«Regione, competenze alle Province» Convenzione, la linea sudtirolese

«Dobbiamo ridefinire il ruolo della Regione, per esempio trasferendo tutte le competenze legislative alle due Province».

Christian Tschurtschenthaler, presidente della Convenzione dei 33, costituita in Alto Adige per elaborare una proposta di riforma dello Statuto di autonomia, parallelamente alla Consulta trentina, ieri era a Trento, insieme alle vicepresidenti Laura Polonioli e Edith Ploner, proprio per incontrare gli omologhi trentini, ed è stato molto chiaro nell'indicare come per i sudtirolesi l'auspicio è che la Regione venga ulteriormente svuotata di tutte le residue - già poche - competenze legislative.

Intervenendo durante una conferenza stampa e poi direttamente all'incontro con la Consulta, i rappresentanti della Convenzione hanno delineato la prospettiva di una Regione che rimane solo come ente di «raccordo» tra le due Province, tramite i due presidenti, per gestire insieme soprattutto i rapporti con lo Stato ed eliminando invece il consiglio regionale, visto che senza più competenze legislative non avrebbe più ragione d'essere.

Questa, ha spiegato infatti la vicepresidente della Convenzione, Laura Polonioni, è la posizione maggioritaria emersa a Bolzano, dove quindi si punta ad eliminare il consiglio regionale.

«Vediamo tutti - ha rimarcato il presidente - come oggi le sedute del consiglio regionale siano pesanti. Va trovato un altro sistema per snellire le cose, perché quello che conta sono i risultati per la popolazione. Pensiamo, per fare un esempio, a quante discussioni abbiamo avuto in consiglio regionale per tutte le questioni dei Comuni.

A me, sinceramente, se Trento decide di fondere tre o quattro Comuni ben venga, ma a noi a Bolzano non interessa».

Oggi, in effetti, la competenza sull'ordinamento comunale fa ancora capo alla Regione, anche se di fatto le leggi regionali sono già fatte in modo da avere discipline distinte per i municipi e i sindaci dell'Alto Adige (compresa l'entità delle indennità) rispetto a quelli trentini. «Noi dobbiamo capire - ha aggiunto il rappresentante della Convenzione - che però Trentino e Alto Adige hanno un interesse comune, ovvero che ci dobbiamo confrontare con Roma e sicuramente da soli siamo troppo deboli e se insieme facciano un lavoro comune a livello regionale nell'interesse delle due Province sicuramente andiamo nella direzione giusta. Abbiamo visto che le competenze che le due Province hanno ottenuto le svolgono meglio dello Stato e dunque il nostro obiettivo comune è aumentare le competenze».

Rispondendo alle domande dei consultori trentini, Tschurtschenthaler da detto di ritenere che Trento e Bolzano possano però riuscire a trovare un punto d'incontro su un possibile testo di riforma di uno Statuto che l'Alto Adige non mette in discussione che sia e debba restare unico.

«Va trovato un compromesso - ha esortato il presidente della Convenzione - venendoci incontro sapendo che da soli non andiamo da nessuna parte». Il presidente della Consulta trentina, Giandomenico Falcon, ha insistito invece sui punti su cui c'è intesa: «Abbiamo condiviso che il nuovo Statuto, se ci si arriverà, dovrà essere accompagnato dalla valorizzazione delle ragioni dell'autonomia in un preambolo che dovrà ricordare la storia recente su cui si fonda, il trattato di Parigi e l'accordo De Gasperi-Gruber. Poi - ha proseguito Falcon - è interesse comune delle due Province l'espansione delle competenze». Ha indicato poi le relazioni con l'Europa e transfrontaliere nell'Euregio e il ruolo dei Comuni nella gestione dell'autonomia. Riguardo al ruolo della Regione, il professor Falcon ha ricordato che per la Consulta dovrebbe mantenere alcune competenze e diventare strumento di collaborazione tra le due Province.

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