La marcia di Salvini sul Trentino «Vogliamo liberare questa provincia»

di Luisa Maria Patruno

È particolarmente felice Matteo Salvini per il successo della sua Lega in Trentino. E non solo per il risultato straordinario in sé - il 27% dei voti e cinque parlamentari eletti - ma perché a questo territorio il segretario del Carroccio si sente legato affettivamente, avendoci trascorso tante vacanze estive e invernali, fin da quando aveva un anno, a casa della nonna a Caderzone, in val Rendena. Anche per questo ha deciso di tornare subito - già domani - in Trentino. Sarà alle 20.30 alla sala della cooperazione a Trento per ringraziare gli elettori, oltre che per lanciare la carica per la conquista della guida della Provincia e dare così il colpo di grazia al presidente Ugo Rossi e al centrosinistra autonomista.

Segretario Salvini, sinceramente si aspettava che la Lega potesse diventare il primo partito del Trentino?

No, è uno dei risultati più belli e più emozionanti di tutta Italia. Anche perché io in Trentino ci vengo fin da quando avevo un anno e me lo sento dentro. E per me aver eletto cinque parlamentari in questa terra di autonomia è motivo di orgoglio. A loro ho già detto: ragazzi, restiamo con i piedi per terra, si rappresentano le valli in Parlamento. Per questo ho ritenuto mio dovere ripartire dal Trentino. Poi sabato sarò in Calabria, lunedì nel Friuli, giovedì nel Lazio. Quindi riparto.

Ma per lei la campagna elettorale non finisce mai?

Io vado a ringraziare, ma anche a spiegare cosa sta succedendo. Cosa c’è tra noi e il governo, per riuscire a passare dalle parole ai fatti. Mi sono riposato nel fine settimana, ma ora riparto. E poi certo, riparto proprio da Trento perché qui quest’autunno ci sono le elezioni provinciali.

Quindi siete già in campagna elettorale per consolidare i consensi?

Certo, l’obiettivo è trasformare in governo locale il voto d el 4 marzo, visto che sia Dellai che Rossi sono stati bocciati, e finalmente liberare, per la prima volta nella storia, la provincia di Trento e darle una gestione più aperta e trasparente.

Anche in passato la Lega e il centrodestra avevano raggiunto risultati importanti alle Politiche, ma poi alle amministrative la musica è cambiata. Cosa le fa pensare che questa volta riuscirete a mantenere questi voti anche alle Provinciali?

È vero. Ma, in passato spesso si è corso divisi. E quindi per prima cosa dovremo evitare di commettere questo errore e avere invece tutta la coalizione unita ed estesa a liste civiche e di autonomisti veri, con candidati all’altezza. E poi il risultato è stato così eclatante che...

Che vi resterà attaccato?

Che bisogna lavorare fin da subito per confermarlo. Giustamente, essendo Provincia autonoma, qui c’è un potere vero di spesa, che vuol dire appalti e favori.

Un potere di spesa che conta nell’orientare il voto?

È un potere che però oggi penso non basti più. E io vorrei che in Trentino si lavorasse per merito e non per amicizia o conoscenza.

Lei è il candidato premier della Lega ma anche dell’intero centrodestra. Quanto pensa che il fatto che lei riesca o meno a dare vita a un governo possa condizionare il vostro risultato in Trentino alle Provinciali?

Il mio obiettivo è quello di andare al governo. C’è un programma. Naturalmente non farò mai governi strani, che rinnegano quello che abbiamo proposto.

Quando posso scappare da Milano vengo qui e non mi dispiacerebbe venirci definitivamente un giorno...

Strani vuol dire con il Pd?

Naturalmente. Non è che facciamo rientrare dalla finestra Renzi o il Dellai di turno, che sono usciti dalla porta.

Mentre con i 5 Stelle invece sì?

Noi andremo in Parlamento con delle proposte economiche rivolte ai parlamentari. Ad esempio, in tema di autonomia ci rivolgeremo ai parlamentari Svp.

Chiederà la fiducia anche ai parlamentari Svp e all’unica deputata del Patt?

Io parlo con tutti. Dico: voglio cancellare la legge Fornero, ridurre le tasse, controllare l’immigrazione e applicare l’autonomia a tutte le Regioni che la chiedono. Se ho i numero vado, se no ne prenderò atto. Non starò lì a vivacchiare in Parlamento.

Ma perché Svp e Patt dovrebbero votare il suo Governo?

Io non penso solo a Svp e Patt. Però, se vogliono tornare a votare, noi non abbiamo paura del voto. Comunque, visto che la sinistra l’autonomia ha sempre cercato di ridimensionarla, mentre noi in Veneto e Lombardia abbiamo fatto anche due referendum, penso che sull’autonomia la nostra posizione sia chiara.

Pensa che anche per le elezioni provinciali il Patt potrebbe staccarsi dalla coalizione con il Pd e guardare alla Lega? Lo ritiene uno scenario possibile?

Mah, il Patt è stato per dieci anni con il Pd e il centrosinistra e non mi piacciono quelli che salgono sul carro del vincitore. Ci sono invece tanti autonomisti in Trentino che ci seguono con attenzione e le liste per le provinciali potranno essere l’occasione per una coalizione realmente autonomista e non di sinistra. Chiameremo a raccolta tutti quelli che non sono di sinistra e vogliono cambiare il Trentino.

E il candidato presidente sarà Fugatti?

È presto da dire.

Però sarà della Lega?

Noi non lo imponiamo. Io stasera (ieri per chi legge, Ndr.) ne parlerò con Berlusconi. Ovviamente, con il 27% dei voti e cinque parlamentari, tra cui tre donne di cui sono particolarmente felice, alla faccia di tutti i sondaggi, ci mettiamo a disposizione.

Ci può spiegare com’è nato il suo legame personale con il Trentino?

La mia nonna aveva la casa a Caderzone in Val Rendena e io da quando sono nato facevo tre mesi d’estate e poi le vacanze d’inverno. Conosco bosco per bosco e maso per maso. Poi andavo con gli scout a Baselga di Piné, sono stato in Val di Fassa e Fiemme, in Val di Non. Quando posso scappare da Milano vengo qui e non mi dispiacerebbe venirci definitivamente un giorno... un giorno.

Addirittura.

Ah, io sono innamorato della mia valle e sono contento che a Pinzolo la Lega abbia preso il 45%, una roba incredibile.

Torniamo al Governo. Se sarà premier ci sarà la concessione in house per l’A22?

Lasciamo totale libertà di scelta al livello locale. Me lo devono dire i trentini. Tanto ne ho cinque della Lega in Parlamento.

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