Mediterraneo, strage di migranti

Nuova tragedia nelle acque del Mediterraneo. 117 migranti sono morti in un naufragio al largo delle coste libiche.

A bordo del gommone avvistato ieri al largo delle coste di Tripoli c’erano 120 persone. A riferirlo è il portavoce dell’Oim, Flavio Di Giacomo. «I tre sopravvissuti arrivati a Lampedusa ci hanno detto che erano in 120 - spiega -. Dopo 11 ore di navigazione hanno imbarcato acqua e hanno cominciato ad affondare e le persone ad affogare. Sono rimasti diverse ore in acqua. Tra i dispersi, al momento 117, ci sono 10 donne, di cui una incinta, e due bambini, di cui uno di 2 mesi».

La Guardia Costiera italiana in una nota spiega che «l’operazione, sotto il coordinamento libico, si è conclusa nella notte di ieri dopo l’intervento di un elicottero della Marina Militare italiana, che ha tratto in salvo tre naufraghi; una nave mercantile dirottata dai libici, giunta in zona, ha effettuato un’attività di ricerca non trovando alcuna traccia del gommone».

«Meglio morire che tornare in Libia», hanno detto i tre sopravvissuti.


 

Sea Watch, soccorse 47 persone su un gommone

«Abbiamo appena soccorso 47 persone a bordo di un gommone in difficoltà. In precedenza, Alarm Phone (servizio di segnalazione telefonica per imbarcazioni in difficoltà, ndr) e Moonbird (aereo della ong che avvista migranti nel Mediterraneo, ndr) avevano informato l’imbarcazione e le autorità di un possibile caso. Dopo una ricerca, la Sea-Watch 3 li ha trovati. Ora sono tutti in salvo e ci stiamo prendendo cura di loro». Lo scrive la ong Sea-Watch su twitter.

Conte, scioccato da nuova strage

«Sono rimasto scioccato da questa nuova strage». Lo ha detto il premier Giuseppe Conte a Matera. «Siamo più convinti di prima - ha aggiunto - nel contrastare i trafficanti».

«Come premier non avrò pace fino a quando questi trafficanti, uno a uno, non saranno assicurati alla Corte internazionale penale», ha detto ancora Conte.

De Falco, spero che la Marina chiarisca su naufragio

«Spero che la Marina militare e la Guardia Costiera ci forniscano ogni ragguaglio della situazione: l’Italia non può rinunciare alla propria civiltà, in nessun caso, non abbiamo duemila anni di storia alle nostre spalle per rinunciare alla nostra vera identità». Così il senatore e ufficiale di Marina Gregorio De Falco preoccupato per il naufragio tra la costa libica e Lampedusa: «ricordiamoci che esistono obblighi di soccorso derivanti sia da norme di diritto internazionale che interno, oltre al buon senso», dice.

Salvini, le Ong tornano in mare e i migranti a morire

«Una riflessione: tornano in mare davanti alla Libia le navi delle Ong, gli scafisti ricominciano i loro sporchi traffici, le persone tornano a morire. Ma il ‘cattivo’ sono io. Mah...». Così il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, annunciando una diretta su Facebook.

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