Elezioni, le aspirazioni dei consiglieri Da Gilmozzi a Franzoia e Maule

«Io l'ho detto e ripetuto mille volte ma non so perché ho l'impressione che nessuno mi creda: andrò avanti a fare il sindaco fino al 2020, poi chiuderò la mia esperienza politica. È una decisione assunta e non ho nessuna intenzione di cambiarla». Alessandro Andreatta lo ribadisce ancora una volta, lui non sarà in lista alle elezioni provinciali dell'anno prossimo. Chi invece sarà molto probabilmente della partita è il suo vice, Paolo Biasioli. E con lui altri assessori hanno l'ambizione di tentare il salto verso piazza Dante, tanto che tra dieci mesi il sindaco potrebbe ritrovarsi con mezza giunta in partenza e un rimpasto da fare. Anche perché anche questa volta, come in passato, Andreatta una cosa la mette bene in chiaro con largo anticipo: chi tra gli assessori vorrà candidarsi alle provinciali dovrà prima dimettersi dalla giunta. «L'ho sempre chiesto e lo chiederò anche questa volta - conferma - anche se in questa occasione ci sarà una novità importante: con la nuova legge gli assessori sono anche consiglieri e quindi usciranno dalla giunta ma resteranno in consiglio comunale».

Per Paolo Biasioli il prossimo giro elettorale rappresenta un'occasione unica; nell'Upt si aprono spazi interessanti dal momento che due pezzi da novanta come il segretario Tiziano Mellarini e l'assessore Mauro Gilmozzi hanno esaurito il bonus delle tre legislature in Provincia fissato dallo statuto del partito e dunque salvo deroghe non saranno in corsa. Il vice sindaco, 48 anni, in politica da giovanissimo come presidente della circoscrizione del Bondone e poi in consiglio e in giunta comunale, vuole provarci, ben sapendo che difficilmente l'Unione avrebbe la forza di sostenerlo nel 2020 nella corsa alla successione di Andreatta.

Chi invece quella corsa la farebbe volentieri è l'attuale assessore al bilancio e alle opere pubbliche Italo Gilmozzi , che è anche segretario provinciale del Partito democratico. Dopo due consiliature in giunta fare il sindaco sarebbe il coronamento della carriera politica. Ma non sarà una battaglia facile perché la concorrenza interna è forte e aguerrita, nella coalizione di centrosinistra autonomista ma anche all'interno del Pd. Si dice che nutra ambizioni simili anche Andrea Robol , attuale assessore alla cultura, ma soprattutto che Andreatta lascerebbe volentieri il suo ufficio di palazzo Geremia a Mariachiara Franzoia , assessora alle politiche sociali. Tre galletti targati «dem» per la poltrona di primo cittadino ma qualcuno, da qui ad ottobre, deciderà probabilmente di farsi da parte per puntare al consiglio provinciale. E per la loro sostituzione in giunta il sindaco avrà ampia scelta nella pattuglia dei consiglieri, con la possibilità di coinvolgere direttamente anche uno degli ex Pd passati al gruppo Insieme ricompattando la sua maggioranza.

Non sembrano interessati alle provinciali invece i due assessori delle Stelle Alpine. Tiziano Uez ha fatto il diavolo a quattro per entrare in giunta e vuole portare a termine il suo mandato. Roberto Stanchina da parte sua guarda al 2020 e starebbe pensando di tentare a livello comunale il colpaccio fatto da Ugo Rossi in Provincia: correre alle primarie di coalizione per cercare una designazione come candidato sindaco. Il candidato forte del Patt per le provinciali in città diventerebbe a quel punto l'attuale capogruppo Alberto Pattini , a cui la sezione cittadina ha già assicurato il proprio appoggio.

La recente modifica della legge elettorale con l'introduzione della doppia preferenza di genere fa aumentare le quotazioni di Chiara Maule , assessora al decentramento e innovazione, a cui l'Upt potrebbe chiedere di mettersi in gioco per le provinciali. Lei preferirebbe finire il suo lavoro in Comune ma potrebbe anche cedere alle pressioni.

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