Rossi e Fugatti: un match sui profughi

Una trentina di profughi iracheni, tra cui molte donne e bambini, sono stati sballottati da Reggio Calabria (erano sbarcati sulla costa del Crotonese), a Trento e poi a Torino su disposizione del ministero degli Interni, guidato da Matteo Salvini, che inizialmente aveva appunto chiesto al Trentino di accogliere 30 migranti e una volta arrivati in città ha disposto che fossero trasferiti in Piemonte, senza dare alcuna spiegazione sulle ragioni di questo cambio di orientamento.

Come annunciato giovedì sera in consiglio provinciale dal governatore Ugo Rossi, ieri mattina è stato portato a Trento un gruppo di circa 30 migranti provenienti sbarcati Calabria dopo sei giorni di navigazione.
Circa un’ora dopo essere arrivati in pullman - venti ore di viaggio - alla residenza Fersina a Trento, dove sono stati rifocillati, dal commissariato del governo è arrivato il contrordine alla Provincia: su disposizione del ministero dell’Interno i 30 profughi vanno trasferiti a Torino. Uomini, donne e bambini sono stati dunque caricati nuovamente sul pullman che li aveva portati da Reggio Calabria a Trento e «spediti» a Torino.

Il presidente della Provincia, Ugo Rossi, ha commentato subito dopo aver appreso della nuova disposizione con una certa sorpresa: «Ieri ho informato che il ministero dell’Interno ci avrebbe inviato 30 persone richiedenti asilo. Ho detto che Trentino avrebbe fatto come sempre il suo dovere. Oggi in effetti sono arrivate. Un’ora fa contrordine dal ministero dell’Interno: persone trasferite a Torino. Collaboriamo come sempre». Non è chiaro quali siano le ragioni di questo dirottamento altrove del gruppo di profughi, visto che in base alle norme in vigore vengono distribuiti secondo quote proporzionali tra tutte le regioni.

Ma ecco che ieri sera, poche ore dopo la ripartenza dei migranti dal Trentino verso il Piemonte, è il sottosegretario leghista alla Salute, nonché candidato in pectore del centrodestra alla presidenza della Provincia, Maurizio Fugatti, a spiegare le ragioni del dirottamento della trentina di migranti verso un’altra regione compiacendosi per questa decisione.
Scrive infatti Fugatti in un comunicato: «La decisione presa dal ministero degli Interni di annullare l’arrivo in Trentino dei previsti 30 profughi nonostante la disponibilità alla accoglienza dimostrata dalla Provincia di Trento, va nella giusta considerazione delle esigenze del territorio trentino che finora ha dato molto in tema di accoglienza e di solidarietà nei confronti dei richiedenti asilo fino ad oggi sopraggiunti».

Insomma, se il governatore Rossi aveva cercato di dire in consiglio provinciale che erano in arrivo altri profughi con l’intenzione di strumentalizzare la cosa a fini elettorali, dimostrando che Salvini non ha fermato i flussi, ecco che la risposta della Lega non si è fatta attendere. A farne le spese sono uomini, donne e bambini, ignari di essere finiti in mezzo a una campagna elettorale in corso.

Dall’inizio dell’anno, dopo gli accordi con la Libia e la stretta avviata già dall’ex ministro degli Interni, Marco Minniti, le presenze di richiedenti asilo in Trentino sono diminuite di molto. In questo momento sono circa 1.500.

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