Oggi la protesta contro il decreto Pillon

Una proposta avversata da più parti, oggi in quasi 60 piazze italiane, ma anche all’interno delle stesse istituzioni, contro il disegno di legge del senatore leghista Simone Pillon sull’affido condiviso. Testo che prevede l’affidamento condiviso dei figli nelle coppie separate e l’azzeramento dell’assegno di mantenimento: «così non va» ha detto in un’intervista a Elle, il vicepremier e leader di M5S Luigi Di Maio spiegando che «questa legge non è nei programmi di approvazione dei prossimi mesi».

Da fonti del ministero della Famiglia emerge che si tratta «di una iniziativa parlamentare del senatore Pillon: seguirà il suo iter parlamentare e non è stata sottoposta al giudizio preventivo del ministro Fontana. Come tutte le proposte legislative avrà la possibilità di essere migliorata e modificata». Poco meno di un mese fa il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle Pari Opportunità e alle Politiche Giovanili Vincenzo Spadafora aveva pubblicamente dichiarato: «Non possiamo accettare la proposta del senatore Pillon così come è stata formulata».

Ieri l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Filomena Albano, la quale da tempo ha chiesto di essere audita dalla Commissione Giustizia del Senato, che ha all’esame il disegno di legge Pillon, ha spiegato che «il testo presenta criticità, in particolare la divisione paritetica dei tempi di permanenza del figlio presso ciascun genitore».
E mentre l’iter parlamentare della proposta di legge si preannuncia «molto lungo», oggi  saranno quasi 60 le piazze italiane che ospiteranno manifestazioni, sit-in, cortei, incontri pubblici e presidi per chiedere il ritiro del disegno di legge del senatore leghista Simon Pillon su separazione e affido e degli altri tre disegni di legge sulla stessa materia attualmente in discussione al Senato che «rischiano di trasformare la separazione e l’affido in un campo di battaglia permanente». A Trento la protesta si terrà in largo Carducci, in centro storico, alle ore 15.

Una mobilitazione imponente - a livello nazionale - che vede fianco a fianco centri antiviolenza, come D.i.Re-Donne in rete contro la violenza, organizzazioni sindacali, Cgil, Uil, Cisl, Usb, associazioni di donne (Associazione nazionale volontarie Telefono Rosa, Udi), e del terzo settore, movimenti quali «Non una di meno», ed ancora Arci, Arcigay, Arcidonna, associazioni professionali, comitati cittadini formatasi ad hoc e associazioni che si occupano di infanzia. In Trentino aderiscono i comitati «Non una di meno»,  «Se non ora quando», ma anche «Liberi e Uguali» e «Futura 2018», anche se alla manifestazione non vi saranno bandiere o simboli di partito.

Tutti uniti contro le idee proposte da Pillon, bocciate già da quasi centomila persone che hanno firmato su Change.org la petizione lanciata dalle «Donne in rete contro la Violenza».

comments powered by Disqus