Il Patt balla da solo: «Avanti con Rossi» Ghezzi-Daldoss, un asse anti Lega

di Luisa Maria Patruno

La linea ufficiale espressa dal segretario del Patt, Franco Panizza, è sempre la stessa: avanti con Ugo Rossi candidato presidente costi quel che costi, quindi anche da soli. E lo ha ripetuto ieri al consiglio provinciale delle Stelle alpine nonostante la fronda e i malumori di chi nel partito non condivide la scelta della corsa solitaria, che condannerebbe il Patt all’opposizione, consentendo la conquista al massimo di due-tre seggi per lo stesso Rossi e forse Michele Dallapiccola e Franco Panizza o Lorenzo Ossanna.

D’altronde, secondo il segretario del Patt questa resta la scelta più coerente, perché non vede margini per ricomporre i cocci del centrosinistra autonomista né per fare accordi con il «traditore» Carlo Daldoss e i suoi Civici, come vorrebbe qualcuno nel partito, e men che meno per intese con la Lega, che comunque ha già detto che il Patt non lo vuole. «Oggi dico che siamo autonomisti e non leghisti - sostiene Panizza - e un passaggio da una coalizione all’altra non sarebbe capito e non è quello a cui puntiamo». Nei giorni scorsi il capogruppo provinciale Lorenzo Ossanna aveva invece auspicato un accordo con la Lega programmatico per continuare nel governo del Trentino, che il segretario ha subito stoppato.

«Ma non ci sono nemmeno più le condizioni per un accordo con il Pd, - precisa il segretario autonomista - perché quel Pd che ha votato per dire no a Rossi è distante da noi per valori: è la parte più radicale che ha votato contro Rossi per mortificare il Patt e senza un’alternativa. Perché qualcuno può davvero sostenere che Daldoss rappresenti la discontinuità? Un ex assessore portato da Rossi in giunta? Noi andiamo avanti con il nostro candidato presidente, perché è la scelta più coerente».

Molto in sintonia è il consigliere provinciale Graziano Lozzer, che proprio ieri ha dato la sua disponibilità alla ricandidatura regolarizzando i suoi versamenti arretrati al partito, e Walter Viola, passato al Patt da pochi mesi certo del Rossi bis. Ma anche Alberto Pattini, capogruppo in consiglio comunale a Trento e l’anziano Luigi Panizza. Il fatto è però che nessuno nel Patt - Rossi in testa - si aspettava che Pd e Upt avrebbero detto no al secondo mandato del presidente autonomista, non avendo trovato una concreta alternativa. Invece è successo e dunque ora le Stelle alpine sono rimaste spiazzate.

E le frange più critiche verso la linea Panizza e Rossi ne hanno chiesto conto. Il consigliere provinciale di Arco, Luca Giuliani, qualche giorno fa ha inviato una lettera al partito chiedendo l’azzeramento dei vertici a cominciare dal segretario Franco Panizza «visto il fallimento della trattativa in coalizione» e sollecitando un rinnovamento delle candidature escludendo «Rossi che è stato bocciato dalla coalizione» e l’assessore Dallapiccola. Dopo la lettera di Giuliani è stata presentata anche la mozione da parte della sezione della Predaia - non discussa nel consiglio - che sollecitava il rinnovamento. Ieri Carlo Pedergnana, coordinatore del Patt dell’Alto Garda, si è complimentato con Panizza per i risultati a cui ha portato il Patt negli ultimi anni ma anche con il giovane Loris Odorizzi della Predaia per aver avuto il coraggio di metterci la faccia. Poi ha criticato Dallapiccola per essere intervenuto per primo a difesa della linea.

Panizza ha cercato di rispondere alle critiche proponendo un forte rinnovamento della lista (o liste) dando spazio ai giovani - fermo restando le ricandidature di quasi tutti gli uscenti - e della segreteria dopo le elezioni. E tanto è bastato a sedare i dissensi risultati marginali. La mozione a voto segreto pro Rossi ha ottenuto 40 sì e 8 contrari, 1 astenuto. Una seconda votazione è stata fatta per andare da soli e ha ottenuto 5 astenuti ( Pedergnata, Stefano Bresciani, Mario Caproni, Max Girardi, Lino Tranquillini) e 1 contrario (Odorizzi).


 

ASSE DA GHEZZI A DALDOSS: «UNITI SI BATTE LA LEGA»

Si intensificano i contatti tra l’ex assessore Carlo Daldoss, leader del movimento civico territoriale, e il giornalista Paolo Ghezzi, nome proposto come candidato presidente al tavolo del centrosinistra autonomista dai sostenitori della necessità di un segnale di cambiamento.

Domenica scorsa Ghezzi e Daldoss si sono incontrati per verificare se esistono gli spazi per unire le forze - non solo le loro - e dare vita a una coalizione che sia la più ampia possibile per avere qualche chance di battere il centrodestra a guida leghista, il che non può prescindere dal coinvolgere nel nuovo progetto anche il Pd e l’Upt, benché tra i «civici» ci siano spinte contrastanti sull’opportunità di fare accordi con i partiti dell’attuale maggioranza.

Tant’è, il dialogo resta aperto e soprattutto Ghezzi e la variegata area che lo sostiene stanno spingendo perché si riesca a costruire una coalizione competitiva.

«Noi auspichiamo di riuscire a mettere insieme - dichiara Ghezzi - tutto ciò che non è già andato con la Lega. E quindi stiamo facendo il possibile per tenere i collegamenti tra mondi diversi che dicono cose diverse. Ovviamente nel frattempo dobbiamo fare qualcosa anche noi e dunque mercoledì (domani, Ndr.) ci troveremo al Muse per lanciare una cosa multicolore, bianca, rosso, verde, gialla, arancione, che pensiamo debba nascere per lo meno per cercare di intercettare i delusi ma non ancora rassegnati, che credono in qualcosa di progressista».

Ghezzi sottolinea che questa lista, la «cosa multicolore, a cui verrà dato il nome nell’assemblea dei promotori che si terrà domani alle 18 al Muse, nasce pensando di essere parte di una grande coalizione non per presentarsi in una corsa solitaria. «Ho sempre detto - ricorda il giornalista presidente del Conservatorio di Trento - che a noi non interessa fare testimonianza con presenze di bandiera. Credo ancora, anche se forse mi sbaglio, come diceva Jovanotti in una grande Chiesa che va da Che Guevara a Madre Teresa».

«Un dirigente del Pd - spiega Ghezzi - mi ha prospettato ieri uno schema che condivido: un campo da calcio con agl estremi i 5 Stelle da una parte e la Lega e i suoi alleati dall’altra. Nel campo c’è alla porta sinistra la “cosa multicolore” e all’estremo opposto sulla porta di destra ci sono Daldoss e i Civici che sono le due cose nuove. Se i multicolori e Daldoss riescono ad avere la forza di attrazione di tutto quanto c’è in mezzo, che non si chiama più centrosinistra autonomista, del quale è stato già stilato il certificato di morte presunta, penso che si possa ancora riuscire a costruire una grande coalizione, naturalmente mettendosi tutti in discussione e rimettendoci qualcosa è l’unica speranza oggettiva e razionale di contendere il campo alla Lega. La partita non è persa. Noi abbiamo voglia di vincere, Daldoss ha voglia di vincere, speriamo di avere la forza di trascinare ciò che c’è in mezzo. Spero che non ci siano posizioni rigidissime da nessuna parte».
Daldoss per ora non si sbottona, ma per lui è determinante riuscire ad ottenere la candidatura a presidente. Contatti sono proseguiti ieri con il Pd e l’Upt.

Stasera il Pd riunirà la sua assemblea, chiamata appunto ad esprimersi su questo progetto, che vuol dire dunque sostenere o Ghezzi o Daldoss come candidato presidente di una coalizione rinnovata, o proporre un suo nome come candidato presidente, che però ormai giunto fuori tempo massimo sembra aver spazio solo nel caso di una corsa solitaria e dunque perdente in partenza.

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