Germania, allarme neonazi Sospetti legami con polizia

Il caso dei tumulti razzisti di Chemnitz si allarga, coinvolgendo nelle indagini non più solo i gruppi di estrema destra ma anche i loro sostenitori nelle istituzioni, presumibilmente nella polizia. Sulla pagina Facebook di Pro-Chemnitz, uno dei gruppi promotori della marcia anti-stranieri, è stata pubblicata una copia del mandato di arresto dell’iracheno di 22 anni accusato dell’omicidio del falegname tedesco di origine cubana.

Nel documento compaiono ogni tipo di dettagli personali riservati: nome, cognome, numero di telefono. E la motivazione del gruppo di estrema destra, postata sul social media, è semplice: «Ci si sente in dovere di informare i cittadini senza riserve sui fatti accaduti». Giudicato dalla procura di Dresda «conforme a quelli autentici», il documento è stato rimosso dopo qualche ora dalla rete, ma intanto era comparso anche su un altro sito: quello del fondatore di Pegida, il movimento xenofobo e islamofobo, Lutz Bachmann.

Chi è stato a diffondere un documento riservato, la cui pubblicazione costituisce una minaccia per l’accusato e una violazione del diritto? si chiede la stampa tedesca oggi. Per ora la procura di Dresda ha aperto un fascicolo per violazione del segreto d’ufficio. Ma fin dalle prime ore della mattina i sospetti si sono concentrati sulla polizia, tanto da rendere necessario l’intervento del ministro-presidente della Sassonia, Michael Kretschmer, che ha tuonato: «Se sento che l’ordine di arresto è stato presumibilmente diffuso dalla polizia a circoli di destra, allora penso che abbiamo un grosso problema».

Bachmann, co-fondatore di Pegida, non sarebbe estraneo a contatti con inquirenti di rilievo se - come riferisce Faz-online - pochi minuti dopo l’attentato di Natale del 2016 diffondeva la notizia di un ricercato tunisino, per poi vantarsi in un twitter successivo di avere fonti «significative» tra le alte sfere della polizia berlinese.

Di certo gli errori della polizia iniziano a sommarsi: dopo aver sottovalutato per due volte le manifestazioni di domenica e poi di lunedì, l’ultima delle quali si è conclusa con un bilancio finale di 20 feriti, la questione ora potrebbe essere ancora più imbarazzante. Le opposizioni vanno all’attacco del ministro degli interni, Horst Sehhofer, per la debolezza della sua risposta. «Mandiamo la polizia federale ovunque ci siano tifosi che minacciano scontri e qui non lo si è ritenuto necessario?» ha detto il vice-capogruppo dei Verdi, Konstantin von Notz. Il ministro, stavolta, non manca di esprimere la sua condanna per la pubblicazione su internet che definisce «del tutto inaccettabile», mentre dal governo si cerca di gettare acqua sul fuoco e rassicurare la cittadinanza: «Potete stare sicuri che l’intera compagine di governo è consapevole della serietà del tema», ha detto oggi la portavoce di governo, Ulrike Demmer.

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