Vitalizi, ecco l'elenco segreto dei consiglieri che hanno restituito gli anticipi

di Luisa Maria Patruno

Finalmente l’Adige è in grado di pubblicare i nomi degli ex consiglieri e consiglieri regionali più virtuosi, quelli cioè che invece di fare ricorso o guadagnare tempo hanno deciso di restituire - nel pieno rispetto della nuova legge - gli anticipi dei vitalizi ricevuti in contanti o sotto forma di quote del Fondo Family, così come previsto dalla riforma approvata nel luglio scorso, dando il buon esempio.

Dopo che il compianto presidente del consiglio regionale Diego Moltrer, l’anno scorso, aveva consegnato nomi e cifre di chi aveva ricevuto le «pensioni d’oro», suscitando l’indignazione generale, e poi anche di coloro che si sono opposti al ricalcolo e alla richiesta di restituzione rivolgendosi al giudice, la nuova presidente del consiglio regionale, Chiara Avanzo, aveva deciso - con un cambio di linea incomprensibile - di non consegnare ufficialmente proprio i nomi di chi ha risposto positivamente alle richieste dell’ente pubblico, restituendo i soldi, accampando ragioni di privacy. E così ha deciso anche il Movimento 5 Stelle, entrambi in attesa di una risposta del Garante delle privacy. 

Eppure è difficile non ritenere irrazionale il riserbo - trattandosi di soldi pubblici e dopo aver detto tutto di chi non vuol pagare - proprio sui nomi di chi invece ha deciso di rispettare la riforma dei vitalizi. Si tratta dei 55 ex consiglieri  - tra gli 87 che ogni mese ricevono l’assegno e avevano ottenuto l’attualizzazione - e che già hanno consentito alla Regione di recuperare oltre 4.700.000 euro (circa 1 milione in contanti e 3,6 milioni in quote del Fondo family). Oltre a questi ci sono i 2,7 milioni restituiti dai consiglieri o ex consiglieri che non hanno ancora maturato il diritto all’assegno vitalizio e che in questa fase devono restituire l’intero anticipo ricevuto oltre a prendere atto del passaggio delle loro quote del Fondo Family (in totale 14.390.000 euro) in capo al consiglio regionale. Questi 7,4 milioni riconsegnati sono destinati al Fondo per la famiglia e l’occupazione istituito dalla Regione proprio per utilizzare le risorse recuperate per il welfare a sostegno delle famiglie e per i disoccupati.

Tutti i nomi che figurano qui a fianco, che prontamente hanno ridato i soldi rinunciando a ingaggiare una battaglia legale e giudiziaria con il consiglio regionale, opponendosi alla revisione della legge del 2012, consentono fin d’ora alla Regione, tramite le due Province, di aiutare con questi soldi cittadini trentini che si trovano oggi sicuramente in maggiori difficoltà economiche rispetto agli ex consiglieri regionali.

Purtroppo, mancano ancora all’appello 1.347.000 euro di contanti di 7 ex consiglieri fra i 40 che non hanno ancora maturato il diritto all’assegno vitalizio, che hanno fatto ricorso; e poi 5.358.000 euro dei 34 ex consiglieri regionali già percettori di vitalizio, che hanno avviato il contenzioso decisi a resistere. Ma non è escluso che possano avere un ripensamento, come hanno dimostrato Pino Morandini, che ha ritirato il ricorso e restituito ben 319.955,90 euro tramite cessione della sua quota del Fondo Family e gli altoatesini Arnold Tribus e Hermann Thaler.

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CHI VERSA SUBITO E CHI A RATE

La nuova legge sui vitalizi prevede che i 40 tra ex consiglieri e consiglieri regionali ancora in carica, che avevano ricevuto gli anticipi attualizzati e le quote nel Fondo Family pur non avendo ancora maturato il diritto all’assegno vitalizio (per ragioni d’età o perché appunto ancora consiglieri regionali) debbano ora restituire tutto: i contanti e le quote del Fondo Family.

Quando raggiungeranno l’età della pensione (65 anni anticipabili con penalità) e non saranno più consiglieri, potranno riavere gli anticipi in contanti, ma ricalcolati al ribasso. Come si vede nella tabella qui sotto, la maggior parte di questi 40 - esattamente 24 persone - ha restituito per intero l’anticipo. Ci sono poi consiglieri, che si sono avvalsi di altre modalità di restituzione dilazionate nel tempo, consentite dalla legge. Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino) e Mauro Gilmozzi (Upt) hanno, ad esempio, deciso di restituire tramite il recupero, dal novembre scorso, del contributo mensile di 784 euro per il Fondo di solidarietà, fino al termine della legislatura, più conguaglio finale. E così hanno deciso di fare, dal febbraio scorso, anche Tiziano Mellarini (Upt) e Veronika Stirner (Svp). Il consigliere altoatesino Andreas Pöder ha versato subito 100 mila euro e per il resto attiverà il recupero mensile sul Fondo di solidarietà. Tra gli ex consiglieri provinciali, invece, da notare le difficoltà dei parlamentari in carica a restituire subito tutto. Sia il deputato ed ex governatore Lorenzo Dellai che il senatore della Lega, Sergio Divina hanno chiesto una rateizzazione dei pagamenti. Il senatore e segretario del Patt, Franco Panizza, ha restituito 100.000 euro ma ne mancano 16.650,55, che ha annunciato che verserà nei prossimi 2-3 mesi. L’ex consigliera dei Verdi, Iva Bersari, ha chiesto la rateizzazione e il ladino Luigi Chiocchetti altri due mesi di tempo per versare l’intera somma. Infine Juliane Unterperger si è riservata di chiedere la restituzione delle contribuzioni a copertura del debito. Ci sono poi sette ex consiglieri che hanno fatto ricorso opponendosi alla restituzione.

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