I dazi di Trump minacciano l'export agroalimentare

I dazi degli Stati Uniti sui prodotti Ue potrebbero fare «molto male» all’Italia, con stime di un minaccioso crollo dell’export dell’agroalimentare, e per questo l’attenzione del Governo sul tema è «massima». A riconoscere la difficoltà della partita è Giuseppe Conte che dal Villaggio Coldiretti di Bologna ha risposto alle preoccupazioni di coltivatori e allevatori italiani. Mentre da Bruxelles arrivano indiscrezioni su tariffe Usa ai prodotti europei che potranno ammontare a 7 miliardi, il presidente del Consiglio ha riconosciuto che il quadro «non è facile». Tuttavia, ha assicurato, ce la «metterà tutta» in prima persona per difendere una fetta importante di Made in Italy.

La scure di Donald Trump, sulla cui liceità è attesa a giorni la pronuncia dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), rischia secondo stime Coldiretti di compromettere seriamente l’export dell’agroalimentare italiano, anche fino al 90% per un prodotto simbolo come il Parmigiano. Un dato allarmante che oggi ha chiamato per la prima volta insieme in piazza il popolo del Parmigiano Reggiano e quello del Grana Padano, uniti a Bologna per il Parmigiano Day. Prodotti che da un lato festeggiano un record di esportazioni all’estero (+16%) e che però sono insidiati, in primis dai «fake». Secondo stime Coldiretti la produzione di «finti» Parmigiano e Grana, una fantasiosa varietà che va dal ‘Parmesan’ al ‘Grana Pampeana’, ha superato nel mondo quella degli originali. Tra i maggiori produttori di falsi figurano proprio gli Stati Uniti e la situazione, denunciano gli agricoltori, «rischia di aggravarsi» proprio «con il via libera del Wto ai dazi proposti da Trump».

I dazi Usa ai prodotti Ue sono una pressione conseguente all’annosa disputa sui sussidi pubblici ad Airbus, rivale dell’americana Boeing. Le ultime indiscrezioni sul valore di questi dazi arrivano da Bruxelles: a filtrare è l’ipotesi che Washington imponga tariffe sui prodotti europei per circa 7 miliardi di euro. Nel mirino aerei e parti di aerei prodotte in Europa ma anche altri settori, in primis l’agroalimentare. Gli occhi sono puntati alla settimana prossima, quando - tra lunedì e martedì - il Wto pubblicherà il documento che stabilisce l’entità delle compensazioni che gli Stati Uniti possono chiedere all’Unione europea per gli aiuti a Airbus giudicati illegali dalla stessa Organizzazione mondiale per il commercio.

Quella dei dazi non è però l’unica partita economica con l’estero che tiene banco nell’agenda di Conte. Dal palco della Coldiretti il premier ha chiesto agli agricoltori di essere alleati del Governo per un New Green Deal, che punti su biologico e rinnovabili, si è impegnato a non intervenire sul gasolio agricolo e sulla fiscalità nel settore, ma ha anche sottolineato la sfida aperta sulla Pac, la Politica agricola comune. Su questo fronte, ha rimarcato, c’è un negoziato che «non sta bene all’Italia» e per il quale vanno aggiunti criteri «compensativi» a quello della superficie, come l’occupazione.
Quanto al trattato Ceta, tra Europa e Canada, l’obiettivo - ha detto Conte - è di lavorare per ottenere «il rispetto di tre principi fondamentali: parità di condizioni, efficacia dei controlli e reciprocità delle norme su impatto ambientale, economico e sociale». Poi la lotta ai reati agroalimentari, che va di pari passo con la tutela del Made in Italy, e quella per la tracciabilità dei prodotti, con l’impegno a varare il prima possibile il decreto attuativo per la legge di febbraio sull’etichettatura.

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