Gli Shebab somali uccidono 28 passeggeri su un bus in Kenya

Ventotto passeggeri di un autobus sono stati uccisi stamane da uomini armati, nel nord-est del Kenya, vicino al confine con la Somalia: lo ha reso noto il capo della Polizia del dipartimento di Mandera, Noah Mwavinda. «Posso confermare..., che 28 passeggeri innocenti sono stati brutalmente uccisi dagli Shebab», ha detto Mwavinda.

I miliziani Shabaab, dopo aver fermato l’autobus e aver separato i passeggeri non musulmani da quelli musulmani, hanno costretto a leggere versi del Corano prima di uccidere coloro che non erano in grado di farlo. Lo riferiscono quotidiani locali. Secondo quanto riporta la Bbc online, le 28 vittime sono state uccise a sangue freddo all’interno dello stesso veicolo. La Croce Rossa kenyana, in un tweet, afferma che sul bus diretto a Nairobi, e caduto nell’imboscata tesa vicino al confine con la Somalia, c’erano circa 60 persone.

Gli integralisti somali di Shabaab hanno poi rivendicato l’esecuzione dei 28 passeggeri. I miliziani affermano, in un comunicato del portavoce degli Shabaabm, Cheikh Ali Mohamud Rage - di aver agito per «rappresaglia» ai raid condotti dalla polizia kenyana in alcune moschee di Mombasa.

[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"134266","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"374","width":"878"}}]]

LA SCHEDA.
Nella Somalia precipitata nel caos e nella guerra civile dopo la caduta del dittatore Siad Barre nel 1991 - decisivo l’intervento americano e degli alleati occidentali a fianco dei ribelli nell’operazione «Restore Hope» - gli al Shabaab («giovani», in arabo) cominciano a definirsi come organizzazione integralista pochi anni dopo nel corso dell’insurrezione contro le truppe etiopi. Queste ultime erano penetrate in Somalia nel 2006 per rovesciare, sempre con il sostegno degli Usa, l’Unione dei Tribunali Islamici che aveva preso il controllo della capitale Mogadiscio.


Nel 2009 gli al Shabaab hanno dichiarato la loro alleanza con al-Qaida che li ha ufficialmente integrati nella sua rete terroristica all’inizio del 2012. Ciò nonostante, nel 2011 sono stati costretti a ritirarsi da Mogadiscio dai soldati dell’Unione Africana (Amisom) e hanno gradualmente perso tutte le loro roccaforti nel centro e nel sud del Paese.


Continuano però a controllare vaste zone rurali e da qui partono per spettacolari quanto sanguinosi attentati sia a Mogadiscio sia, dall’anno scorso, anche nel vicino Kenya. Nairobi è, a loro avviso, colpevole di aver lanciato proprio a partire dalla fine del 2011 una campagna militare contro le loro basi nel sud della Somalia.


È del settembre 2013 il sanguinoso assalto al centro commerciale Westgate a Nairobi (67 morti) ma un numero ancora superiore di vittime (76) gli al-Shabaab erano già riusciti ad ottenerlo nel luglio 2010 a Kampala, capitale dell’Uganda, altro Paese finito nel mirino dei fanatici integralisti islamici somali per la sua partecipazione alla missione Amisom. L’ultimo attacco rivendicato da al-Shabaab è di oggi.


Attualmente l’organizzazione terroristica può contare su migliaia di guerriglieri (tra i 5.000 e i 9.000 secondo gli osservatori) e sul sostegno obbligato delle popolazioni rurali, prive di qualsiasi difesa, praticamente abbandonate dal traballante potere centrale e sottoposte a vessazioni di ogni genere dai radicali islamici. Contro di loro sono schierati i militari dell’Unione Africana (22.000 uomini) che finora però non hanno spinto la loro offensiva vero l’estremità meridionale della Somalia.

comments powered by Disqus