Rimpasto di giunta, sacrificata Marika Ferrari

Linda Tamanini, presidente del Patt, critica duramente il sindaco Alessandro Andreatta per aver sacrificato Marika Ferrari per fare spazio a un uomo. Linda Tamanini non discute «le prerogative tecnico ordinamentali in capo al sindaco in materia di composizione di giunta, di rimpasto, di riordino dell'esecutivo. Non è questo il punto».

Per la presidente del Patt, partito di Marika Ferrari, «rileva, invece, pesante come un macigno e velenosa come la saliva di un cobra, l'assenza di motivazioni politiche con le quali l'assessora Ferrari è stata estromessa dall'esecutivo comunale; questa assenza di presupposti politici costituisce il vero vulnus di una vicenda sulla quale si sono incardinate ragioni di prepotenza, maschilismo, opacità, pavidità, doppiogiochismo. Tutto quello che si pensava ormai appartenere al retaggio della Terza Repubblica è in questa straordinaria commedia dell'assurdo comparso con inaudita protervia ed arroganza. Perché, se passa il criterio nella logica politica, della vicinanza al capo e non della competenza» «allora c'è un problema di credibilità dell'intero sistema».

Tamanini continua aggiungendo che infatti «all'ottima assessora Ferrari mai è giunta alcuna contestazione di inadeguatezza o richiamo ad una sorta di ortodossia di pensiero». «Se dunque, il criterio adottato è stato quello di privilegiare - aggiunge Tamanini - la causa degli urlatori, degli avvelenatori di pozzi, premiando mandanti e punendo le vittime, rompendo in questo modo il sottile filo di garanzia fiduciaria che, seppur minimo dovrebbe informare l'agire della classe politica, il rischio di implosione è solo rinviato». 

Per Antonia Romano dell'Altra Trento «una donna è stata sacrificata all'altare del vecchiume politico. Una giovane donna portatrice di freschezza, di sorrisi, di cui non sempre ho apprezzato, da ambientalista laica quale mi ritengo, le risposte, le scelte politiche, le non scelte politiche. In Marika Ferrari ho però apprezzato la volontà di mettersi in gioco, le potenzialità di crescita, l'entusiasmo, la disponibilità verso chiunque abbia interagito con lei».

Critiche anche Lucia Maestri consigliera provinciale del Pd, firmataria della proposta di legge sulla doppia preferenza, «Non mi piace per niente questa soluzione: sono sempre le donne a farne le spese. Un deja vu». Anche l'assessore provinciale Pd Sara Ferrari è amareggiata: «È avvilente che una corraggiosa scelta d'innovazione di ieri, finisca oggi con una giovane donna fuori».

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