiddetti problematici non supera il 5% della popolazione complessiva). Va da sè che qualora non ricorressero tutte le condizioni predeterminate, l’autorizzazione non potrebbe trovare applicazione.
Nell’ambito di questa nuova proposta gestionale, che lo ribadisco, si pone l’obiettivo di far evolvere ulteriormente l’approccio gestionale dei grandi carnivori nel nostro paese e di fornire risposte efficaci e tempestive alle popolazioni locali interessate, resterebbero in capo al Ministero la competenza al rilascio dell’autorizzazione, il monitoraggio/controllo rispetto alle modalità con le quali viene eventualmente attuata e le comunicazioni alla Commissione europea, mentre alla Provincia competerebbe l’attuazione puntuale, caso per caso, dell’autorizzazione, a seguito dell’accertamento che ricorrono le condizioni dalla stessa previste, nonché la puntuale e tempestiva comunicazione e rendicontazione al Ministero circa le attività messe in campo.

Egregio signor Ministro, mi rendo conto che si tratta di una proposta coraggiosa, che pone anche in capo allo scrivente e, più in generale, all’Amministrazione provinciale una grande responsabilità nei confronti del Ministero e dell’opinione pubblica, ma sono anche convinto, dopo questi primi mesi di esercizio del mio ruolo di Presidente di questa Provincia, che sia necessario, anche per dare una prospettiva seria e consapevole alla presenza dei grandi predatori sul nostro territorio, trovare il coraggio della responsabilità per fare dei concreti passi in avanti.
Confido che Lei sappia cogliere in questa mia nota lo spirito positivo e costruttivo che la caratterizza e che, condividendone gli obiettivi generali, ritenga di dare incarico alle Sue strutture affinchè, in collaborazione con le strutture tecniche competenti della Provincia, che metto fin d’ora a completa disposizione, attivino, con cortese urgenza, un percorso di approfondimento tecnico e di definizione di una compiuta proposta che, sottoposta alla nostra attenzione, possa poi concretizzarsi in atti ed attività.
Da ultimo, mi riferisco alla Sua ultima nota relativa alla richiesta per la rimozione dell’esemplare di orso maschio denominato M49, da un lato, per raccogliere, immediatamente, la disponibilità all’attivazione del tavolo tecnico di confronto Provincia, Ministero, ISPRA, e, dall’altro, per ribadire, come peraltro evidenziato dallo stesso ISPRA, che la situazione è perfettamente inquadrabile nella casistica definita dal PACOBACE per la quale è prevista la rimozione. Mi auguro che l’approfondimento che sarà operato nell’ambito del predetto Tavolo fornisca gli elementi che Le consentano di rilasciare la richiesta autorizzazione, in modo da metterci nelle condizioni di intervenire rispetto ad un esemplare che, nonostante tutte le attività di prevenzione e di dissuasione messe in campo, continua a manifestare un comportamento fortemente problematico e che potrebbe sfociare, nonostante la lettura tecnica fornita in questa fase da ISPRA, anche in situazioni gravi sul fronte della pubblica incolumità.
Nel restare in attesa di un Suo cortese riscontro, ringraziandoLa fin d’ora per l’attenzione e la disponibilità, l’occasione mi è gradita per porgerLe i miei migliori saluti.

dott. Maurizio Fugatti 


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