Hillary in metropolitana Cinque tentativi falliti

In campagna elettorale si dicono tutti «vicini al popolo». Poi però - quando non si scoprono depositi di denaro nei paradisi fiscali (è il caso del primo ministro britannico David Cameron) - basta poco per assistere a qualche scivolone. Basta chiedere quanto costa un litro di latte o il biglietto dell’autobus per vedere in che mondo vive qualcuno.

E oltreoceano la prova televisiva «inchioda» l’ex first lady ed ex segretario di Stato Hillary Clinton nel «test» del trasporto pubblico. Aspirante presidente lontano dalla vita di tutti i giorni? Una «accusa» classica in campagna elettorale, in particolare se si tratta di Hillary, che questa volta è inciampata proprio sulla metropolitana di New York, stato dove si gioca parte della sua corsa alla Casa Bianca.

Prova ad entrare nella metropolitana della Grande Mela e ci riesce solo dopo cinque tentativi: ogni volta è stata bloccata al tornello, perché non era capace di utilizzare correttamente la «MetroCard», la tessera che dà accesso alla subway cittadina. Insomma è parso evidente a tutti che non viaggia così spesso sui mezzi pubblici. Eppure dello Stato di New York è stata senatrice per otto anni, forse però - si insinua - troppo lontana dalla stazione del Bronx, dove ha avuto luogo l’episodio puntualmente colto in video, fatto girare, e rimbalzato nei titoli di giornali, Tv e siti.

D’altro canto però il suo rivale Bernie Sanders -lui nativo di Brooklyn- non è da meno: pare infatti che il 74enne senatore del Vermont fosse convinto che per utilizzare la subway a New York si usassero ancora i gettoni, come ha candidamente rivelato in una intervista. E invece la MetroCard è stata introdotta nel 2003, durante il primo mandato da senatrice per Hillary Clinton.

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