Grillo: dialogo con il Pd su Rai e reddito di cittadinanza

Possibile apertura al dialogo con tutti (Pd compreso) su Rai e reddito di cittadinanza. È la nuova linea del MoVimento 5 Stelle, illustrata dal leader Beppe Grillo in un’intervista al Corriere della Sera in edicola oggi.

Grillo parla dell’incontro dei giorni scorsi con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «In questa occasione - spiega il leader del M5S - Mattarella mi è sembrato una persona gentile, sensibile ai temi del Movimento, dalla lotta alla corruzione alla mafia (che ormai è cambiata, è diventata quasi a norma di legge, 2.0), al reddito di cittadinanza, su cui sembrava molto d’accordo. Abbiamo speso tempo per far capire al presidente che non sono come mi descrivono, quello che urla, e credo sia rimasto piacevolmente sorpreso. È già un buon inizio. Lui ovviamente deve essere al di sopra delle parti, mi sembra un garante della Costituzione molto preparato, anche se non sta a me giudicare».

Quanto al reddito di cittadinanza, per Grillo «è vedere il mondo del lavoro in un altro modo, è un diritto civile. Ed è anche uno dei nostri due punti cruciali in economia insieme al referendum sull’euro. Si tratta di dare una occasione alla gente. È destinato a chi perde il lavoro, a chi non lo raggiunge. Sono 780 euro al mese, ma varia a secondo del numero dei componenti familiari.

Penso a una coppia con figli, lei casalinga: gli si potrà garantire 1.200-1.300 euro. Nel frattempo chi ne usufruisce segue un percorso con lo Stato. Gli si offrono due-tre lavori, se non li accetta, perde il reddito. Cambierà anche il rapporto con lo Stato, i sindacati, le imprese: un conto è che puoi licenziare con il Jobs act che si abbatte come una scure con alle spalle il reddito di cittadinanza, un altro conto senza. Dobbiamo tenere presente una cosa: in Italia solo il 40% delle persone ha un reddito da lavoro, il 30% sono figli, persone a carico, il 20% vive da reddito indiretto - con le pensioni - e il 10% con i sussidi».

E per le coperture «i soldi li troviamo. Spendiamo 45 miliardi per gli armamenti, 20 per la formazione professionale. Poi c’è il gioco d’azzardo e le persone che hanno 2-3 milioni di euro di reddito. Se gli prendi lo 0,5-l’1% a questo scopo non credo siano contrari. Discuteremo anche con la Cei...».

Sull’ipotesi, suggerita dai cinquestelle, di rivedere anche il meccansimo dell’otto per mille per finanziare questa forma estesa di sussidio di disoccupazione, Grillo sottolinea: «Ne discuteremo, ma credo che papa Francesco sarà sulla nostra stessa lunghezza d’onda».

Poi, sempre in merito al reddito di cittadinanza, prosegue: «Sono contento che se ne parli. Io auspico tutte le convergenze del mondo. Bisogna capire che la povertà va affrontata come una malattia, non come un reato. Se ci sono proposte, siamo aperti a qualsiasi discussione. Noi il reddito di cittadinanza vogliamo farlo e vogliamo che sia chiaro che il merito è del M5S».

Alla domanda se il M5S sia disposto su questo a trovare una mediazione, Grillo risponde così: «Assolutamente sì. Per noi il principio è che nessuno deve rimanere indietro, sennò vanno su le destre, i fascisti».

E sulla riforma della Rai, su una tv senza l’influenza dei partiti, un’idea condivisa nei principi anche dal governo, Grillo afferma: «Sì, se ci atteniamo ai contenuti. Poi ci sono odi interni e invidie, tante nostre proposte sono state bocciate a priori. Se superiamo questo scoglio, come abbiamo sempre fatto sulle cose buone, su Rai e reddito di cittadinanza dialoghiamo con tutti, anche con il Pd. Ma ci deve essere onestà intellettuale».

Infine, parlando della campagna elettorale per le regionali, alla domanda se andrà in tour, Grillo risponde così: «Non come prima: ho dei sostituti meravigliosi. Il Movimento non è una cosa che possiamo gestire solo io e Casaleggio, siamo cresciuti, abbiamo altri numeri. Nelle liste per le regionali abbiamo persone di prim’ordine. Le piazze non funzionano più. Resteremo sotto il palco, staremo a contatto con la gente. Io già faccio gli autogrill, mi sento un attivista come lo ero nel 2005-2006».

Mentre sulla partecipazione alle trasmissioni tv spiega: «Sono sempre contrario ai talk show, ma ognuno è libero di scegliere il da farsi. Alla tv credo meno perché siamo un Movimento nato in rete però capisco che ci sia una fetta di elettorato che si informa con i canali tradizionali. Può essere che forse abbia sbagliato io».

Immediate, poco fa, le prime reazioni dem: «Grillo cambia rotta? Se l’intervista di oggi è una vera inversione di linea e le parole del leader cinque stelle non sono mera propaganda, credo che il Pd debba essere pronto a confrontarsi nel merito delle questioni. Senza pregiudizi», dice il capogruppo alla Camera, Roberto Speranza, interpellato in Transatlantico a Montecitorio.

Gli fa eco su twitter il deputato del Partito democratico e segretario della commissione di vigilanza Rai, Michele Anzaldi: «Il sogno dei partiti fuori dalla Rai sempre più a portata di mano. Apertura di Beppe Grillo sul Corriere spiana strada a dialogo Pd-M5s».

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