Grecia, il parlamento dice sì all'accordo sul debito

I parlamentari greci hanno approvato una mozione del governo che chiedeva l'autorizzazione per una serie di proposte di riforma come base per i negoziati per un terzo programma di aiuti internazionali. L'assemblea di 300 membri ha approvato la mozione a maggioranza. Alcuni parlamentari del partito di governo Syriza si sono allontanati, astenuti o hanno votato contro.

Dai primi conteggi, pare che due deputati abbiano votato contro la mozione, sette si siano assentati (fra i quali l'ex ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis) e otto abbiano votato «presente» invece di «sì», una forma di astensione.

«Spero che i semi di democrazia e dignità che abbiamo piantato possano portare speranza ad altri popoli europei», ha detto il premier greco Alexis Tsipras durante il suo discorso al Parlamento in cui ha presentato l'accordo trasmesso alla Commissione europea.

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In queste ore le colombe in giro per l'Europa volano cercando di rassicurare, mentre i falchi restano a terra in silenzio, alimentando il sospetto che si preparino alla battaglia. Francia, Italia, Malta, Cipro: gli «amici» della Grecia si stringono intorno al Paese riconoscendo gli sforzi e i sacrifici che Tsipras è disposto a fare per restare in Europa, messi nero su bianco nel piano che sta analizzando l'ex Troika. E il loro sostegno rianima le Borse. Persino il falco - ma mediatore - presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, accenna soddisfazione dopo aver letto gli impegni del governo «ribelle», pronto a tornare al rispetto delle regole in cambio di 53,5 miliardi di euro e un alleggerimento del debito.

Ma da Berlino arriva un silenzio assordante, che si spezza solo per frenare gli entusiasmi. Aspettando il responso dell'ex Troika, che molti si attendono positivo visto che il piano coincide quasi interamente con la sua ultima offerta, le borse brindano, lo spread precipita.

E anche se Syriza si spacca, già oggi i deputati potrebbero votare le prime misure, proprio mentre l'Eurogruppo discuterà quello che Atene ha messo sul tavolo: la richiesta di 53,5 miliardi di euro di aiuti all'Esm, 46 dei quali andranno a rimborsare Fmi e Bce con cui la Grecia è indebitata fino al 2018. Tsipras vuole liberare i greci dal fardello del debito, perché con la tagliola delle scadenze non c'è un solo euro da destinare ad altro.

Per questo è disposto, nel breve termine, a imporre nuovi sacrifici ai suoi cittadini. Tagli, tasse, abolizione di privilegi ma anche di semplici agevolazioni a cittadini del ceto medio. Per Tsipras non è nuova austerità, ma un sacrificio necessario nell'immediato per ottenere sollievo nel medio-lungo periodo. Con un riscadenzamento del debito, il premier potrebbe trovare margini di manovra nel bilancio da destinare alle sue politiche di crescita. O almeno quella è la sua speranza, se riuscirà e rimettere in moto l'economia ellenica, attualmente provata anche da questi mesi di impasse e dalla settimana di Borse chiuse e controllo dei capitali, una misura che congela le attività ma non impedisce le perdite.

Per questo la fretta è tanta, e il presidente francese Francois Hollande decide di schierarsi apertamente: «Le proposte greche sono serie e credibili e mostrano la determinazione della Grecia a restare nella zona euro», ha twittato prima che chiunque altro osasse esprimere un giudizio sulla nuova «prova» dei greci. Ma Hollande è certo della loro bontà, avendo inviato i suoi tecnici ad Atene per partecipare alla loro stesura. Sono «esaurienti», gli fa eco Dijsselbloem, con tono positivo. Una «solida» base, le considerano i premier maltese e cipriota. E il premier Matteo Renzi e l'austriaco Werner Faymann vedono la possibilità di un'intesa già oggi. Perché anche per il ministro Pier Carlo Padoan «in queste ore si stanno facendo importanti passi avanti verso una soluzione», a cui lavora anche l'Italia.

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E c'è anche la sponda americana a dare man forte: l'offerta greca «riflette la necessità di prendere misure difficili», ha detto il segretario al Tesoro Jack Lew, insistendo sulla necessità di ristrutturare il debito ma tranquillizzando Berlino. Non serve un «haircut», ha spiegato. Ci sono altre strade. E nonostante la Germania sia intenzionata a testare fino in fondo la volontà di Tsipras a cooperare, la speranza è che abbia ragione l'irlandese Enda Kenny: «Martedì ho constatato che tutti i leader dell'Eurozona vogliono che la Grecia resti un membro a tutti gli effetti».

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