Rossi: non temo per la giunta avanti con il centrosinistra

di Luisa Maria Patruno

«Io a Sanbapolis non ho mai detto quello che mi è stato attribuito. Ho telefonato a Dellai e gli ho detto che gli avrei mandato il mio intervento. Lui si è basato su quello che ha letto sui giornali». Il governatore Ugo Rossi replica così all'intervista rilasciata all'Adige domenica scorsa, nella quale l'ex governatore ha sostenuto che da quella convention: «È emerso chiaro che il Patt ha deciso di lavorare per una mutazione genetica della coalizione, proponendosi come perno di un'area politica che io definisco del ?trentinismo? con forti tentazioni blockfrei». Insomma, per Rossi è tutta colpa dei giornali, che hanno capito male o interpretato male le sue parole e il senso del messaggio lanciato dal segretario del Patt, Franco Panizza, sull'esigenza di «costruire convergenze nuove». E a tre giorni di distanza dall'incontro politico del Patt a Sanbapolis ieri mattina il presidente della Provincia ha deciso di smentire le frasi a lui attribuite.

Presidente Rossi, il Patt sta lavorando a una mutazione genetica della coalizione? A un partito del Trentino aperto a nuove convergenze nel quale "chi ci sta, ci sta"? Lei ha detto che tocca al Patt tenere la barra dritta perché Pd e Upt sono in difficoltà, è così?

No, io non l'ho mai detto. L'unico accenno alla coalizione lo si può leggere nella parte finale del discorso che ho pubblicato sul mio sito e non ho detto niente di tutto questo. Il Patt sta lavorando per dare il tempo agli altri partiti della coalizione di mettersi in carreggiata nella capacità di interpretare i problemi e le richieste che vengono dagli elettori. Noi siamo pratici e pragmatici e vogliamo stare sui problemi e lo vogliamo fare come centrosinistra autonomista, che è un progetto vivo che non vogliamo cambiare. Mi pare che il senatore Giorgio Tonini lo abbia capito e inerpretato molto bene.

Ma partito dei trentini vuol dire "polo del trentinismo"?

Non so cosa voglia dire. Forse qualcuno non ha mai visto un partito locale che è in crescita, ma questo è un dato di fatto.

Teme che queste tensioni sempre più pesanti nella coalizione e l'idea che le forze politiche dell'alleanza stiano lavorando a progetti diversi possa mettere a rischio la sua giunta che ha ancora tre anni davanti?

Non temo niente. Sono tranquillo che si può andare avanti.

Ma anche su questioni concrete stanno emergendo divergenze nella coalizione. Ad esempio, sulla Valdastico, sia Dellai che il gruppo provinciale del Pd, Manica e gli altri, hanno espresso la loro contrarietà all'opera. Potrebbe esserci la crisi di giunta sulla Valdastico?

Al Pd consiglierei di parlare con il ministro Delrio, che è un noto esponente del Pd. Nel merito comunque noi abbiamo detto che ci sediamo intorno a un tavolo per discutere dei collegamenti fra Trentino e Veneto non solo di Valdastico. L'opera dunque deve poter risolvere anche i problemi del Trentino, in particolare quelli di traffico dell'Alta Valsugana, dei laghi di Levico e Caldonazzo, permettendo anche di valorizzarli turisticamente. Dunque non il c'è problema della Valdastico: c'è l'ipotesi di un collegamento stradale che, se produrrà un saldo positivo anche per il Trentino, coinvolgendo le comunità locali interessate nel processo decisionale e valutando il complessivo impatto ambientale, potrà infine avere un nostro parere positivo.
                                                                     

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