Fugatti al lavoro sulla nuova giunta

di Luisa Maria Patruno

Cordiale «cambio della guardia» stamattina in Provincia: il governatore uscente Ugo Rossi ha consegnato simbolicamente le chiavi della «bicicletta del Presidente» al nuovo presidente Fugatti (nella fotografia di Paolo Pedrotti). Finiti i festeggiamenti, ora la composizione della nuova giunta provinciale rischia di fare emergere subito le tensioni dovute all’enorme squilibrio tra una Lega strabordante, con i suoi 14 seggi, e gli altri partitini, che hanno vinto le elezioni portando però in consiglio provinciale solo un consigliere a testa, al massimo due, nel caso della Civica trentina.
Altrettanti mal di pancia si stanno già manifestando, però, anche all’interno della stessa Lega, dove si confrontano le nuove leve, fedeli al giovane segretario Mirko Bisesti, che ha ricevuto l’investitura direttamente da Matteo Salvini, e chi nella Lega si è fatto il mazzo per una vita, prima di riuscire a coronare questo sogno di vincere le elezioni.

Tra i primi c’è l’albergatore di Pinzolo, Roberto Failoni, che si vanta dell’amicizia personale con Salvini, e tra i secondi il vicesegretario Roberto Paccher e il presidente del partito Alessandro Savoi, che ha presentato le dimissioni proprio in dissenso con il nuovo segretario.

Il neopresidente della Provincia, Maurizio Fugatti, ha dunque davanti l’ardua impresa di riuscire - entro dieci giorni dalla proclamazione dell’elezione - a comporre una giunta che soddisfi il risultato elettorale della Lega e le sue dinamiche interne, senza umiliare i piccoli alleati. I posti sono solo 7 (di cui uno potrebbe essere anche un tecnico) e non potrà accontentare tutti.

Già ieri Fugatti ha incontrato il leader della Civica Trentina, Rodolfo Borga, e poi le altre liste della coalizione, comprese Fratelli d’Italia e Udc, che non hanno eletto nessuno, per una prima analisi della situazione. Ma solo dai prossimi giorni sono previsti i primi incontri sulla questione assessorati. Fugatti conferma la volontà di avere due donne su sette assessori. Quindi è certa la presenza di almeno una delle deputate elette in consiglio provinciale.

La scelta di Stefania Segnana, che fu eletta alla Camera nella lista proprorzionale eviterebbe elezioni suplettive, anche se Fugatti non si mostra preoccupato del ritorno al voto per le Politiche. «Già dovremo rivotare nel collegio della Valsugana - dice il governatore - si potrà rivotare anche nel collegio di Trento o di Rovereto. Sarà tra febbraio e maggio, dobbiamo verificare solo se si potrà fare insieme alle Europee oppure no, parlerò anche di questo con il ministro degli Interni Salvini». Tra le altre due deputate Vanessa Cattoi di Ala e Giulia Zanotelli di Cles, elette in due collegi uninominali, il presidente potrebbe optare per quest’ultima, soprattutto per dare una rappresentanza in giunta alla val di Non, ritenuta molto importante per la Lega e che rischierebbe, con un ritorno a Roma della deputata, di non avere più nessun rappresentante della valle a Trento.

La Lega, che ha ottenuto il 27% dei consensi può tranquillamente rivendicare quattro assessorati (più il presidente) su sette, visto che gli altri partiti hanno ottenuto molto poco. In questo caso, oltre a Stefania Segnana e Giulia Zanotelli in giunta entrerebbero il segretario del partito Mirko Bisestie un altro leghistra tra Roberto Failoni, che è stato il più votato dopo Bisesti e che non nasconde la sua ambizione a ricoprire l’incarico di assessore al turismo; e l’assicuratore della Valsugana, Roberto Paccher, sul quale il presidente Fugatti spende parole di grande stima. «Paccher - dice - è una persona valida che ha ottenuto una gran mole di preferenze e di cui avremo sicuramente bisogno».

Si capisce dunque che Paccher non resterà a mani vuote, anche se per lui potrebbe in alternativa a un assessorato aprirsi anche la possibilità della presidenza del consiglio provinciale, poltrona molto ambita a cui la Lega non vuole rinunciare e che Fugatti potrebbe in alternativa affidare a Mara Dalzocchio, anche lei leghista di vecchia data, con una esperienza alle spalle di gestione delle aule consiliari visto che è stata presidente del consiglio comunale di Rovereto. È vero che in passato c’è stata qualche ruggine tra Fugatti e Dalzocchio, ma ora sembrerebbe acqua passata.

Tra gli alleati è certa la presenza di un assessore della Civica Trentina, che dovrà indicate o il suo fondatore Rodolfo Borga o il neoconsigliere e sindaco di Tione, Mattia Gottardi, che è stato il più votato della lista. La Civica potrebbe ottenere anche la vicepresidenza della Provincia, visto che è la seconda forza politica della coalizione. Praticamente certo è poi l’ingresso in giunta di Mario Tonina, ex Upt e unico eletto di Progetto Trentino. Fugatti ha detto che vuole scegliere in base alle competenze e tra gli eletti Tonina è l’unico ad avere una specifica competenza nel settore dell’agricoltura. Anche se politicamente avere nella «giunta del cambiamento» chi fino a ieri faceva parte nella maggioranza di centrosinistra non è il massimo. Tant’è, c’è anche un aspetto personale di cui tener conto e Fugatti ha sempre stimato Tonina quindi difficilmente rinuncerebbe alla sua collaborazione.

C’è poi da accontentare Walter Kaswalder, l’unico autonomista eletto nella coalizione di centrodestra, che si aspetta un riconoscimento. In campagna elettorale ha sempre detto di puntare alla presidenza del consiglio regionale, ma dopo la vittoria, sembra aver sterzato per un ruolo di giunta dove mettere a frutto la sua esperienza di sindaco prima e di consigliere dopo.

Tra i partiti del centrodestra oltre alla Lega l’unico ad essere riuscito ad eleggere un consigliere è Forza Italia con Giorgio Leonardi, che non avanza pretese ma naturalmente sottolinea che: «Tutti hanno ambizioni personali e Fugatti è una persona intelligente che saprà valutare le competenze personali e anche gli aspetti politici. Lega e Forza Italia governato insieme in Lombardie, Veneto e altre regioni del Nord, è l’alleanza naturale e c’è dunque una valutazione politica da fare».
Insomma, il nuovo governatore dovrà valutare anche l’opportunità politica di sacrificare o meno un assessore leghista a favore di Forza Italia, che ha preso così poco alle elezioni oppure no.

C’è poi anche il consigliere provinciale Claudio Cia di Agire, che è riuscito a farsi rieleggere per il rotto della cuffia. Ha già detto a Fugatti di non aver intenzione di sgomitare per un posto in giunta che per lui non c’è: «Ci sono tanti altri incarichi da ricoprire».

 

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