Duecento trentini in pullman per il bagno di folla con Salvini

Sono stati oltre 200 i leghisti trentini partiti in pullman poco dopo mezzanotte per partecipare ieri mattina alla manifestazione in piazza del Popolo, capitanati dal segretario del partito in Trentino e assessore provinciale alla cultura e istruzione, Mirko Bisesti (nella foto in un selfie in piazza con un gruppo militanti).

Molti altri, come il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, hanno scelto invece il treno.

C’erano il presidente del consiglio regionale, Roberto Paccher, e gran parte dei consiglieri tra cui Alessia Ambrosi, Mara Dalzocchio, Gianluca Cavada, Katia Rossato, Denis Paoli. I deputati trentini della Lega, Diego Binelli e Vanessa Cattoi, hanno raggiunto la piazza sfilando assieme agli altri onorevoli del Carroccio da Montecitorio in corteo dietro lo striscione con lo slogan «la pacchia è finita».

Il segretario Bisesti, al termine della manifestazione, è ancora galvanizzato dal bagno di folla e commenta: «È stato molto emozionante il colpo d’occhio su piazza del Popolo, avevo partecipato qualche anno fa a un’altra nostra manifestazione, ma allora la Lega aveva altri numeri. Il bello è stato soprattutto che c’erano bandiere di tutta Italia, dalla Sicilia al Trentino, e mi ha fatto molto piacere che Salvini abbia citato Alcide De Gasperi».


 

SALVINI SI PRENDE LA PIAZZA

Se l’idea doveva essere quella di presentare la Lega come un partito ormai pienamente nazionale, per Matteo Salvini la spedizione romana può dirsi riuscita: una Piazza del Popolo gremita, 80 mila secondo gli organizzatori.

Qua e là, certo, le bandiere delle autonomie - dai mori sardi ai leoni veneti - ma soprattutto tanti, tanti tricolori, da tutta Italia. Molti di più dei «Soli delle Alpi». Qui la Padania è lontana, non solo geograficamente, e Alberto Da Giussano rimane lassù da solo, minuscolo nel logo del podio. Quasi si perde sullo sfondo blu del palco: «L’Italia alza la testa» si legge enorme e sottolineato - ancora una volta - col tricolore.
La Lega che fa il pieno a Roma, in un 8 dicembre tiepido da stare senza giaccone: solo anni fa una doppia contraddizione, così come l’asta su cui qualcuno stamane ha appeso sia la bandiera di Salvini che quella della As Roma. In piazza i romani ci sono, e c’è tanto Sud: la Calabria, la Sicilia, Bari, Vico Equense. In prima fila un militante di Trinitapoli, vicino a Barletta, grida che giù da lui «una volta era tutto rosso, ora è tutto verde».



«Un solo capitano da nord a sud», dice un cartello; «Matteo Salvini Lega Grazie» si legge su un grande striscione tricolore. Ma a scaldare la folla ci pensano i ministri. Giulia Bongiorno imposta l’arringa sul buonsenso: «È di buonsenso stare con l’aggredito e non con l’aggressore? Con le donne vittima di violenza? Per le leggi in italiano?» chiede, trovando i «sì» della piazza.

Marco Bussetti promette «il crocifisso in classe a Natale», e riscuote consensi anche in prima fila, dove una ragazza ha portato un cartello pro-presepe e una «madonnina» di Lourdes. E all’Immacolata Lorenzo Fontana affida «la grande reazione identitaria che in Europa sta dilagando».

Gian Marco Centinaio vede gli striscioni anti-Bolkestein e assicura: «Daremo risposte». Erika Stefani si presenta con un trio di governatori, Zaia, Fontana e Fedriga: l’obiettivo è l’«autonomia differenziata». Ma in piazza non c’è solo Italia: c’è il riminese con un ritratto di Putin e la scritta «Io ci sono». O il militante che su un gilet giallo scrive un messaggio agli «amici francesi»: «Perché tutto questo casino, bastava votare Le Pen».

È la folla in cui Salvini, che sul palco era circondato dai sindaci e dalla nazionale italiana cuochi, farà il bagno a fine comizio: tutta la prima fila, tra abbracci, selfie, strette di mano, regali come quadri o bandiere. E poi la musica: l’attesa con i classici natalizi alla Sinatra, poi la virata nazionale col «Nessun dorma» a sottolineare i momenti salienti, quasi un inno alternativo (Salvini l’ascolta a tratti con la mano sul cuore). Infine il repertorio pop, rigorosamente tricolore, dove Povia, il cantautore vicino alle idee della destra, si ritrova in playlist accanto a «Il cielo è sempre più blu» di Rino Gaetano. Un classico delle iniziative di quel Pd che solo qualche settimana fa, proprio da Piazza del Popolo, aveva fatto partire il suo rilancio. Con una affluenza, commentano soddisfatti i leghisti nel parterre, visibilmente inferiore.

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