Fugatti: una giunta più «rosa» per un mandato forte «Subito la Valdastico e puntiamo a Trento»

di Luisa Maria Patruno

Maurizio Fugatti ha il sorriso appagato e luminoso di un bimbo che si è appena mangiato il suo dolce preferito.

Per indole, il nuovo presidente della Provincia è un leghista anomalo, che rifugge gli eccessi, gli slogan più estreme e i tratti volgari. E proprio per questo, anche nel giorno del trionfo, della celebrazione di una Lega trentina che ha «fatto la storia», come chiedeva Matteo Salvini, strappando la Provincia al centrosinistra, Fugatti manifesta una gioia composta e trattenuta. E sottolinea soprattutto quanto senta la responsabilità del nuovo ruolo di governatore e forse anche i grattacapi per la difficile composizione di una giunta con una coalizione che vede una Lega oversize al 27%, circondata da sei «nanetti», con uno o al massimo due (nel caso della Civica trentina) consiglieri provinciali.

Tra i primi a complimentarsi, lunedì mattina, quando ancora Fugatti era a casa ad Avio, in attesa che i risultati positivi si consolidassero, c’è stato Salvini, con il quale poi si è sentito più volte nel corso della giornata fin dalla mattina presto. Ma anche tutti gli altri big della Lega si sono fatti vivi, per applaudire il trentino che ha completato il puzzle delle regioni del Nord a trazione leghista (prossimo obiettivo è la riconquista del Piemonte).

Hanno chiamato Giorgetti, Calderoli e i colleghi Zaia e Fedriga, ma anche l’ex governatore lombardo Roberto Maroni. I ministri leghisti Bussetti e Stefani e poi la ministra 5 Stelle della Salute, Giulia Grillo, ha mandato un messaggio al suo sottosegretario, che ora dovrà dimettersi dal Governo e da deputato. Con fair play si sono congratulati subito anche gli sfidanti Giorgio Tonini e Ugo Rossi, il ministro grillino Riccardo Fraccaro e l’ex governatore Lorenzo Dellai.
Nel pomeriggio, verso le 14, a giochi ormai definiti, Fugatti si è presentato nella sede della Lega e verso le 17.15 ha varcato per la prima volta da presidente la porta del palazzo della Provincia.

Presidente Fugatti, vi siete proposti come la coalizione del cambiamento. Cosa cambierà in Trentino con una giunta a guida leghista?

Come abbiamo detto in campagna elettorale, non faremo nessuna rivoluzione, ma pensiamo che ci siano tanti temi da affrontare in Trentino con spirito riformatore, perché ci sono tante cose da cambiare. Abbiamo parlato di burocrazia, natalità e decentramento di poteri dalla Provincia ai territori. E poi lavoreremo perché si cominci al più presto possibile la Valdastico, con l’uscita a Rovereto sud, senza bretella dalla Valsugana.

Per la prima volta il centrodestra sfonda in Trentino. Si aspettava di vincere con il 47% e 21 consiglieri?

Ci speravamo, è il mandato forte che noi avevamo chiesto e che c’è stato. Nei trentini è passato il messaggio che siamo persone serie e affidabili e c’è stato un grande cambiamento politico, perché hanno perso quelli che non avevano mai perso prima. Noi sentiamo un forte senso di responsabilità e affronteremo questo percorso con i piedi per terra e la testa sulle spalle.

La Lega è il primo partito del Trentino con il 27% dei consensi ed è un gigante in una coalizione di partitini, alcuni dei quali - Fratelli d’Italia e Udc - sono rimasti persino fuori dal Consiglio. Come pensa di gestire questo rapporto così squilibrato, ad esempio nella formazione della nuova giunta?

La Lega ha fatto un ottimo risultato confermando quello delle Politiche di marzo, anche grazie alla spinta nazionale di Salvini, ma in questi cinque anni abbiamo lavorato, non ci possono dire che abbiamo trattato i temi orsi e lupo, guardie mediche, punti nascita, profughi solo negli ultimi mesi e siamo stati al caldo negli altri cinque anni. Noi il territorio lo abbiamo battuto. Ma certo, non avremmo vinto senza le altre liste della coalizione. Riguardo alla nuova giunta mi sembra prematuro esprimermi adesso. È chiaro che la Lega dirà la sua.

La giunta può avere un massimo di 7 assessori, di cui uno esterno, più il presidente. Pensa di nominare un assessore tecnico?

È una possibilità consentita dalla legge e potrebbe essere. Lo valuterò. Non lo escludo, ma non lo do per scontato.

Quindi quanti saranno gli assessori della Lega? Quattro su sette?

Stiamo ancora festeggiando, non è il momento di parlarne. Per ora continuo a fare il doroteo (ride).

Pensa di nominare in giunta almeno una delle tre deputate della Lega elette in Consiglio?

Al di là della questione delle deputate, va detto che all’interno della giunta ci saranno sicuramente una o più donne e quindi valuteremo anche l’opportunità di ricorrere alle competenze delle deputate. È per questo che le abbiamo candidate, abbiamo la possibilità di scegliere, visto che gli altri alleati, mi pare che abbiano eletto solo uomini.

Su che criteri si baserà la scelta degli assessori? I voti di preferenza?

Il criterio sarà solo quello della competenza.
Quindi non si sa in quanti collegi uninominali si dovrà tornare a votare per la Camera? In uno è sicuro: il mio, quello della Valsugana.

Sarà un candidato della Lega?

Questo lo deciderà la Lega con gli alleati.

Quali alleati? La coalizione provinciale con Forza Italia e Civiche o quella del governo nazionale Lega-5 Stelle, visto che si vota per le politiche?

Quello lo deciderà Salvini, non lo decido io, che avrò già altre rogne di cui occuparmi. Anche se penso che saranno gli alleati classici del centrodestra con cui ci siamo presentati a marzo.

Il rapporto con il Patt come sarà? Si aspettava questo risultato degli autonomisti?

Noi siamo autonomisti e abbiamo forte rispetto per le forze autonomiste, ma l’ultimo passaggio sulla sede dell’A22 a Bolzano ci ha messo un po’ in imbarazzo. Noi lavoreremo perché quella scelta del Patt non sia definitiva. Sul risultato del Patt penso che dimostri che gli autonomisti non sono di sinistra e che l’abbraccio con il Pd non era corretto: andando da soli si sono rigenerati.

In Regione si augura si possa dare vita a una giunta Svp-Lega visti anche i vostri risultati in Alto Adige dove siete il primo partito di lingua italiana?

Prima lasciamo la scelta a Bolzano sulla giunta provinciale, poi la Regione verrà di conseguenza. Anche se il mio auspicio è che si dia vita alla giunta Lega-Svp.

Ci sarà ancora la staffetta del presidente della Regione fra Trento e Bolzano?

Vedremo.

I 5 Stelle hanno avuto un risultato deludente eppure sono al governo a Roma come voi. Qual è la differenza?

Loro si presentavano da soli, noi avevamo 9 liste ed è scattato il voto utile. Ma è anche chiaro che se si mette in discussione il tunnel del Brennero a una settimana dal voto un trentino che ha i piedi per terra si fa un’idea.

Ora volete il sindaco di Trento?

Certo, è il nostro prossimo obiettivo.

 

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