L'Euregio bacchetta la Ue «Profughi, poca solidarietà»

«Scarsa solidarietà manifestata finora dagli Stati membri dell’Ue riguardo a un’equa suddivisione dei profughi che entrano in Europa». La afferma un documento condiviso dalla maggioranza dei capigruppo dei Consigli provinciali del Trentino, dell’Alto Adige-Suedtirol e del Tirolo austriaco, che si incontrati stamani al Brennero per una riunione informale, come concordato lo scorso 1 marzo dalla Commissione interregionale del Dreier Landtag.

Nel documento, come riporta una nota del Consiglio provinciale del Trentino, si definisce «necessaria la costituzione di hot spot per la registrazione dei profughi, si chiede all’Ue la tutela dell’Accordo di Schengen, si ricorda la delicatezza anche simbolica del confine di Brennero, si chiede il coinvolgimento del livello regionale nelle politiche Ue sulla gestione dei profughi e dei confini statali, si invoca un progetto comune e durevole a livello europeo e l’elaborazione di standard sociali comuni negli Stati in base al Pil di ogni Paese. Si ribadisce anche la disponibilità ad accogliere i profughi in modo adeguato dentro l’Euregio».

Il testo così concordato rimane aperto ad aggiunte e correzioni. I singoli consiglieri dell’Euregio potranno avanzare proposte, che verranno valutate il 20 aprile dai capigruppo del Dreier Landtag ed eventualmente portate al voto dell’assemblea il giorno successivo.

La riunione di stamane si è aperta con un minuto di silenzio per le vittime dell’ultimo attentato in Pakistan. Ha poi portato un saluto il sindaco del Comune di Brennero, Franz Kompatscher, che ha espresso il desiderio che questo luogo sia simbolo d’incontro, senza chiusure e frontiere, punto di partenza verso il futuro di un’Europa e di un Tirolo - ha detto - «come li immaginiamo noi».
Il presidente trentino Bruno Dorigatti, che ha presieduto l’incontro, ha sospeso i lavori dopo una prima serie di interventi. E assieme ai colleghi Thomas Widmann di Bolzano ed Herwig Van Staa di Innsbruck, ha lavorato alla stesura del documento, tenendo conto soprattutto degli emendamenti alla prima bozza, proposti poco prima da Dieter Steger, il capogruppo Svp altoatesino. Tra gli interventi dei capigruppo presenti, Sven Knoll (Suedtiroler Freiheit - Bolzano) ha letto e proposto un proprio testo alternativo di mozione urgente per il Dreier Landtag. Maurizio Fugatti (Lega Nord Trentino) ha preso le distanze dal documento della maggioranza, perché ad esempio «non distingue tra reali rifugiati di guerra e migranti economici». Ancora: «perchè manca in esso la richiesta di una gestione meno permissivista della massa di profughi».

Anche Rodolfo Borga (Civica Trentina) ha escluso di sottoscrivere il testo proposto, perché contiene alcune contraddizioni. «Ad esempio - ha detto - laddove invita l’Ue e il Governo a difendere il confine esterno europeo, pur sapendo che l’Europa ha lasciato sempre sola l’Italia di fronte all’afflusso di immigrati sulle proprie coste. Manca pure l’indicazione delle cause che hanno mosso i recenti flussi migratori, ossia le insensate guerre scatenate in Siria e in Libia. Troppo generico il termine profughi, infine, visto che il 96% di quelli presenti in Trentino non hanno i requisiti per essere considerati rifugiati». Hans Lindenberger (vorwaerts Tirol - Innsbruck) ha ammonito tutti «a non fare un passo indietro rispetto alla riunione d’inizio mese a Trento: si deve trovare un compromesso - ha auspicato - con realismo rispetto alle nostre competenze regionali. Non bisogna fare brutta figura, insomma, dividendoci a livello di Dreier Landtag».

Stessa istanza da parte di Isabella Gruber (Buergerforum Tirol - Innsbruck), che ha chiesto «un documento lineare, sostanzialmente per dire no alle barriere di confine».

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