Elezioni politiche del 4 marzo: la guida al voto Candidati, collegi e regole del «Rosatellum»

di Luisa Maria Patruno

La nuova legge elettorale, chiamata «Rosatellum», unisce due sistemi diversi - proporzionale e maggioritario - per l’elezione dei parlamentari, sia per la Camera che per il Senato.

In Trentino Alto Adige saranno eletti sulla base di collegi maggioritari uninominali - dove la sfida è tra singoli candidati e vince chi prende più voti degli altri - 6 senatori (3 in Trentino e 3 in Alto Adige) e 6 deputati (3 in Trentino e 3 in Alto Adige). Altri 5 deputati e 1 senatore saranno eletti invece su liste di partito su circoscrizione regionale con sistema proporzionale calcolato su base nazionale. La percentuale degli eletti con sistema maggioritario nella nostra regione è superiore a quella nazionale (36% dei seggi) per il regime particolare riconosciuto per la presenza della minoranza linguistica tedesca sudtirolese.

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IL VOTO È CONGIUNTO

A differenza di quanto accadeva con il Mattarellum - il primo sistema semi-maggioritario sperimentato dal ’94, dopo Tangentopoli - gli elettori non si troveranno più in mano due schede diverse, una per il candidato sul collegio maggioritario e l’altra per quelli sui listini proporzionali, ma riceveranno una sola scheda per la Camera e una sola scheda per il Senato - solo per gli elettori che hanno compiuto 25 anni - dove con una unica croce esprimeranno la preferenza sia per il candidato del collegio uninominale che per i candidati del listino plurinominale proporzionale.

 

Sulla scheda per la Camera, ad esempio, l’elettore troverà il nome del candidato del collegio sostenuto da uno o più simboli a seconda che sia appoggiato da un singolo partito o da una coalizione. Accanto ai simboli si trovano scritti i 4 nomi dei candidati nel proporzionale plurinominale.

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L’elettore può segnare la croce su un simbolo e in questo caso il voto andrà sia al candidato dell’uninominale collegato che ai candidati del listino plurinominale prescelto per i quali non si possono esprimere preferenze trattandosi di listini bloccati.

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L’elettore altrimenti può mettere la croce solo sul candidato all’uninominale e in questo caso il voto sarà esteso automaticamente alla lista che lo sostiene nel caso di unica lista, oppure - nel caso di coalizione come il centrodestra e il centrosinistra - il voto sarà distribuito tra le liste che lo sostengono in proporzione ai risultati delle liste stesse in quella circoscrizione elettorale. È vietato esprimere la preferenza nell’uninominale su un candidato e poi anche su un simbolo collegato a un altro candidato. In questo caso il voto è nullo. La stessa cosa vale per la scheda per il Senato. L’unica differenza è che i listini plurinominali in realtà in Trentino Alto Adige sono composti da un solo nome, perché in quota proporzionale si può eleggere un solo senatore.

UN MIX INEDITO

Il voto congiunto sul candidato nell’uninominale con quelli della lista di partito può produrre esiti inattesi rispetto alle previsioni di un voto basato solo su una logica maggioritaria su collegio uninominale oppure solo proporzionale. Nei collegi uninominali, infatti, il ruolo determinante è giocato dal candidato, quindi dalla sfida tra persone prima che tra forze politiche o coalizioni. Con il voto congiunto che lega il candidato dell’uninominale alle liste di partito, invece, l’importanza del candidato dell’uninominale si riduce, o meglio, una candidatura debole potrebbe essere compensata dall’appeal del simbolo o dei simboli che lo sostengono.



Molti elettori che seguono poco la politica e che decidono all’ultimo minuto - sono la maggior parte - potrebbero scegliere il simbolo più che il candidato dell’uninominale. Basta mettere una croce su questo e il gioco è fatto. Non per nulla un provetto comunicatore come è il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha già avviato la sua campagna elettorale spiegando che votare è semplice: basta mettere la croce sul simbolo del partito e si è a posto, alla faccia della filosofia che sottende il maggioritario uninominale.

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LE SOGLIE DI SBARRAMENTO

Il nuovo sistema elettorale pone anche delle soglie di sbarramento per poter eleggere parlamentari con le listine proporzionali. Una lista deve ottenere almeno il 3% dei voti su base nazionale - sia per la Camera che per il Senato - per poter partecipare alla assegnazione dei seggi, altrimenti non elegge nessun parlamentare. Per il Senato sono ammesse anche le liste che hanno ottenuto il 20% su base regionale. Se una lista ottiene comunque più dell’1% i voti ottenuti vengono distribuiti tra gli alleati, se invece rimane sotto quella soglia i voti vengono persi.
Le coalizioni - in campo ci sono centrodestra e centrosinistra - devono superare la soglia del 10% e almeno uno dei partiti alleati deve superare il 3%.

I CANDIDATI E I COLLEGI

  

 

 

 

 

 


 

COSÌ NEL 2013 ALLA CAMERA...

Nel 2013 nella circoscrizione elettorale Trentino Alto Adige alle politiche per la Camera i votanti erano stati l’81,03%, cioè 629.748 su 777.135 elettori.

In Trentino l’80,04%, cioè 319.384 su 399.013 elettori. In Alto Adige l’82,08%, cioè 310.364 su 378.122 elettori. Si era votato il 24 e 25 febbraio.

Le schede bianche in regione erano state 8.426 e le schede non valide, bianche comprese, un totale di 23.405. In Trentino le bianche erano state 2.786 e le schede non valide, bianche comprese, 12.235. In Alto Adige le bianche erano state 5.640 e le schede non valide, bianche comprese, un totale di 11.170.
La coalizione di centrosinistra di Pier Luigi Bersani in regione aveva ottenuto il 44,71% dei consensi, quella di centrodestra di Silvio Berlusconi il 15,87%, il Movimento 5 stelle il 14,62%, la coalizione che faceva riferimento a Mario Monti il 13,91%, la lista Rivoluzione civile l’1,44%, Fare l’1,04%, Die Freiheitlichen il 7,97%, Casapound lo 0,44%.
In Trentino la coalizione di centrosinistra aveva ottenuto il 30,91% dei voti, quella di centrodestra il 23,43%, il Movimento 5 stelle il 20,76%, la coalizione di Monti il 20,74%, Rivoluzione civile l’1,95%, Fare l’1,63%, Die Freiheitlichen lo 0,22% e Casapound lo 0,35%.

In Alto Adige il centrosinistra aveva ottenuto il 58,87%, il centrodestra l’8,11%, il M5s l’8,31%, la coalizione di Monti il 6,9%, Rivoluzione civile lo 0,93%, Fare lo 0,43%, Die Freiheitlichen il 15,92%, Casapound lo 0,53%.

Il primo partito in Trentino era risultato il Pd con il 23,72%, secondo il M5s col 20,76%, terza Scelta civica col 19,58, quarto il Pdl col 15,04%, quinta la Ln col 7,33%, sesta la Svp col 4,77%. Seguivano Sel 2,43%, Udc 1,16%, La Destra 0,63%, Mir 0,44%.
In Alto Adige il primo partito era stata la Svp col 44,17%, il secondo il Pd col 9,48%, terzo il M5s con l’8,31%, quarto il Pdl col 6,66%, quinta Scelta civica col 6,49%, sesta Sel col 5,22%. Seguivano Ln 0,95%, Udc 0,41%, La Destra 0,40%, Mir 0,10%. (ANSA).

... E AL SENATO

Nel 2013 nella circoscrizione elettorale Trentino Alto Adige alle politiche per il Senato i votanti erano stati l’81,29%, cioè 575.275 su 707.666 elettori.

Le schede bianche in regione erano state 15.184 e le schede non valide, bianche comprese, un totale di 30.451. Si era votato il 24 e 25 febbraio.

Per quanto riguarda i tre collegi del Trentino, nel collegio di Trento i votanti erano stati l’80,85%, le schede bianche 3.588 e le schede non valide, bianche comprese, 7.724. La coalizione Svp-Patt-Pd-Upt aveva ottenuto il 19,01% ed era stato eletto Franco Panizza (Patt). La coalizione Pdl-Ln aveva ottenuto il 22,07%, il M5s il 21,42%, Rivoluzione civile il 3,29%, Fare il 3,25% e il Mir lo 0,95%.
Nel collegio di Rovereto i votanti erano stati l’80,71%, le schede bianche 2.843 e le schede non valide, bianche comprese, 5.896. La coalizione Svp-Patt-Pd-Upt aveva ottenuto il 45,06% ed era stato eletto Vittorio Fravezzi (Upt). Il M5s aveva ricevuto il 23,82% dei voti, la coalizione Pdl-Ln il 23,70%, Rivoluzione civile il 3,26%, Fare il 2,71%, il Mir l’1,45%.

Nel Collegio di Pergine Valsugana i votanti erano stati il 77,57%, le schede bianche 1.865 e le schede non vallide, bianche comprese, 4.454. La coalizione Svp-Patt-Pd-Upt aveva ottenuto il 43,52% ed era stato eletto Giorgio Tonini (Pd). La coalizione Pdl-Ln aveva ricevuto il 28,45% dei voti ed era stato eletto Sergio Divina (Ln), il M5s il 21,39%, Rivoluzione civile il 2,80%, Fare il 2,34%, il Mir l’1,49%.
Per quanto riguarda i tre collegi dell’Alto Adige, in quello di Bolzano i votanti erano stati l’82,63%, le schede bianche 2.311 e le schede non valide, bianche comprese, 4.924. La coalizione Pd-Svp aveva ottenuto il 51,80% ed era stato eletto Francesco Palermo (Pd). Il M5s aveva avuto il 15,59%, la coalizione Pdl-Ln il 12,49%, Die Freiheitlichen il 7,99%, L’Alto Adige nel cuore il 4,41%, Fdi il 2,57%, Rivoluzione civile l’1,74%, Casapound l’1,26%, Fare l’1%, La Destra lo 0,69%, Partito per tutti lo 0,46%.

Nel collegio di Bressanone i votanti erano stati l’83,65%, le schede bianche 2.745 e le schede non valide, bianche comprese, 4.251. La Svp aveva ottenuto il 55,45% ed era stato eletto Hans Berger (Svp), Die Freiheitlichen il 21,09%, i Verdi il 6,81%, il Pd il 4,56%, Scelta civica il 4,09%, la coalizione Pdl-Ln il 3,85%, il M5s il 3,31%, L’Alto Adige nel cuore lo 0,37%, Rivoluzione civile lo 0,31%, La Destra lo 0,18%.

Nel collegio di Merano i votanti erano stati l’81,43%, le schede bianche 1.832 e le schede non valide, bianche comprese, 3.202. La Svp aveva ottenuto il 53,50% ed era stato eletto Karl Zeller (Svp), Die Freiheitlichen il 17,57%, i Verdi il 7,68%, il Pd il 5,42%, la coalizione Pdl-Ln il 4,90%, il M5s il 4,77%, Scelta civica il 4,55%, Rivoluzione civile lo 0,82%, La Destra lo 0,46%, L’Alto Adige nel cuore lo 0,32%.


AL VOTO IN 480 MILA IN TRENTINO 

Oltre 408.000 trentini sono quelli chiamati al voto per domenica 4 marzo. Quasi 10.000 in più sono le elettrici rispetto agli elettori, mentre i votanti trentini che sono iscritti all'estero all'Aire ma che hanno deciso di votare in Italia, ossia che hanno scelto di rientrare, sono 66, 34 maschi e 32 donne. Gran parte delle elezioni, almeno per il proporzionale in provincia, si deciderà col voto di Trento. Oltre il 20% degli elettori chiamati a scegliere il prossimo parlamento italiano sono infatti residenti in città.
I dati rilevati dal Commissariato del governo attraverso un controllo puntuale dei dati anagrafici dei residenti in Trentino parlano di un totale di 408.460 elettori chiamati alle urne tra pochi giorni. In particolare, i maschi sono 199.209 e le femmine 209.251, mentre nel totale sono compresi 66 votanti che sono residenti all'estero e che hanno deciso di votare in Italia e non di farlo attraverso la posta come gli altri trentini che vivono fuori dal Paese.
Se si guarda al capoluogo della Provincia, si nota come gli elettori totali per il 4 marzo siano 87.549 di cui 41.383 uomini (con 9 cittadini Aire votanti in Italia) e 46.166 donne (di cui 10 cittadini Aire votanti in Italia).
Per quanto riguarda le sezioni elettorali, ossia quelle cui ci si reca per votare, ecco che in totale sono 530, con 21 seggi speciali (ossia quelli presenti in ospedali, case di riposo e carceri) e 32 seggi volanti (ospedali e case di riposo). Mentre sono solamente 6 gli elettori che hanno ottenuto di poter votare a domicilio. 
Se si guarda all'elettorato per la Camera, quindi per tutti i maggiorenni, la cifra corrisponde a quella del totale degli aventi diritto. Per il Senato, dove invece si vota dai 25 anni in su, la cifra degli aventi diritto si abbassa a 373.358 elettori di cui 181.226 uomini e 192.132 donne. 
Per gli under 23, che nel 2014 erano ancora minorenni e non avevano potuto votare, si tratta di una prima volta alle politiche, mentre molti di loro hanno già votato al Referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, e una parte più limitata alle Europee del 2014. 
Dalla quota di partecipazione alle elezioni di domenica degli under 23 dipenderà in tutta Italia (dove sono stimati i in circa 3 milioni) e in Trentino buona parte dei risultati nei collegi uninominali e al proporzionale.
Per quanto riguarda le modalità con cui gli elettori domenica si troveranno a votare, giovani e meno giovani, le novità maggiori sono almeno due. La prima riguarda il fatto che la scheda elettorale ha il cosiddetto tagliando antifrode, che permette di evitare che ci siano schede compilate all'esterno e poi depositate nell'urna. Gli elettori, dunque, non potranno più inserire la scheda nell'urna. La legge elettorale, infatti, stabilisce che il presidente «stacca il tagliando antifrode dalla scheda, controlla che il numero progressivo sia lo stesso annotato prima della consegna e, successivamente, pone la scheda senza tagliando nell'urna».
L'altra novità è che non è previsto il voto disgiunto, cioè non è possibile votare una lista e il candidato di un'altra o la scheda sarà ritenuta nulla. Si vota segnando con una «X» la lista prescelta oppure il nome del candidato al collegio uninominale associato: in entrambi i casi la preferenza andrà sia al partito che al candidato.

 

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