Migrante marocchino nascosto nella valigia: muore asfissiato

Morto soffocato all’interno di una valigia nel disperato tentativo di raggiungere «l’eldorado» europeo: dalle coste meridionali del continente fino a Calais, il porto della Francia settentrionale da cui ogni giorno migliaia di migranti tentano di raggiungere la Gran Bretagna, è ormai tragedia senza fine.

Ieri, un giovane marocchino di 27 anni, è stato ritrovato morto stipato in valigia poco prima che il Sorolla, il traghetto su cui viaggiava nascosto con la complicità del fratello maggiore, attraccasse ad Almeria, nella costa del sud della Spagna. Cinque ore e mezza di traversata al buio, in condizioni disumane, in pieno agosto, con temperature vicine ai 32 gradi.

«Non c’è stato nulla da fare», riferiscono fonti spagnole vicine all’inchiesta citate dal quotidiano El Pais. Il fratello maggiore, che ha passaporto francese, è stato arrestato dalla Guardia Civil.

La folle avventura comincia intorno alle tre del pomeriggio, quando l’auto con a bordo i due marocchini si imbarca a Melilla a bordo del ferry della Transmediterranea.

Passato il controllo dei documenti e il blocco dei cani anti-droga, il maggiore chiude l’auto in garage e si dirige verso la zona passeggeri. Il fratello è nascosto nel cofano senza alcuna possibilità di liberarsi o chiedere aiuto.

Secondo le prime ricostruzioni, la morte, inesorabile, per asfissia, lo avrebbe colto già poco dopo la partenza. «Una delle ipotesi più probabili - spiegano le autorità locali - è che una volta ad Almeria i due avrebbero continuato il viaggio verso la Francia».

Il 27enne marocchino era mosso dalla disperazione, così come i quattro migranti subsahariani che ieri sono annegati tentando di raggiungere clandestinamente a nuoto dal Marocco le spiagge dell’enclave spagnola di Ceuta.

Intanto, a Calais, circa 1.700 migranti hanno cercato nuovamente di accedere al tunnel sotto alla Manica nella speranza di raggiungere le coste britanniche. Il dispositivo della Gendarmerie Nationale, che è stato recentemente rafforzato, è riuscito a fermarne un migliaio all’esterno della recinzione. Altri 700 sono stati invece «intercettati» già all’interno della bocca dell’Eurotunnel.

Durante l’evacuazione di ieri notte un agente francese è stato ferito al volto, violentemente colpito dal sasso lanciato da un migrante. «Porre fine a questa situazione è una priorità assoluta», hanno detto ieri, in una dichiarazione congiunta pubblicata sul Journal du Dimanche, il ministro francese dell’Interno Bernard Cazeneuve e la collega britannica Theresa May, aggiungendo: «Oggi ci confrontiamo a una crisi migratoria mondiale che non riguarda soltanto i nostri due Paesi. Rispondere a questa crisi è uno dei principali obiettivi europei e internazionali. Tanti migranti presenti a Calais per cercare di raggiungere il Regno Unito sono infatti passati per l’Italia, la Grecia o altri Paesi ancora. Per questo motivo lavoriamo mano nella mano con gli altri Stati membri dell’Unione per trovare una soluzione soddisfacente a una tale situazione».

In questa triste estate di drammi a ripetizione, il quotidiano Libèration pubblica un necrologio in memoria dei 9 morti da inizio giugno nella sola zona di Calais. «Gran parte delle famiglie - scrive il giornale - non potranno riportare a casa i corpi dei defunti. Saranno seppelliti nel più grande silenzio degli Stati europei. Morti per la loro libertà al confine franco-britannico». «La frontiera uccide»: è l’avvertimento finale dello storico quotidiano della gauche parigina.

E anche nella capitale di Francia la tensione resta alta. Dopo lo sgombero di quattro successivi accampamenti illegali e il ragazzo egiziano fulminato dall’alta tensione alla Gare du Nord mentre cercava di introdursi clandestinamente a bordo di un Eurostar per Londra, i migranti, un centinaio secondo i dati a disposizione, sono tornati ad occupare una ex scuola nel nord di Parigi.

Mentre cresce l’altra tendopoli di disperati accampati sul Lungosenna della Citè de la Mode, uno dei luoghi più frequentati dell’estate parigina, tra discoteche chic e locali mozzafiato affacciati sul fiume. Oggi il sindaco Anne Hidalgo ha convocato una nuova riunione per cercare di trovare una soluzione a quella che molti ritengono una situazione ormai diventata imbarazzante per la città simbolo della Rèpublique, quella che più di tutte dovrebbe incarnare i suoi valori: Libertè, Egalitè, Fraternite.

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