Comunali, pasticcio M5S: salta il deposito del simbolo

di Marica Viganò

Fra i simboli depositati al Servizio Autonomie locali quello del Movimento 5 Stelle non c'è. A Palazzo Europa, ieri pomeriggio, non sono riusciti a presentarsi tutti i sette candidati sindaco alle prossime comunali per registrare unitariamente il contrassegno. Pensavano di riuscirci, magari al fotofinish. Si erano dati appuntamento mezz'ora prima della chiusura dei termini utili, ma tutto è saltato: Nicola Versini, candidato pentastellato di Ala, era fuori provincia per lavoro, impossibilitato ad arrivare in tempo.

Era dalle prime ore del pomeriggio che Paolo Vergnano, candidato di Rovereto, camminava su e già per il corridoio del quarto piano del Centro Europa parlando al cellulare, dissimulando un certo nervosismo, per spiegare il problema ai suoi: «O ci presentiamo tutti insieme o non depositiamo il simbolo». È dunque partita la corsa a recuperare documenti, tessere, fogli e foglietti e dirigersi a Trento. L'importante era arrivare entro le 20. Non è andata bene: la lista dei simboli depositati presso la presidenza della giunta provinciale per le elezioni del 10 maggio si conclude con il numero 24, con il contrassegno presentato attorno alle 17 di ieri da Fratelli d'Italia.

A differenza di giovedì - prima giornata di raccolta dei contrassegni con un discreto movimento di persone, documenti, deleghe - ieri sono stati depositati due soli simboli: Fassa (si è presentato Luca Guglielmi con la richiesta di una delega) in merito all'elezione dei sedici componenti del Consei General e del Procurador del Comun General de Fascia; Fratelli d'Italia con Marika Poletti protagonista di un altro fuori programma, dato che non aveva con sé la carta d'identità ed è dovuta correre a casa a recuperarla.

Il vero pasticcio rimane però un'esclusiva del M5S, che in base al principio dell'«uno vale uno» hanno ricevuto da Beppe Grillo sette deleghe a depositare il simbolo, una a testa. Dunque sette depositi per sette contrassegni uguali: impossibile per la legge, che prevede per ogni simbolo un solo depositante, il quale può chiedere le deleghe per la presentazione delle liste sul territorio.
«Non esistono all'interno del nostro movimento deleghe, non esistono verticalizzazioni, ma "uno vale uno"» spiegava ieri Vergnano. «La legge regionale prevede che i contrassegni devono essere presentati da persona munita di delega, rilasciata da uno o più dirigenti regionali o provinciali di partito. Ebbene, il concetto di dirigente per noi è legato al finanziamento pubblico ai partiti. E nel M5S non ci sono dirigenti».

A Vergnano, arrivato al Servizio Autonomie locali con la propria delega al deposito, i funzionari hanno spiegato il «nodo» della legge: se avesse depositato per primo il contrassegno senza deleghe per le liste negli altri Comuni, avrebbe automaticamente escluso le liste pentastellate a Trento, Lavis, Ala, Riva, Mori, Dro, ossia nei territorio in cui il Movimento si sta organizzando per le elezioni. Due, dunque, le possibilità: non registrare nulla oppure consegnare insieme tutte le sette deleghe al deposito.

Erano le 18, circa quando si è capito che il simbolo non poteva essere depositato se non sacrificando la lista di Ala, dell'unico delegato non presente. «Delusione? Sì, certo - l'ammissione di Vergnano - Il primo partito d'Italia non sarà sul cartellone, perché per la legge c'è bisogno di dirigenti e di deleghe. Alla faccia della semplificazione. Ma noi ci presenteremo direttamente ai Comuni».

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