Elezioni: Pacher gela il Pd «Troppi impegni: non ci sarò»

di Angelo Conte

L’ex sindaco di Trento Alberto Pacher gela il Partito democratico. «Sono indisponibile» a candidarsi alle suppletive per la Camera a Trento, spiega. Non per un dissenso con il Pd ma per impegni professionali e di volontariato che non può e non vuole lasciare. E ai dem dice: trovate un candidato che incarni valori alternativi a quelli del governo nazionale e locale.

Pacher, tutti la tirano in mezzo chiedendole di candidarsi alle suppletive. Ci sarà?

Non sarà così, quando ci sono le elezioni mi chiedono se posso esserci. Ma come ho detto a Lucia Maestri ora sto facendo altro, ho responsabilità professionali e sono presidente del Villaggio Sos.

La sua è una indisponibilità assoluta o se cambieranno delle circostanze ci ripenserà?

No, ci sono delle circostanze mie personali di questa fase e di questo periodo, poi io tra un anno finirò di lavorare e le cose cambieranno. Ma ora ho degli impegni che voglio portare fino in fondo, ho tanti pazienti verso cui ho vincoli di responsabilità così come ho un vincolo di responsabilità come presidente del Villaggio Sos.

Qualcuno può leggere il suo no come un disconoscere la linea attuale del Pd o un no al partito. Cosa dice?

Non è contro il Pd e non disconosco nulla. Stanno facendo degli sforzi importanti per rimettere assieme le cose e questo va molto bene. Sono convinto che troveranno una persona convincente da candidare.

Quale dovrebbe essere il profilo del candidato Pd?

Avere una proposta ad alto profilo valoriale sarebbe importante con una persona che incarni e interpreti i valori che in quest’anno di esperienza gialloverde di governo nazionale e in questi mesi di esperienza di governo provinciale sono stati messi in disparte.

Intende qualcuno che rimetta al centro valori come la solidarietà, l’inclusione, uno sviluppo economico più equo? Della società civile o un politico?

Non saprei dire chi il Pd ha contattato se dentro o fuori la società civile, ma serve una personalità che ha i valori che ho detto per ribadire un messaggio importante verso gli elettori. Anche un politico che abbia disponibilità e una testimonianza di quello che ha fatto va bene.

Lei che vede dall’interno una situazione di disagio, pensa che le posizioni dei governi nazionale e provinciale abbiano dato la stura a atteggiamenti discriminatori dei trentini?

No, credo che siamo di fronte a una fase in cui le logiche inclusive e le azioni che cercano di spiegare la complessità delle cose e che escono dalle parole d’ordine e dalle semplificazioni del bianco-nero non vengono accolte, perché richiedono sempre più fatica. Ed è per questo che in momenti complessi come questo hanno presa e favore le posizioni più semplificatorie.

Che fare allora?

Ribadisco che serva proprio andare in un’altra direzione. Ossia ribadire significati che richiamano alla complessità della realtà e alla complessità anche delle risposte da dare ai problemi che viviamo.

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