Provincia decisa a uccidere i lupi Approvata una norma provinciale

di Luisa Maria Patruno

La Provincia di Trento, d'intesa con quella di Bolzano, ha deciso di provare a forzare sulla possibilità di applicare con una propria legge la deroga prevista dalla Direttiva europea Habitat (recepita dal Dpr 357/97) alla piena protezione dei lupi e procedere con l'uccisione di singoli e specifici esemplari nel caso di grave minaccia a greggi o altre attività silvopastorali sui pascoli trentini o peggio ancora nei casi di minaccia all'uomo. 

Di fronte ai ripetuti episodi di animali sbranati dai lupi e di avvistamenti anche in prossimità di centri abitati e strade e viste soprattutto le proteste degli allevatori, che stanno trovando ascolto tra le forze di opposizione, in particolare la Lega, la giunta provinciale ieri ha approvato un disegno di legge, che ora dovrà passare all'esame del consiglio provinciale, per dare attuazione alla norma europea che permette la deroga alla protezione assoluta del lupo e anche dell'orso.  

La Provincia già l'anno scorso aveva presentato la richiesta all'allora ministro dell'Ambiente di avere una norma di attuazione per poter esercitare la competenza sulla gestione delle specie protette come il lupo e l'orso. Ma nulla si è mosso. Ora che il governo è cambiato e c'è un nuovo ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, generale dei carabinieri voluto dai 5 Stelle, la giunta di Ugo Rossi ha deciso di prendere l'iniziativa per cercare di sbloccare la situazione, pur sapendo di esporsi al rischio che la legge provinciale venga poi impugnata dallo Stato per conflitto di competenza. 

D'altra parte a livello nazionale, non c'è ancora un Piano di conservazione e gestione del lupo perché quello presentato dal Ministero è ancora impantanato alla Conferenza Stato-Regioni e Province autonome per la divergenza tra enti territoriali proprio sulla questione della possibilità di abbattere i lupi. «Si tratta di un'assunzione di responsabilità - ha detto ieri Rossi - che verrà condotta con assoluto rigore scientifico rispetto all'impatto negativo della presenza del lupo sul nostro territorio per le attività agricole e l'incolumità pubblica. La presenza e salvaguardia del lupo ha bisogno anche di una accettazione sociale e tranquillità della popolazione e servono iniziative che ci consentano di raggiungere questo obiettivo con recinti, dissuasione e se necessario il prelievo degli esemplari più problematici». 

«Sarebbe molto più comodo - ha sostenuto - aspettare che sia qualcun altro ad assumere la decisione, noi invece vogliamo esercitare i nostri poteri di autogoverno per garantire la conservazione della specie ma anche agire con misure straordinarie se necessario». L'articolo approvato dalla giunta ricalca testualmente quanto contenuto nel Piano lupo nazionale ancora bloccato, dunque prevede che: «Al fine di conservare il sistema alpicolturale del territorio montano provinciale, il presidente della Provincia, per proteggere le caratteristiche fauna e flora selvatiche e conservare gli habitat naturali, per prevenire danni gravi, specificatamente alle colture, all'allevamento, ai boschi, al patrimonio ittico, alle acque e ad altre forme di proprietà, per garantire l'interesse della sanità e della sicurezza pubblica o per altri motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, inclusi motivi di natura sociale o economica, e motivi tali da comportare conseguenze positive di primaria importanza per l'ambiente, può, acquisito il parere dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), limitatamente alle specie Ursus arctos (orso) e Canis lupus (lupo), autorizzare il prelievo, la cattura o l'uccisione, a condizione che non esista un'altra soluzione valida e che il prelievo non pregiudichi il mantenimento, in uno stato di conservazione soddisfacente, della popolazione della specie interessata nella sua area di ripartizione naturale».

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