Provincia, nel 2017 crollo di risorse

Investimenti: calo da 824 a 490 milioni

di Luisa Maria Patruno

L'anno prossimo si assisterà a una drastica riduzione delle risorse del bilancio della Provincia che si potranno destinare agli investimenti, passando dagli 823,9 milioni di quest'anno a 490,3 milioni del 2017 ( vedi tabella ), cifra che non è destinata ad aumentare, visto che la previsione sul 2019 è di 510 milioni di euro. Sono cifre molto più basse rispetto a un valore medio nel periodo 2009-2018 (la scorsa legislatura) che era stato di 1,2 miliardi di euro l'anno. È questo il dato più preoccupante che emerge dal Documento di economia e finanza provinciale (Defp), che sarà approvato domani dalla giunta provinciale, e che ieri è stato presentato dal direttore generale della Provincia, Paolo Nicoletti, al Consiglio delle autonomie per il parere. 
La contrazione delle risorse per gli investimenti è la conseguenza più tangibile dell'impatto degli accantonamenti per il concorso agli obiettivi di finanza pubblica nazionale, che la Provincia ha dovuto operare per effetto di norme statali e dei due accordi finanziari (Patto di Milano del 2009 e Patto di Roma del 2014), che hanno comportato il passaggio da un bilancio con un valore medio di risorse effettivamente spendibili pari a circa 4,8 miliardi , nel periodo 2009-2013, al previsto valore medio di 4,3 miliardi per questa legislatura ( 2014-2018 ), fino ad assestarsi nel 2019 sui 4,1 miliardi ( vedi tabella ). 

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La contrazione significativa delle risorse per gli investimenti, che si nota in particolare sul 2017 , si legge nel documento: «È determinata principalmente dall'impossibilità di iscrivere l'avanzo di amministrazione degli esercizi precedenti. Tale posta è comunque destinata a ridursi considerevolmente, in relazione al maggior livello di utilizzo delle risorse autorizzate a seguito dell'applicazione dei nuovi principi contabili in materia di armonizzazione dei bilanci; e della riduzione stessa delle risorse disponibili». Sulle previsioni di entrata per l'anno prossimo, la Provincia non nasconde alcune preoccupazioni per le novità che il Governo potrebbe decidere di inserire nell'aggiornamento del Def 2016 che approverà a settembre. «Ci sono oggettivi elementi di incertezza - si evidenzia - per interventi diretti dello Stato nella riduzione della pressione fiscale intervenendo su Irpef e Ires». Resta in predicato anche la trasformazione del bunus di 80 euro da spesa in detrazione fiscale, che per il bilancio della Provincia vuol dire circa 80 milioni in meno.
In cantiere azioni straordinarie.
Per cercare di recuperare altre risorse per contrastare questo forte calo dei soldi da destinare agli investimenti, vengono annunciate nel Defp alcune azioni straordinarie, tra cui la vendita di proprietà immobiliari della Provincia, delle sue società di sistema e anche dei Comuni, immobili su cui entro l'anno sarà ultimato il censimento. È un patrimonio enorme, si tratta di centinaia di milioni, che si punta ad iniziare a vendere dal 2017. Oltre a questo, la Provincia cercherà di promuovere la messa in circolazione del risparmio privato, che in Trentino è molto alto, come è avvenuto con il Fondo strategico e il social housing. Nel frattempo continueranno le azioni di spending review e i piani di miglioramento per la riduzione della spesa corrente. Si prevede infatti di riuscire a tenerla stabile intorno ai 3,1 miliardi .
A Trentino Sviluppo 20 milioni.
Accanto al Defp, la giunta provinciale sta in questi giorni preparando anche l'assestamento di bilancio per il 2016. Tra le novità più importanti c'è lo stanziamento di minimo 20 milioni (la cifra è in via di definizione) per Trentino Sviluppo. «Quest'anno - spiega l'assessore alle attività economiche, Alessandro Olivi, - abbiamo in cantiere 2-3 approdi interessanti di nuove imprese nel polo della Meccatronica e altre 3-4 manifestazioni di interesse sull'area delle Casotte a Mori. È urgente poter fare un bando per la selezione di nuovi investimenti e mettere a disposizione un pacchetto di azioni. Il problema del tasso di crescita basso del Trentino - sostiene infatti Olivi - è legato al fatto che abbiamo poche imprese e quelle che ci sono investono poco». Il Defp, oltre a fornire molti dati sui punti di forza e di debolezza del Trentino, fa anche una stima del Pil atteso nel periodo dal 2016 al 2019 , che viene indicato in aumento intorno all' 1,2% .

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