Vitalizi, un nuovo rinvio al pignoramento Restituzione a rate per Dellai e Iva Berasi

Nuovo rinvio sulla questione del recupero dei vitalizi. Dellai e Berasi, invece, restituiscono, ma a rate

di Luisa Maria Patruno

Nuovo rinvio sulla questione del recupero dei vitalizi e in particolare sulle azioni ingiuntive da effettuare tramite Trentino Riscossioni nei confronti degli ex consiglieri regionali che si sono rifiutati di restituire il dovuto in base alla nuova legge del 2014.

Ieri, la presidente del consiglio regionale, Chiara Avanzo, ha riunito l'ufficio di presidenza per fare il punto della situazione. «Trentino Riscossioni - spiega la presidente Avanzo - ci ha risposto che dal punto di vista tecnico e operativo loro sono pronti a procedere. Ora, però, noi dobbiamo confrontarci con i nostri legali e poi con la giunta regionale perché abbiamo deciso di muoverci in modo congiunto. Sentiremo gli avvocati ai primi di luglio».

Insomma, dopo mesi dalla prima lettera inviata a gennaio dalla presidente Avanzo agli ex consiglieri, che non hanno ancora restituito la loro parte di vitalizio, nella quale si annunciava la volontà di dare esecuzione alla legge procedendo con i pignoramenti, ed esplorati tutti gli aspetti giuridici, ora spetta alla politica, quindi all'ufficio di presidenza e alla giunta regionale decidere se procedere oppure no su questa strada assumendosene la responsabilità. Si vedrà nella prossima riunione ai primi di luglio se sarà la volta buona.

Rateizzazione per Dellai e Berasi.
Intanto, ieri l'ufficio di presidenza ha deciso di concedere la rateizzazione delle restituzioni dei contanti ricevuti chiesta dall'ex governatore Lorenzo Dellai e dall'ex consigliera provinciale Iva Berasi. «La rateizzazione - spiega Avanzo - è consentita dalla legge e dunque si procede a norma di legge». La decisione però è stata presa solo con i voti favorevoli di Avanzo, Piero De Godenz (Upt) e Florian Mussner (Svp). Il vicepresidente del consiglio Thomas Widmann (Svp) era assente «giustificato per una visita medica» e Veronika Stirner Brantsch (Svp) si è astenuta, come ha detto di voler fare su tutte le decisioni che riguardano i vitalizi e l'applicazione della nuova legge. Astenuto anche il rappresentante delle minoranze Giacomo Bezzi (Forza Italia) che dichiara: «Nella maggioranza regna la confusione più totale, il vicepresidente Widmann non partecipa quasi mai all'ufficio di presidenza e Stirner si astiene sempre. Non posso certo avallare io che rappresento l'opposizione le scelte della maggioranza».

Polizza sulla vita ritirata.
Come aveva annunciato la settimana scorsa, la presidente Chiara Avanzo ieri si è presentata in ufficio di presidenza conformando la sua volontà di ritirare la proposta di polizza sulla vita per i consiglieri regionali per tutte le cause di morte che sarebbe stata a carico del bilancio regionale per i due terzi del costo. Dopo le proteste che si sono subito levate da parte di Cgil, Cisl e Uil per quello che è stato battezzato subito come un ennesimo privilegio, nonché la contrarietà espressa dal consigliere Claudio Cia (Civica Trentina) che ha portato alla luce la questione e del gruppo del Pd, la presidente Avanzo ha deciso di ritirare la polizza ma ha chiesto ieri all'ufficio di presidenza di condividere la decisione. Anche in questo caso a favore si sono espressi oltre a lei solo De Godenz e Mussner mentre Stirner e Bezzi si sono astenuti. Quest'ultimo con la motivazione che: «La responsabilità a norma di regolamento era solo della presidente quindi spettava solo a lei decidere».

Fondi di investimento, avanti così.
Si è discusso anche degli investimenti in fondi di circa 330 milioni accantonati a copertura dei pagamenti dei futuri vitalizi. La presidente Avanzo ha spiegato che i contratti con i tre gestori Pensplan Invest sgr, Pioneer Investements e Intesa S. Paolo Private Banking sono già stati rinnovati e che sono stati modificati solo alcune condizioni. Comunque la questione su come investire i capitali pubblici sarà approfondita in una prossima riunione. Il consigliere Giacomo Bezzi aveva contestato in particolare gli investimenti di oltre 63 milioni in minibond.

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