Sindaco di Trento, manovre al via E Silvano Grisenti è #inMovimento

di Domenico Sartori

Vanno ripetendo che il geometra Silvano Grisenti, l’ex potente uomo del fare delle Giunte Dellai, prima a Palazzo Thun poi in piazza Dante, stia seriamente studiando da sindaco. Di certo è chiaro che a fianco o dietro la costituzione del nuovo gruppo #inMovimento Grisenti c’è. L’ex presidente di Autobrennero rassicura a destra e a manca. Alla destra che governa in piazza Dante con il presidente leghista Maurizio Fugatti, preoccupata per la partecipazione del consigliere Eugenio Oliva di Progetto Trentino al nuovo gruppo guidato dall’ex assessore del Pd Andrea Robol, Grisenti da ha detto, dalla pagine de l’Adige (7 marzo) che la fedeltà è assicurata: «Rimaniamo a supporto della giunta provinciale per cinque anni». E alla maggioranza di centrosinistra che governa il capoluogo ha ribadito, rassicurante ed ecumenico: «Noi non manderemo di certo a casa Andreatta».

Ed è anche inevitabile perché il nuovo gruppo #inMovimento ha bisogno di tempo per organizzarsi. Ne fanno parte anche gli ex assessori Paolo Biasioli, Paolo Castelli e il consigliere Massimo Ducati, ma non è dunque solo una «coalizione di delusi» costituita da chi fino al giorno prima era sulla tolda di comando con responsabilità di governo della città capoluogo. È il tentativo, l’ennesimo, di ricostruire un centro di gravità permanente, dopo le esperienza della Margherita e del Cantiere civico democratico, distante dagli estremi, a cominciare dalla «sinistra» di Pd e Futura: «Dare a casa a chi non la ha e si sente orfano» dice Grisenti.

Due gli scenari per questo centro che si è rimesso #inMovimento (per altro, il gruppo potrà un domani contare anche su Salvatore Panetta, il presidente del Consiglio comunale che intanto resta in maggioranza). Il primo: puntare proprio su Grisenti sindaco, l’«uomo del fare» da opporre alla inconcludenza del centrosinistra autonomista dell’ultimo mandato del sindaco Andreatta. Servirebbe, però, un via libera convinto di Fugatti e del segretario Mirko Bisesti, la loro disponibilità a non fare, anche nel capoluogo, il partito «pigliatutto» che tanto disagio crea ai cespugli vari, di centro e di destra, che in Provincia pesano poco. Sarebbe la riproposizione del modello piazza Dante a fattori invertiti: sindaco di centro, vicesindaco leghista.

Se Grisenti finisse fuori gioco e fosse «bocciato» da Fugatti & Bisesti, a quest’area di centro - è il secondo scenario - non resterebbe che puntare su all’alleanza con il Patt e altre forze civiche, per «isolare» Pd e Futura a sinistra e la Lega a destra, cercando un nome nuovo, forte, espressione della cosiddetta «società civile». La Lega, per altro, nel capoluogo è un partito commissariato da anni, gestito dalla capogruppo Bruna Giuliani, madre del segretario Bisesti. E le prime mosse in vista del rinnovo del consiglio comunale del 2020, si intrecciano con le più vicine elezioni suppletive per il collegio della Camera e quelle per il Parlamento europeo del 26 maggio. Devid Moranduzzo, l’ex consigliere comunale diventato consigliere provinciale, dice: «Bruna Giuliani sta lavorando bene sul territorio, per me va bene che sia ancora lei a guidare il partito. Di cosa fare per le elezioni comunali non abbiamo ancora parlato. Bisesti ci dirà quale linea seguire anche per la scelta del candidato sindaco».

Nel centrosinistra autonomista che fu, l’unico nome fin qui emerso è quello di Mariachiara Franzoia del Pd, che il sindaco con l’ultimo rimpasto ha «designato» affidandole il ruolo di vicesindaco. Ma il pallino è ora nelle mani della nuova segretaria provinciale, Lucia Maestri, che a Trento è stata assessora, e che ha più volte dichiarato la necessità di «recuperare» il Patt. Anche su questo fronte, però, c’è la necessità di sparigliare le carte, a costo magari di rimettere in discussione vecchi simboli, puntando su nomi di spicco, di nuovo, della società civile, per fermare quella che, oggi, si profila come onda salvinian-leghista sul capoluogo. Un percorso su cui sta lavorando Futura, che a Trento conta su quattro consiglieri.

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