Rivoluzione nei Pronto Soccorso: mancano i medici, la giunta vuole arruolare le guardie mediche

di Nicola Marchesoni

La giunta provinciale dice basta alle interminabili attese nei Pronto soccorso del Trentino. Le visite dovranno avvenire in tempi ragionevolmente brevi, anche quando i pazienti non versano in gravi condizioni. Serve dunque un radicale ripensamento del settore, per evitare che la situazione degeneri. 

Lo ha fatto capire ieri a Cimone, dove si è svolta la seduta settimanale dell’esecutivo, l’assessore provinciale alla Salute Stefania Segnana. «Siamo al lavoro - ha dichiarato quest’ultima - per migliorare il servizio del primo soccorso. Il nostro sistema è di buon livello, ma non basta». La priorità assoluta, a suo avviso, è quella di potenziare gli organici dei Pronto soccorso.

«Una delle cause degli intasamenti e dei ritardi - ha detto l’esponente dell’esecutivo presieduto da Maurizio Fugatti - è il basso numero di infermieri e medici. Dobbiamo invertire la tendenza. Come? Assumendo, innanzittutto». Si sta poi pensando ad impiegare in questo ambito, con modalità ancora da definire, le guardie mediche presenti sul territorio. Un altro fronte - è un’altra ipotesi presa in considerazione dall’assessorato alla Salute - dal quale attingere forze per potenziare i team dei centri della prima emergenza potrebbe arrivare dagli iscritti al corso triennale di medicina generale della Provincia. Medici che, lo ha comunicato ieri Maurizio Fugatti, se conseguiranno il diploma con la borsa di studio provinciale da adesso dovranno operare sul nostro territorio per un periodo di almeno tre anni.
«Non è giusto - ha fatto sapere il governatore - che i professionisti che formiamo, una volta finito il corso se ne vadano altrove».

Sulla riorganizzazione dei Pronto soccorso, Stefania Segnana assicura che l’iter è già partito: «I miglioramenti dovranno avvenire sia in quello di Trento che in quelli periferici, senza alcuna distinzione».
Durante la seduta di ieri la giunta ha invece stabilito quali saranno gli obiettivi per il 2019 che il direttore dell’Azienda sanitaria Paolo Bordon dovrà centrare. Tra le priorità ci sono minori tempi d’attesa per le visite specialistiche e controlli più vicini alla propria residenza. Temi su cui la Lega ha insistito molto nella campagna elettorale che gli ha permesso di stravincere le provinciali. Promesse che il Carroccio vuole mantenere.

«Gli obiettivi individuati sono nove - ha precisato Stefania Segnana - e vanno nella direzione di una maggiore efficacia delle azioni di promozione della salute e di prevenzione, nonché del miglioramento e di una maggiore appropriatezza delle modalità di presa in carico dei bisogni di salute, con una particolare attenzione all’assistenza territoriale e all’integrazione fra ospedali e territorio, proprio per favorire l’equità di tutti i cittadini nell’accesso ai servizi sanitari».
Andrà, per esempio, incrementato il numero di pazienti presi in carico e trattati dal Centro di Protonterapia, fino a raggiungere, nel corso del 2019, il target di almeno 350 pazienti trattati.

L’Apss dovrà sviluppare percorsi riabilitativi in diversi ambiti assistenziali, proseguire nell’iter per l’avvio di una sperimentazione gestionale presso l’Ospedale Villa Rosa di Pergine e fare di più nella promozione di sani stili di vita. La Provincia, infine, chiede all’Apss di ottimizzare le misure di riduzione e controllo del rischio legionellosi in particolare nelle strutture turistico-ricettive. Ribadita con forza anche nella giornata di ieri dalla giunta a trazione leghista l’intenzione di valorizzare al massimo i punti ospedalieri periferici.

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