Rossi: profughi nelle caserme e facciamoli lavorare

Il presidente Rossi ha espresso la necessità di far lavorare i profughi nel periodo, spesso lungo, in sono in attesa di sapere se sarà acccolta la loro richiesta di status di rifugiato

Chiedere al governo di poter utilizzare le caserme dismesse per accogliere i profughi e poi impiegarli nei lavori socialmente utili nel periodo in cui devono attendere la conclusione della procedura di richiesta dello status di rifugiato.

È questa la proposta che il presidente della Provincia, Ugo Rossi, ha avanzato ieri nell'incontro con gli altri governatori alla Conferenza delle Regioni e Province autonome in cui si è parlato del tema dell'immigrazione e di dove e come accogliere i migranti che sbarcano sempre più numerosi.

L'idea di fare lavorare i profughi per tenerli impegnati ha suscitato la reazione del segretario della Lega nord del Trentino, Maurizio Fugatti, che su Facebook invita chi non ha lavoro a chiamare il governatore Rossi nel suo ufficio in Provincia. «Digli che sei disoccupato anche tu!» esorta Fugatti polemicamente. E aggiunge: «Come se non ci fossero disoccupati trentini giovani e meno giovani disposti a fare questi lavori».

Sulla questione, i rappresentanti delle Regioni e delle Province autonome non hanno assunto alcuna decisione, ma hanno solo avuto un primo confronto sulla questione, visto che le posizioni sono molto diverse, con Regioni, come il Veneto e la Lombardia, governate da presidenti della Lega nord, che dicono un «no» secco all’accoglienza, ben sapendo per altro che non possono opporsi ai trasferimenti disposti dallo Stato in base ai contingenti già previsti dagli accordi siglati con le Regioni stesse. «Tra i governatori - spiega Ugo Rossi - ci sono visioni diverse sulla questione e quindi nell’incontro che abbiamo avuto c’è stato solo un giro di tavolo in cui ognuno di noi ha espresso le sue idee. Io ho detto che dentro una revisione delle regole e del contributo di ciascuna Regione sarebbe opportuno chiedere al governo di consentire su scala nazionale di utilizzare le ex caserme o quelle non più utilizzate, ma che sono ancora in buono stato, e di cui è ancora proprietario il ministero della Difesa, che potrebbero essere riadattate per la prima accoglienza dei profughi senza grosse spese».
«Anche in Trentino - prosegue il presidente della Provincia - abbiamo parecchi immobili statali inutilizzati, come le caserme, e avevamo anche provato a chiedere se c’era questa disponibilità senza però ottenere una risposta. Serve un direttiva generale dello Stato che valga per questi immobili in tutte le Regioni, per capire se c’è questa possibilità, non si può lasciare all’iniziativa di ogni singola autonomia».

Il presidente Rossi ha espresso poi la necessità di far lavorare i profughi nel periodo, spesso lungo, in sono in attesa di sapere se sarà acccolta la loro richiesta di status di rifugiato: «Io ho posto una serie di temi, perchè è necessario ci siano delle norme anche straordinarie: una volta che abbiamo accolto questa persone dobbiamo dare loro la possibilità di essere impiegate in qualche lavoro socialmente utile. Credo questo sia un elemento importante».  Sulla gestione e la distribuzione degli immigrati nelle varie regioni italiane, che vede la resistenza soprattutto di Veneto e Lombardia, Rossi aggiunge: «E chiaro che c’è un problema politico. Noi come Trentino Alto Adige abbiamo una impostazione molto chiara: siamo dentro un contesto che è quello di avere dei contingenti, quindi noi diamo la disponibilità per la gestione di questi contingenti e riteniamo che questo debba avvenire nel rispetto delle regole che tutti insieme ci siamo dati. Questo fenomeno va molto oltre la decisione delle singole Regioni: noi diciamo, in linea con il governo, che è un problema di tutta Europa, che deve essere coinvolta. Il nostro è uno spirito di accoglienza e rispetto della dignità umana, ma dobbiamo avere anche gli strumenti per poterli accogliere, perchè non dimentichiamo che accanto a quelli che arrivano nel nostro Paese, scappando da zone di guerra, dalla fame e dalla povertà, arrivano anche altre persone che non hanno queste caratteristiche di rifugiati e profughi».

Il governatore trentino ha fatto sua dunque la proposta - profughi nelle caserme e impiego nei lavori socialmente utili - che il 22 febbraio scorso era stata lanciata con un’intervista all’Adige dal segretario del Patt, Franco Panizza, per affrontare il problema. Allora Rossi aveva commentato: «Panizza non è in giunta. Alloggiare i profughi nelle caserme? È una delle ipotesi ma di difficile praticabilità da noi». Oggi dice: «Anche il governatore della Toscana e il Friuli Venezia Giulia condividono questa soluzione per la prima accoglienza dei profughi, soprattutto a fronte di grandi numeri, poi anch’io penso sia meglio distribuirli in piccoli gruppi sul territorio».

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