La popolazione mondiale verso i 7,5 miliardi

In un mondo che ormai si avvia a superare i 7,5 miliardi di persone una pianificazione familiare adeguata è indispensabile, ma una fetta consistente della popolazione mondiale ha ancora come unico metodo contraccettivo gli impacchi di aceto o le spugne da cucina. Al controllo delle nascite, a 50 anni da quando la pianificazione è stata definita per la prima volta un diritto umano, è dedicato il World Population Day, che lo United Nations Development Programme celebra domani.

Alla conferenza di Teheran del 1968, ricorda l’Undp, si sancì che ‘i genitori hanno il diritto umano fondamentale a determinare liberamente e responsabilmente il numero dei propri figli e gli anni tra un parto e l’altro«. Tuttavia si stima che 214 milioni di donne nel mondo non abbiano l’accesso alla pianificazione e 155 milioni non usano nessun metodo, mentre 59 milioni sono preda di leggende e miti sulla contraccezione, che in molti casi hanno ancora influenza anche nei paesi avanzati.

Alcuni di questi prevedono l’ingestione o l’inserimento in vagina di sostanze pericolose, dall’aceto al succo di limone ad alcune erbe, fino ad arrivare alle spugne da cucina. In altri casi al posto del condom si utilizzano oggetti, come i palloncini o i sacchetti di plastica, che oltre a non prevenire le gravidanze rischiano di provocare danni ai genitali. «La pianificazione familiare non è solo una questione di diritti umani - afferma Natalia Kanem, direttore esecutivo del programma - è anche centrale per l’empowerment delle donne, ridurre la povertà e raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile».

La pianificazione, affermano diversi esperti, serve anche a rallentare la crescita della popolazione mondiale. Ad oggi, scrive ad esempio il matematico Andrew Hwang su The Conversation, abbiamo toccato i 7,5 miliardi di persone, e le risorse del pianeta rischiano di non essere sufficienti. La Terra ad esempio può garantire 1,9 ettari di terreno procapite, ma negli Usa il consumo per persona è 9,5 ettari. Ancora peggiore è la situazione dell’acqua, con un americano medio che ne consuma 4mila litri al giorno, di cui metà per generare elettricità, un terzo per l’irrigazione e un decimo per il consumo personale. Se tutta la popolazione mondiale avesse questi consumi si supererebbero i 10mila chilometri cubi di consumo l’anno, quando la somma di tutta l’acqua dolce presente sul pianeta è di 91mila chilometri cubi. «Come matematico - conclude Hwang, che insegna al College of the Holy Cross in Massachussets - credo che ridurre il tasso delle nascite sia la nostra migliore prospettiva per aumentare lo standard di vita globale».

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