Doppio passaporto, la bozza resta (quasi) «top secret»

Il governo austriaco non ha consegnato alla commissione parlamentare per l’integrazione e per la politica estera la bozza per il doppio passaporto per i sudtirolesi.

Lo denuncia il portavoce dei socialdemocratici per la questione altoatesina, Hermann Krist, che aveva chiesto la seduta proprio per sollecitare la pubblicazione. «Purtroppo - informa Krist - il disegno di legge non è stato presentato e non sono stati neanche comunicati i nomi degli esperti che hanno partecipato al gruppo di lavoro».

Krist lamenta in una nota che il documento «evidentemente è stato invece già passato ad alcuni media, ma non ai parlamentari competenti della materia». Il parlamentare Spoe critica inoltre che il governo abbia avviato l’iter legislativo «senza una delibera vincolante del consiglio provinciale di Bolzano». Krist auspica perciò «un iter parlamentare trasparente ed aperto».

Il socialdemocratico ribadisce «la grande preoccupazione per il dialogo amichevole tra Italia ed Austria» e rivendica «più chiarezza» sulla questione del doppio passaporto. Secondo Krist, «la comunicazione tra ministero degli esteri e ministero degli interni non funzione alla perfezione».


 

KOMPATSCHER: «NON DEVE DIVIDERE»

«Se il doppio passaporto per i sudtirolesi va inteso in modo divisorio allora non rappresenta lo spirito europeo. Se invece viene inteso come elemento unificante allora sì». Lo afferma in un’intervista all’agenzia austriaca Apa il governatore altoatesino Arno Kompatscher. Il presidente accusa «alcuni rappresentanti della seconda fila della Fpoe di essersi comportati come elefanti in una cristalleria».

Kompatscher attesta al cancelliere Sebastian Kurz e alla ministra degli esteri Karin Kneissl «di aver comunicato in modo intelligente» lo scopo dell’iniziativa, mentre «è fuori luogo e pericoloso qualsiasi collegamento con idee revansciste». Il governatore accusa rappresentanti Fpoe «di non aver compreso che questi argomenti possono semplicemente essere proclamati da Vienna». Il doppio passaporto «è una cosa bella», se viene affrontato «in pace e dialogo con l’Italia e non ad ogni costo».

Per Kompatscher la questione non è comunque tramontata dopo «le reazioni fredde» del ministro degli interni Matteo Salvini. «Il doppio passaporto è una richiesta legittima se viene visto come segno di legame», dice all’Apa Kompatscher ricordando che non esiste ancora nessun disegno di legge. Il doppio passaporto - a suo avviso - non è un tema dominante della campagna elettorale in vista delle provinciali del 21 ottobre.

«Una minoranza - conclude - dice a priori “sì” al doppio passaporto, una un po’ più grande dice “no”, mentre la maggioranza dice “sì ma non ad ogni costo”. Questa è anche la nostra posizione».

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