L'esempio di Vincenzo Passerini: rinuncia al vitalizio

L'ex consigliere Vincenzo Passerini annuncia di aver decisio di rinunciare al vitalizio, che dal 4 dicembre prossimo avrebbe diritto a ricevere dalla Regione.

È lui stesso a dare la notizia dopo aver letto ieri sull' Adige degli oltre 650 mila euro di vitalizio anticipato liquidati ora all'ex consigliere Walter Baumgartner, oltre all'assegno mensile di 4.127 euro lordi che riceverà a vita. «Nel febbraio-marzo 2014 - ricorda Passerini in un comunicato - restituii spontaneamente, alcuni mesi prima che diventasse obbligatorio per legge, gli anticipi sui vitalizi ( 49.901 euro, Ndr.) che erano stati dati agli ex-consiglieri regionali sulla base di una riforma della disciplina regionale in materia.

Dichiarai pubblicamente che avrei rinunciato anche al vitalizio quando fosse giunto il momento in cui l'avrei maturato, cioè l'anno 2017 (per chi, come il sottoscritto, è entrato nel Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige nella legislatura 1993-1998 e ha fatto due legislature, il diritto al vitalizio è rimasto e scatta al compimento dei 66 anni e 7 mesi; io sono nato il 4 maggio 1951).

Dichiarai, inoltre, che avrei devoluto il vitalizio o al Fondo regionale per il sostegno della famiglia e dell'occupazione, da poco istituito con la legge regionale 11 luglio 2014 n. 4 e nel quale sarebbero confluiti gli anticipi sui vitalizi restituiti dai consiglieri, oppure a realtà del sociale che accolgono e aiutano poveri ed emarginati, come il Punto d'Incontro».  

Passerini ha dunque scritto al presidente del consiglio regionale, Thomas Widmann, dichiarando la rinuncia al vitalizio (2.000 euro mensili circa), e annunciando che: «Avrei destinato i contributi versati - rivalutati con i risultati del Fondo di garanzia - che mi sarebbero stati restituiti come conseguenza della rinuncia (tra i 150.000 e i 200.000 euro: importo di cui attendo l'esatto ammontare da parte dell'amministrazione del Consiglio regionale), a cinque organizzazioni che si occupano di poveri, disoccupati, anziani, persone non autosufficienti, profughi».

Si tratta di: «Cooperativa sociale Punto d'Incontro , Caritas di Trento, Azienda pubblica di servizi alla persona " Clementino Vannetti" di Rovereto, Azienda pubblica di servizi alla persona di Brentonico, Centro Missionario di Trento». 

«Con queste cinque organizzazioni - precisa Passerini - ho concordato progetti che mentre aiutano le persone più deboli ed emarginate, favoriscono, nella maggior parte dei casi, anche l'occupazione. Ritengo, infatti, molto importante non solo la rinuncia al vitalizio e la sua restituzione alla comunità, ma anche un investimento sociale mirato e accurato di questo denaro pubblico. L'importo che dovrebbe essermi restituito a seguito della rinuncia sarà equamente suddiviso tra le cinque organizzazioni. Ho chiesto al presidente del consiglio regionale che tali somme siano direttamente versate dall'amministrazione.

Questa mia scelta vuole essere un atto di giustizia, non di carità, anche se la carità è importante. Di fronte allo scandalo delle crescenti diseguaglianze e povertà, nella nostra società come nel mondo, occorrono radicali cambiamenti politici ed economici. Ma occorrono anche atti concreti e immediati di redistribuzione delle risorse da chi ha troppo a chi ha poco o nulla, da chi gode di privilegi a chi non gode nemmeno di diritti fondamentali. Atti anche personali, perché la giustizia comincia da ciascuno di noi, adesso».

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