Nuovo ospedale, Rossi conferma: si farà ma costerà meno

di Angelo Conte

La volontà di realizzare il Not, il Nuovo ospedale del Trentino «c'è e anche le risorse, sebbene ci sia la volontà di rimodularle, ci saranno». La Provincia, «all'interno dei paletti che sono stati posti dalla sentenza del Consiglio di Stato non rifarà il progetto, ma cercherà di rivedere il bando alla luce del fatto che le condizioni sui mercati sono cambiate e che il dovere di ogni amministratore è di cercare di ridurre l'esborso pubblico».

Il presidente della Provincia, Ugo Rossi, interviene così dopo l'annuncio dell'assessore provinciale alla salute, Donata Borgonovo Re, di uno slittamento dei tempi di realizzazione dell'ospedale (si stima di impiegarci tra i 4 e i 5 anni in più), e quello di Mauro Gilmozzi, responsabile dei lavori pubblici, relativo allo spostamento delle risorse dal Not alla Loppio-Busa.

E lo fa per rassicurare sulla volontà di fare il nuovo ospedale e sulla disponibilità delle risorse per il futuro appalto. E per spiegare che, rispetto alla tempistica, i 7 o 9 anni sono una quota che non si può confermare o meno, perché «il vero tema qui, come nel resto d'Italia, è quello di avere una soluzione che permetta di dare tempi rapidi e certi quando si parla di grandi opere. Una questione che dovrebbe stare a cuore anche alle imprese e sulla quale, prendendo spunto anche dalla questione dell'appalto sul Not, ho scritto una nota nelle scorse settimane al presidente del consiglio Renzi che so sensibile alla questione».


Rispetto a quanto detto dai due assessori su ritardo nella conclusione del nuovo ospedale e sull'utilizzo, per un certo numero di anni, delle risorse messe a bilancio per il Not su un'altra opera, Rossi spiega di essere in sintonia con entrambi. «Come hanno detto l'assessore alla salute, che non ha parlato di un ritardo di 7-9 anni, e Gilmozzi che ha spiegato come si potrebbero usare i soldi, io ribadisco la posizione dell'amministrazione provinciale che è la seguente: e cioè si parte dal fatto che la sentenza determina un ritardo nell'iter del Not ed è evidente che quando c'è un ritardo non si lasciano i soldi fermi ma si usano per altre cose.

Questo però non vuol dire che non ci saranno per il Not, ma solo che si rimodulano le risorse per averle da una certa data in poi». Rispetto all'ipotesi di rifare il progetto, Rossi spiega che non «sarà rifatto, ma si tratta di applicare una sentenza che richiede una interpretazione che riguarda il bando e per applicare la quale occorre del tempo. Nell'applicare la sentenza verifichiamo se si può migliorare il bando sia dal punto di vista sostanziale finanziario e sia dei risultati attesi». Alla domanda se questo significa che si cercherà una strada per ridurre il costo dell'opera, Rossi replica che «verificare se sia possibile ridurre i costi è dovere per la pubblica amministrazione». Rispetto a chi teme che il Not possa non essere più una priorità per la giunta, in tempi di riduzione di risorse, Rossi risponde che: «La volontà di farlo e la necessità di farlo sono per noi un fatto acclarato».

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