Forte sisma in Messico Ci sono almeno 50 morti

AGGIORNAMENTO: Il coordinatore nazionale della Protezione civile messicana ha rivisto al rialzo il bilancio dei morti provocati finora dal terremoto in Messico rispetto alla stima fatta pochi minuti fa dal ministero dell’Interno. Secondo quanto ha reso noto in un tweet Luis Felipe Puente, le vittime accertate del sisma sono 248, di cui circa la metà nella capitale: 72 nello Stato di Morelos, 117 a Città del Messico, 43 nello Stato di Puebla, 12 nello stato del Messico, 3 in quello di Guerrero e uno in quello di Oaxaca.

Una capitale, e un intero Paese, sotto shock. Nella prima notte dopo il fortissimo terremoto di ieri, Città del Messico conta i morti, mentre i soccorsi cercano disperatamente di salvare chi è rimasto sotto le macerie. Ma non c'è stato niente da fare per otto bambini e una maestra rimasti intrappolati dentro una scuola.

Il bilancio della mega-scossa di magnitudo 7.1 è tragico e nel corso della notte non ha mai smesso di aggravarsi. Di ora in ora, gli aggiornamenti sono state costanti: l'ultimo è di 149 morti, gran parte dei quali nello stato di Morelas e a Città del Messico, oltre che a Puebla e negli stati del Messico e di Guererro. Sui tanti fronti dell'emergenza, l'aspetto centrale è quello di salvare chi è rimasto sotto i detriti dei tanti crolli in città: una quarantina, ha precisato il presidente Enrique Pena Nieto, tra i quali quello nella scuola 'Enrique Rebasamen' dove sono rimasti intrappolati anche dei bambini. Otto di loro sono morti insieme ad una maestra del collegio dal quale, riferiscono i media locali, una piccola di sei anni ancora intrappolata è riuscita a entrare in contatto via Whatsapp con i soccorritori.

A sottolineare la lotta contro il tempo per scavare tra i detriti alla ricerca dei sopravvissuti è stato tra gli altri il sindaco Miguel Angel Mancera, che ha disposto lo 'stato d'emergenza' in tutta la città. Oltre agli uomini delle forze di sicurezza - tra i quali 3 mila miliari - tantissimi volontari hanno preso parte alle operazioni di soccorso fin da subito dopo la mega-scossa di ieri alle 13,14 (ore locali).

La megalopoli-capitale, dove 49 persone che hanno perso la vita, è rimasta profondamente ferita dal terremoto. Il rientro a casa di migliaia e migliaia di persone si è svolto in mezzo a numerose difficoltà e un clima caotico, tra l'altro per le fughe di gas e strade chiuse, molte delle quali senza semafori a causa dei black out, soprattutto nell'area del centro e del sud della capitale: in totale, circa 3,8 milioni di persone sono rimaste senza elettricità, 2 milioni a Città del Messico. "Ero in un bar prendendo un caffè nella zona di Prados de Coyoacan, è arrivata la scossa e sono stato letteralmente scaraventato fuori. In genere sono io a mantenere i nervi saldi, ma questa volta ho avuto tanta paura, sono stato confortato da chi mi stava vicino per strada", racconta all'ANSA Marcos Martinez.

I commenti di tutti in città sono soprattutto due e mettono in luce i tratti fondamentali della scossa: ieri, la terra ha tremato in modo ancora più violento sia del devastante sisma del 1985 (10 mila morti, anche questo un 19 settembre) sia di quello dello scorso 7 settembre, che ha avuto un'intensità maggiore (8,2) e nel quale hanno perso la vita 100 persone.

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