Folla e commozione al funerale del carabiniere ucciso a Roma

Commozione e rabbia oggi a Somma Vesuviana ai funerali di Mario Cerciello Rega, il carabiniere ucciso con 11 coltellate a Roma.

La chiesa di Santa Croce è la stessa dove un mese e mezzo fa aveva sposato la fidanzata Rosa Maria.

Sulla bara, la foto del matrimonio e una maglia del Napoli, di cui Mario era appassionato tifoso.

Ha presieduto la concelebrazione l’arcivescovo Santo Marcianò, Ordinario militare per l’Italia. Il feretro è entrato in chiesa salutato da un lungo applauso, portato a spalla da 6 carabinieri, scortati da 4 colleghi in alta uniforme.

«Essere moglie di carabiniere»: Rosa Maria, la vedova, ha letto tra le lacrime un testo su questo tema, un post che circola da anni su Facebook tra mogli e fidanzate dei militari. Subito dopo l’Ordinario militare Santo Marcianò ha concluso il rito funebre, ricordando come oggi «l’Italia intera sia in lutto». Il feretro è stato portato a spalla fuori della chiesa, tra gli applausi e una folla immensa.

La notte dell’aggressione le ultime parole di Cerciello al collega furono: «Mi hanno accoltellato».

Restano però ancora molti aspetti oscuri nella vicenda. Il collega del carabiniere, infatti, incontrò un’ora prima il derubato dai due ragazzi invitandolo a denunciare il furto dello zaino e questi poi chiamò il 112.

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