Comuni, con le fusioni tagliate 683 poltrone Solo di indennità si risparmia 1 milione l'anno

di Luisa Maria Patruno

Le fusioni e aggregazioni tra Comuni realizzate negli ultimi tre anni - fra quelle già in essere e quelle deliberate e che diventeranno operative fra il 2018 e il 2020 - produrranno un risparmio di quasi 1 milione di euro all’anno solo di costi della politica, ovvero del pagamento delle indennità a sindaci e assessori (vedi tabella), la cui poltrona è stata eliminata; nonché dei gettoni di presenza per i consiglieri comunali per la partecipazione alle sedute, che variano dai 30 ai 50 euro a seduta a consigliere.

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La riduzione del numero di amministratori locali dalla prima infornata di fusioni, che ha coinvolto 60 Comuni, ha prodotto 40 sindaci in meno, così come 154 assessori e 388 consiglieri che hanno perso il posto. Complessivamente sono 582 amministratori a cui si è rinunciato.

A questi andranno aggiunti - dal 2018 al 2020 - anche le riduzioni di amministratori delle fusioni già deliberate che in totale è di 101 su 188. Insieme sono dunque ben 683 amministratori in meno di cui 49 sindaci.
Questi dati sono stati forniti dall’assessore regionale agli enti locali, Josef Noggler, nella risposta a una interrogazione del consigliere regionale Rodolfo Borga (Civica Trentina).

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Le indennità di sindaci e assessori vengono infatti stabilite dai consigli comunali entro un massimo fissato dalla Regione, su fasce di retribuzione distinte in base alle dimensioni del Comuni per numero di abitanti.
Questo spiega le differenze nei risparmi sulle indennità tra le diverse fusioni. In alcuni casi il risparmio infatti è molto significativo, in altri non troppo.

In un caso, addirittura, il costo degli amministratori dopo la fusione sarà più alto. Si tratta di Terre D’Adige, il Comune che dal primo gennaio 2019 nascerà dalla fusione di Nave S.Rocco e Zambana. Oggi l’importo mensile che viene speso per sindaco e giunta a Nave S.Rocco è di 3.233 euro e a Zambana di 3.401 euro per un totale di 6.634 euro che all’anno sono 79.608 euro, mentre l’importo mensile per sindaco e assessori di Terre d’Adige sarà di 7.364 euro, che sono 88.368 euro l’anno, ovvero 8.760 euro in più.

Insomma, gli amministratori del nuovo Comune saranno meno (18 invece di 30) ma pagati meglio perché con la fusione sarà superata la soglia dei 3.000 abitanti.
Per tutte le altre fusioni, comunque, si è registrata una riduzione dei costi di sindaci e giunte. I risparmi più significativi, naturalmente, si hanno nelle fusioni che hanno riguardato più di due Comuni e soprattutto non piccolissimi.

Il record spetta a Primiero S. Martino di Castrozza dove per gli amministratori si pagano 93.264 euro l’anno contro i 207.000 euro precedenti con un taglio di oltre il 50%.

Supera i 104 mila euro l’anno il risparmio raggiunto anche dai Comuni che hanno dato vita a Predaia in val di Non.

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