Upt: «Ugo Rossi attenderà, buon governo non basta più»

«Non possiamo parlare del candidato presidente se prima non si ridà un senso politico alla nostra proposta e non si chiariscono le fragilità che ci sono state in questi anni di governo, su alcuni temi, che non sono quelli dei diritti civili. Per questo abbiamo chiesto il tempo per fare questo a cominciare dal nostro partito e come coalizione».

Insomma, Ugo Rossi dovrà attendere.

L’assessore provinciale dell’Upt, Mauro Gilmozzi, è anche colui che all’interno dell’Unione per il Trentino si è fatto carico di presentare un progetto articolato di rifondazione del partito per rilanciarne il ruolo in vista delle elezioni provinciali di ottobre, coinvolgendo possibilmente energie nuove, dopo la pesante sconfitta alle elezioni politiche.

«Non c’è dubbio - sottolinea Gilmozzi nella sua analisi del governo provinciale - che la buona e sobria amministrazione sia un elemento cruciale e decisivo nelle scelte dell’elettorato, ma concentrarsi troppo sull’amministrazione in un momento di grandi criticità in cui era necessario prendere anche decisioni difficili e meno sul come condividere con i cittadini tali difficoltà, forse ha aiutato a far percepire la politica come verticistica, centralista e lontana dai cittadini. Addirittura lontana dagli organi di partito, dalle sue rappresentanze territoriali, dagli enti locali e altre realtà di rappresentanza sociale ed economica».

Serve dunque riscoprire l’importanza di un disegno politico, che secondo l’Upt in questi anni si è scolorito troppo, non risultando più bene identificabile dai cittadini elettori.

«Concentrandosi sull’amministrazione - spiega l’assessore Gilmozzi - si è portati a dialogare solo con i corpi sociali classici, gli industriali, i pensionati, i sindacati, mentre oggi i temi sono più trasversali, come il rapporto città-valli, l’ambiente, la sicurezza, la solidarietà».

Da qui l’esigenza di apertura del partito perché: «È assolutamente importante che accanto a chi testimonia l’impegno del nostro partito nelle istituzioni, si affianchino persone, volti e idee nuove per dar vita ad un progetto politico, motore di un’alleanza che, partendo dal perimetro dell’attuale coalizione, sappia rinnovarsi e ridefinirsi come proposta per un governo responsabile dell’Autonomia del Trentino, rifuggendo da facili approcci
demagogici e strumentali che si affacciano con forza sulla scena politica anche provinciale».

Per ragionare di questi temi l’Upt vuole organizzare gruppi di lavoro e promuovere ai primi di maggio un primo evento pubblico dove coinvolgere opinion leader e persone competenti nel loro campo disponibili a portare la loro visione.

«Penso - dice ottimista Gilmozzi - che in un paio di mesi ce la possiamo fare a costruire un progetto di futuro per il Trentino con una nuova classe dirigente capace di conquistare la fiducia dei cittadini. Il tempo prima delle elezioni provinciali può sembrare poco per un lavoro di costituente che abbiamo deciso di provare a fare, ma ricordo che anche quando nacque la Margherita la decisione fu presa non molto tempo prima delle elezioni.

Quindi se c’è la volontà e l’impegno di tutti si può fare». Su chi saranno i volti nuovi che l’Upt conta di riuscire a coinvolgere nel nuovo progetto Gilmozzi si mantiene abbottonato. Lo si vedrà strada facendo, anche perché i «sindaci civici» spesso indicati come l’interlocutore privilegiato sono una nebulosa difficile da decifrare e dopo le elezioni politiche al loro interno stanno emergendo le differenze tra chi ha il cuore che batte più a destra e chi guarda a sinistra

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