Reati ambientali, allarme di Amendola: «Mano libera all’industria che inquina»

Una risposta per rendere impossibile il ripetersi di disastri ambientali come quelli Eternit e della Terra dei fuochi: così è stato presentato il ddl sugli ecoreati, quando nemmeno 15 giorni fa ha superato lo scoglio del Senato con il sostegno di un’ampia maggioranza.

Ma ora che il testo sta per essere definitivamente approvato dalla Camera, uno dei maggiori esperti di reati ambientali, il procuratore di Civitavecchia ed ex pretore d’assalto Gianfranco Amendola, lancia l’allarme: se non sarà modificato diventerà legge anche una norma che, al contrario degli annunci fatti, dà «mano libera all’industria che inquina» e il cui obiettivo è «evitare» l’intervento dei «giudici troppo zelanti». «È la risposta dei poteri forti alle vicende Ilva, Eternit» e ad altri casi analoghi, dice senza giri di parole il pm.

Sui rischi di questa norma Amendola ha scritto un dettagliato articolo sulla rivista giuridica «Lexambiente.it», mentre sulle mailing list dei magistrati ha invitato i colleghi che condividono i suoi timori a mobilitarsi, con un appello o una raccolta di firme, «nell’interesse dei cittadini tutti».
Il problema è nella nuova formulazione dell’articolo 452 quater del codice penale che, dopo il sì del Senato, recita: «chiunque abusivamente cagiona un disastro ambientale è punito con la reclusione da 5 a 15 anni».

Il nodo è tutto nell’avverbio usato in quelle due righe. «Avremo, così, unico Paese al mondo, il delitto di disastro ambientale "abusivo", e cioè un disastro che può essere punito solo se commesso ‘abusivamentè.
Altrimenti, il fatto non sussiste e l’imputato viene assolto- spiega il procuratore- È evidente, infatti, che punire solo chi cagiona abusivamente un disastro ambientale o un inquinamento rilevante, significa, a contrario, accettare che possa essere lecito o, addirittura, autorizzato un disastro ambientale (con morti, devastazioni ecc.). Purchè non sia “abusivo”».

«Basta che una attività industriale abbia avuto dalla pubblica amministrazione un’autorizzazione e si può fare di tutto, anche a rischio della incolumità pubblica», aggiunge Amendola ricordando che in Italia «sono state autorizzate attività industriali che in nessun altro Paese civile lo sarebbero state. Basta pensare all’Ilva».
«Sembra quasi che il vero scopo sia quello di creare scappatoie per gli inquinatori e non di tutelare la salute e l’ambiente - conclude amaro -. Con buona pace della Costituzione e dei dettami della Ue».

Sandra Fischetti [Ansa]

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