Valdastico, Tosi esulta: «Ormai ci siamo» Il progetto: 44 km in Trentino più la bretella

Il progetto: 44 km in Trentino più bretella

di Luisa Maria Patruno

«Si sta per realizzare la Valdastico con soddisfazione di tutti i territori». Il sindaco di Verona, Flavio Tosi, è raggiante al termine dell’incontro avuto a Roma con il ministro per le Infrastrutture, Graziano Delrio. Nella sua veste di presidente della società autostradale Brescia-Padova «A4-Serenissima», che vede legata la proroga al 2026 della sua concessione all’approvazione del progetto Valdastico, Tosi è stato infatti convocato da Delrio che lo ha informato dell’avvio formale della procedura di «intesa» fra lo Stato e la Provincia di Trento che ha sbloccato una situazione ferma da decenni.

La discussione sulla autostrada Valdastico nord che dura esattamente da 47 anni - la prima ipotesi di tracciato della Pirubi (dalle iniziali di Piccoli, Rumor e Bisaglia) è del 1968 - potrebbe infatti concludersi con un via libera nell’arco di due mesi e mezzo, questa è infatti la tempistica concordata fra lo Stato, la Provincia di Trento e la Regione Veneto, per la valutazione con un tavolo paritetico del tracciato concordato nell’intesa (45 giorni) e l’approvazione conclusiva da parte del Cipe (dopo 30 giorni).

Presidente Tosi, com’è andato l’incontro con Delrio?
È stato un incontro positivo. Il ministro ha ribadito la posizione del governo che è quella di favorire l’intesa tra la Provincia di Trento e appunto lo Stato per la realizzazione della Valdastico nord con il tracciato che propone la Provincia stessa e altresì ha espresso, come ministro, la contrarietà al fatto che vengano realizzate due autostrade che entrano sul territorio trentino. Quindi il ministro dice sì alla Valdastico ma dice anche che ovviamente se si fa la Valdastico non ha senso portare avanti il progetto della Nuova Valsugana.

Quindi il ministro propende per la Valdastico?
Certo, anche perché la Valdastico è un progetto che rientra tra le opere strategiche e prioritarie e viene da una storia annosa di concessioni e impegni, cosa che la Nuova Valsugana non è.

Questa è anche la posizione della Regione Veneto, che lei sappia? È pronta a rinunciare al progetto della Nuova Valsugana se otterrà il sì del Trentino alla Valdastico?
Sì. La Regione Veneto ha lo stesso tipo di posizione. Adesso l’unico aspetto, che non è irrilevante ma comunque a questo punto è solo una questione procedurale, è individuare la modalità certa per garantire alla Provincia di Trento che la Nuova Valsugana non si faccia.

Perché? C’è il rischio che si possa andare avanti con entrambe le opere?
La procedura per la Nuova Valsugana è avviata, c’è una dichiarazione di pubblica utilità, c’è un promotore, e quindi anche se non è stata ancora chiusa la gara alcuni passi erano già stati fatti. Quindi è necessario garantire la Provincia di Trento che venga bloccato questo iter per arrivare all’intesa.

Riguardo al tracciato, voi come società avete già pronto un nuovo progetto che corrisponde alle esigenze espresse dalla Provincia di Trento?
No, noi abbiamo preso atto al ministero delle Infrastrutture del tracciato chiesto dalla Provincia di Trento, che prevede di eliminare l’accesso a Besenello e spostarlo a Trento sud e la bretellina verso la Valsugana. Poi, una volta raggiunta l’intesa, a condizione, ripeto, che venga garantito lo stop definitivo alla Nuova Valsugana, noi avremo altri 18 mesi di tempo per presentare il progetto definitivo che sarà approvato dal Cipe.
Il 30 giugno scadeva il termine che vi era stato posto dalla Commissione europea per presentare il progetto definitivo della Valdastico per poter ottenere la proroga della concessione autostradale della Brescia-Padova.

Quindi vuol dire che l’Europa è disposta a concedervi altri 18 mesi?
Il ministro Delrio ha già scritto all’Europa dicendo che si va verso l’intesa e chiedendo altri 18 mesi. Confidiamo in una risposta positiva. Intanto, il Cipe dovrà riunirsi per mettere un timbro sull’intesa dopo i 45 giorni dati al comitato paritetico per trovare la soluzione.

Quindi si può dire che una discussione che dura da oltre 40 anni potrebbe concludersi nei prossimi due mesi e mezzo?
Direi di sì, penso con la soddisfazione di tutti, perché tutti i territori sarebbero stati rispettati nelle loro prerogative.

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Voi come società non avete problemi a modificare il progetto?
No, anzi la richiesta è sensata e la condividiamo come autostrada. Capiamo anche noi che l’uscita a Trento sud è una miglioria rispetto a Besenello.

Costerà molto di più? Chi mette i soldi?
I soldi ci sono nel nostro piano finanziario. Non abbiamo ancora fatto il conto preciso, ma rispetto a quello che avevamo pianificato ci stiamo dentro.



L’attuale intero tracciato della Valdastico A31 nord è di 75,1 km da Vicenza a Trento. In esercizio è il tratto Vicenza-Piovene Rocchette (36 km), mentre è stato approvato in linea tecnica il progetto preliminare del tratto Piovene Rocchette-Valle dell’Astico, che è di 18,9 km (primo lotto), che corrisponde alla parte sul territorio veneto che non verrà modificata. Il progetto del secondo lotto, dalla Valle dell’Astico all’A22, che è invece la parte di autostrada che dovrebbe essere realizzata sul territorio trentino, non è ancora stato approvato ed è quello sul quale è aperta la trattativa con la Provincia di Trento.

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Il tracciato che il ministero delle Infrastrutture ha fino ad ora solo abbozzato, sulla base delle richieste del Trentino, prende come riferimento il tracciato T3 già ipotizzato dalla Serenissima con sbocco al casello di Trento sud dell’Autobrennero invece che a Besenello e raggiunge così una lunghezza di 44,4 km, circa 20 km in più rispetto all’uscita a Besenello, ai quali va sommata una bretella di circa 5 km per il collegamento della Valdastico fino alla statale della Valsugana. Questa bretella dovrebbe partire dalla zona di Pian dei Pradi, per sbucare tra Caldonazzo e Levico Terme, ma ancora non è chiaro se sarà tutta in galleria e se partirà effettivamente da Pian dei Pradi che ha 200 metri di dislivello rispetto a Caldonazzo, con le difficoltà conseguenti. Potrebbe dunque partire più in basso. Si studierà poi se sarà possibile farla tutta in galleria oppure no.

Per quanto riguarda i costi, il presidente dell’autostrada Brescia-Padova, Flavio Tosi, ha già detto che le modifiche non dovrebbero modificare troppo il costo complessivo. Comunque appena riuscirà ad elaborare un nuovo progetto preliminare la società concessionaria dovrà presentare un nuovo piano economico finanziario.
Oggi la previsione di spesa del progetto Valdastico A31 nord è complessivamente di 1 miliardo 923 milioni di euro. Di questi, 891 milioni per il primo lotto e 1 miliardo 31 milioni per il secondo lotto, quello sul territorio trentino.

La copertura finanziaria è interamente a carico della società concessionaria Autostrada Brescia-Padova spa, anche se naturalmente in quanto all’interno delle opere considerate strategiche a livello europeo non si esclude che possano essere recuperate risorse dall’Europa.
L’impegno chiesto dalla Provincia di Trento per concludere l’intesa è che la Regione Veneto rinunci a realizzare la Nuova superstrada Valsugana per la quale nel 2011 aveva approvato il project financing e dichiarato il pubblico interesse sulla base della proposta del promotore Ati (Pizzarotti-Mantovani-Cis-Cordioli). Il governatore Luca Zaia nel suo programma di insediamento ha già detto di voler rivedere tutti i project financing, compreso questo. Con la realizzazione della Valdastico - è l’idea - la Regione potrebbe sostenere che la Nuova Valsugana diventerebbe antieconomica per la previsione di una riduzione del flusso di traffico.


LA NOTA DELLA PROVINCIA
La nota che la giunta provinciale ha approvato e che il presidente Rossi ha inviato a Roma specifica gli obiettivi imprescindibili della Provincia, per gli interessi del territorio provinciale, nella trattativa che ha deciso di avviare con lo Stato, e si fissano i tempi. In premessa si chiede che il Cipe «prenda atto del percorso istituzionale intrapreso dal ministero delle Infrastrutture, dalla Provincia di Trento e dalla Regione Veneto, in una prospettiva di leale collaborazione, al fine di valutare la rispondenza del tronco autostradale A31-Valdastico nord agli obiettivi strategici dei trasporti e della mobilità, indicati dal quadro programmatico europeo, nazionale, interregionale e provinciale».

Resta la priorità alla ferrovia.
Il Trentino insiste nel ricordare come: «Principale priorità del citato quadro strategico europeo dei trasporti è il rafforzamento dell’opzione ferroviaria con il Tunnel di base del Brennero e l’accesso allo stesso valico attraverso le misure volte ad assicurare un concreto avanzamento della progettazione e nella realizzazione delle opere ferroviarie della tratta a Sud del Brennero, in particolare della circonvallazione di Trento.

Togliere traffico alla Valsugana.
Nel documento si ricorda che l’autostrada Valdastico nord è inserita nella rete globale Ten-T (Comprehensive Network) quale «funzionale crocevia tra il Corridoio europeo est-ovest “Mediterraneo” e quello nord-sud “Scandinavo-Mediterraneo”e per questo «le nuove opere viabilistiche in territorio trentino e veneto devono essere funzionali all’alleggerimento del traffico stradale nella zona dei laghi e dell’Alta Valsugana e di Trento».
E pensare che nel 2012, quando il governo propose e ottenne l’inserimento della Valdastico nord tra le opere della rete transeuropea dei trasporti Ten-T, la Provincia aveva impugnato la decisione davanti alla Corte costituzionale per conflitto di attribuzione. Nel 2013 la Consulta respinse il ricorso sostenendo che non vi fosse alcuna «elusione della necessità dell’intesa» per il via libera all’opera. Ora è la Provincia a ricordare che la Valdastico nord è prevista nel sistema europeo di trasporti e quindi la sua eventuale realizzazione deve essere coerente con il contesto strategico complessivo.

Comitato paritetico: 45 giorni.
La nota di Rossi concorda con il ministero delle Infrastrutture che il Cipe prenda atto che ai avvia la procedura di intesa in base alle norme di attuazione dello Statuto di autonomia e che «per il perfezionamento dell’intesa si procede alla costituzione di un Comitato paritetico fra Stato, Regione Veneto e Provincia di Trento che entro <+nero>45 giorni<+testo> provvederà a verificare la sussistenza di tutte le condizioni previste ai fini dell’intesa e in particolare a definire la soluzione più rispondente agli obiettivi strategici analizzando e integrando le ipotesi progettuali allo studio nel quadro complessivo dei collegamenti che attraversano l’arco alpino orientale».

Il Cipe deciderà dopo 30 giorni.
Si stabilisce poi che «la soluzione individuata sarà sottoposta al Cipe nei successivi 30 giorni, previa delibera degli organi provinciali (giunta e consiglio provinciale trentini, Ndr.), regionali e statali competenti, comprensiva dell’attività e dei tempi previsti per la redazione del progetto definitivo e la sua approvazione da parte del Cipe». Insomma, tutto un due mesi e mezzo.

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