Regioni, ricorsi a raffica contro il decreto sicurezza

Una alla volta le regioni a guida centrosinistra passano dalle parole ai fatti sul decreto sicurezza. Umbria, Toscana ed Emilia Romagna hanno deliberato il ricorso alla Consulta: la norma sarà impugnata per sospetta "incostituzionalità". Anche la Sardegna è pronta a compiere lo stesso passo: nelle prossime ore porterà in giunta la proposta. Partita da un gruppo di sindaci, in testa Leoluca Orlando di Palermo - "sindaci del Pd che cercano visibilità", taglia corto Salvini - la battaglia si è spostata alle Regioni che a differenza dei Comuni possono ricorrere direttamente alla Corte costituzionale, senza passare prima da un giudice.

Secondo i governatori, l'eliminazione dei permessi di soggiorno per motivi umanitari e del diritto di residenza ai richiedenti asilo sta creando 'caos' applicativo su materie di competenza regionale quali salute, assistenza sociale, diritto allo studio, formazione professionale, edilizia residenziale pubblica. "Nessuno in Umbria verrà abbandonato al suo destino, umbri e non, con buona pace dei disseminatori di odio", assicura la presidente della Regione, Catiuscia Marini. Il decreto "crea incertezza, insicurezza e dis-integrazione", è la critica del governatore sardo Francesco Pigliaru. "Ci coordineremo con tutte le Regioni e i Comuni: si sta determinando un movimento ampio", spiega il presidente della Toscana Enrico Rossi. Anche Piemonte e Lazio sono al lavoro.

La Calabria era già uscita allo scoperto nei giorni scorsi - "è una legge da stoppare", aveva detto il governatore Mario Oliverio. E anche la Basilicata starebbe ragionando sull'ipotesi ricorso.

Tre regioni, ha detto ancora Salvini, "Mi sto facendo mandare il dati sul numero di cittadini umbri, piemontesi e toscani che aspettano una casa popolare. Mi fa specie che, invece di dare la casa ai cittadini italiani le Regioni si preoccupino di migranti". "Non vedo l'ora - ha aggiunto - che se ne occupi la Consulta. Sono certo che passerà l'esame. Mi fa poi specie l'ignoranza del governatore del Lazio: il diritto alla salute è garantito a tutti".

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