Savoi: in Consiglio insulti e dito medio alzato

Una giornata di grande spessore politico per il consigliere provinciale Alessandro Savoi, ex presidente della Lega Nord trentina: prima ha tacciato i consiglieri della minoranza di essere dei "delinquenti", poi lasciando l'aula avrebbe mostrato il dito medio al consigliere Manica del PD che stava intervenendo per reclamare rispetto e dignità nell'Aula di piazza Dante.

Le opposizioni sono finite nel mirino dei consiglieri del centrodestra, nell’ultima giornata di dibattito sulla relazione programmatica del presidente della Provincia Maurizio Fugatti. In mattinata avevano attirato l’attenzione le parole della consigliera della Lega Alessia Ambrosi («Voi avete snobbato i cittadini, sempre meglio populisti che arroganti»), ma il colpo finale lo ha dato l’ex presidente dello stesso partito, Alessandro Savoi, che guardando verso i banchi del Pd ha definito «delinquenti» i consiglieri di minoranza. La bagarre è però scoppiata quando - uscendo dall’aula rossa del consiglio provinciale - ha mostrato il dito medio ai banchi del centrosinistra, dai quali stava intervenendo il consigliere del Pd Alessio Manica.

Un gestaccio che è stato duramente criticato anche dal capogruppo dei 5 Stelle Filippo Degasperi e che ha fatto scattare il richiamo del presidente dell’aula Walter Kaswalder per i toni usati da Savoi e non per il gesto, che ha ammesso di non aver visto. L’ex presidente del Carroccio si è poi scusato con Manica a margine della seduta, sostenendo di non aver fatto alcun gestaccio: «Mi stavo solo sistemando l’apparecchio acustico».

Nel corso del suo intervento in aula, Savoi non aveva usato toni concilianti. «È stato detto che la relazione del presidente Fugatti era troppo scarna e non esauriente. Alle chiacchiere del centrosinistra (che ha lasciato solo lacrime e sangue) noi rispondiamo con i fatti. Il vento politico è cambiato dopo 50 anni di centrosinistra, perché il popolo era stato dimenticato. Il nostro sarà il governo del buonsenso, che fa le cose semplici come la riapertura del punto nascite di Cavalese» . E poi, in chiusura del suo intervento, ha lanciato la sua «bomba»: «In tanti anni di governo si è ramificato un sistema mafioso. Criticare una giunta che si è appena insediata è da delinquenti». Parole pesanti, che così ha motivato al termine della seduta: «A dieci giorni dal voto delle provinciali di ottobre, l’ex giunta aveva approvato delibere con cui ai dirigenti erano stati riconosciuti due anni di paga ed è stato fatto un concorso ad hoc di 4 posti per l’avvocatura. Beh, il sospetto che dietro ci sia un sistema ramificato per aiutare i famosi “pac” parenti, amici e conoscenti, evidentemente viene. Si è intravisto un sistema pari a quello mafioso».

Ma quelle espressioni hanno scatenato la rabbia in primis di Manica, che ha tuonato: «Questo non è un bar. Savoi ha usato dei toni da cabaret, ma le parole hanno un peso e non è accettabile farsi dare del delinquente e del mafioso. E questo va chiarito». Il capogruppo dei 5 Stelle Filippo Degasperi si è dimostrato visibilmente irritato: «Ci siamo sentiti dare dei delinquenti solo per aver criticato la relazione di Fugatti. Vogliamo parlare dei famosi 49 milioni di euro che la Lega è stata condannata a pagare? Metterla in caciara è un attimo. Nessuno della minoranza ha usato toni inopportuni. Se vogliamo metterla in politica da bar basta dirlo. Ci vuole un attimo a cambiare tono».

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