Parisi per il federalismo: in Trentino l'uomo nuovo del centrodestra

di Franco Gottardi

Parla da leader del centrodestra Stefano Parisi. Invitato ieri a chiudere il convegno su Europa e Regioni alpine, organizzato a Mezzocorona, sotto l'egida del Partito popolare europeo, l'uomo (forse) scelto da Silvio Berlusconi per sfidare il centrosinistra ribadisce i capisaldi della sua proposta politica, lanciati quindici giorni fa in una convention a Milano.
Liberal popolare.
Parla da leader e incita il popolo di centrodestra a ritrovare la propria identità. Critica, a proposito di Europa, la continua richiesta renziana di flessibilità nei conti («serve solo a finanziare le sue campagne elettorali con 80 euro al mese che non servono a niente») e ricorda come il problema dell'Italia sia invece il debito che aumenta di giorno in giorno. «L'occupazione - dice - non la si fa con la spesa pubblica ma con gli investimenti privati e bisogna creare le condizioni sburocratizzando, con un sistema fiscale stabile, con una giustizia rapida e giusta».
Referendum.
«Dobbiamo essere molto attivi nella campagna per il No perché la riforma costituzionale è il frutto di un compromesso che genera enorme confusione e rischia di peggiorare i processi decisionali.» Secondo Parisi è falso dire che se non passa questa riforma tutto resterà fermo per vent'anni e ne sottolinea gli aspetti centralistici, individuati soprattutto nella possibilità lasciata allo Stato di avocare a se le funzioni degli enti locali.
Regionalismo.
Lui si dice invece convinto federalista soprattutto in ambito fiscale. «In linea di principio - sostiene - il federalismo e l'autonomia responsabili sono la strada per valorizzare i territori. Bisogna fare in modo che l'autonomia generi responsabilità ed efficienza e soprattutto che colleghi in maniera chiara il livello di pressione tributaria locale che viene fatto coi servizi erogati in modo tale che i cittadini possano valutare per quale motivo pagano quelle imposte e se sono pagate bene o male.» Se poi qualche regione gestirà male le sue opportunità dovrà adeguarsi ai costi standard imposti dallo Stato.
Partiti.
La forma partito tipica del '900 non funziona più e secondo Parisi non sarà più possibile chiedere alla gente un'adesione totale ma occorre trovare forme dfi coinvolgimento nuove, puntando su temi singoli e campagne mirate con forme di organizzazione e comunicazione incentrate sul web. Quanto al centrodestra trentino, squassato dai personalismi e frammentato, deve avere come obiettivo l'unità. «Ma l'obiettivo più importante non è quello di ritrovare l'unità tra i diversi partiti ma la fiducia dei cittadini, che è stata persa in questi anni. Riavvicinarli all'offerta politica del centro destra. Proponendo persone integre, di qualità e proposte politiche che la gente capisca.»

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